E’ la “sorella maggiore” della E-Bit S, piccola pieghevole cittadina già testata, e si chiama
E-BIT H
La differenza principale rispetto alla S è il diametro delle ruote che in questo caso sono da 18” e la rendono più adatta anche a percorsi di più largo raggio (la S ha le ruote da 16”) Se si vuole un diametro ancora maggiore è presente in catalogo la Hinegy Click che ha le ruote da 20” (anche questa già testata)
Ci ho percorso circa 290km
IN BREVE
Il telaio, in alluminio, è robusto e le cerniere non introducono flessioni ne giochi nemmeno nello sterzo Lo scavalco è basso, ma non abbastanza per consentirne l’uso a chi ha problemi di articolazioni: 580mm; la zona di scavalco è molto larga Non ha ammo anteriore ma il confort è assicurato dalle gomme di larga sezione e dall’ammo sul cannotto sella La posizione in sella è a busto verticale o appena inclinato in avanti
Il cambio è uno Shimano Nexus a 3 rapporti del tipo interno al mozzo ruota ed è azionabile a bipa ferma Gli innesti sono precisissimi e sufficientemente veloci in entrambe le direzioni e il comando (a rotazione Revoshift) è comodo anche se non molto morbido Il range dei rapporti è buono: a 25 km/h la cadenza di pedalata in 3.a marcia è di 71 ped/min In salita a 50ped/min si sale a 9.6km/h in 1.a
Peculiarità di questo modello è l’adozione di una cinghia dentata al posto della catena, che riduce praticamente a zero la sua manutenzione e non sporca (molto utile quando la si movimenta piegata)
La stabilità in marcia è ottimale, anche a velocità elevate (testata fino a 46km/h senza alcun problema, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare con ruote di piccola misura) La marcia senza mani è del tutto stabile ma è meglio non farlo per l’elevata reattività del corto telaio
I pneumatici sono Kenda 18” x 2.00” e hanno una marcata scolpitura per favorire la marcia sul bagnato Ma, sul bagnato, il parafango posteriore si è rivelato poco efficace e ci si imbratta la schiena Il cavalletto è monopiede, sufficientemente stabile Non è presente alcun portapacchi a causa della posizione della batteria L’assemblaggio è curato
L’impianto frenante è a V-brake Tektro, potente e correttamente modulabile Le leve sono morbide e comode da azionare Lo spazio di frenata non si è rivelato particolarmente breve ma comunque assai più corto di quanto prescritto dalle normative: 4.80m da 25km/h La ruota posteriore si blocca senza che la bipa perda stabilità; non c’è del tutto tendenza al ribaltamento
La ripiegabilità è agevole e l’ho eseguita in 34 secondi; l’apertura, altrettanto comoda, mi ha richiesto 39” Quando piegata, il suo ingombro è di 80x68x37 cm: compatta e di forma regolare; non può marciare sulle sue stesse ruote
La E-Bit H viene fornita con una batteria al litio da 36V 10.4Ah 375Wh a sbalzo posteriore E’ disponibile una taglia inferiore: 8Ah 290Wh L’estrazione è semplice ma occorre vincere la resistenza iniziale dei contatti; l’inserimento è facile La ricarica avviene in 6ore e 10 minuti da batteria completamente scarica e si effettua a batteria montata od estratta La centralina è alloggiata nella parte fissa sotto alla batteria
Il cruscottino è il classico con pulsanti a membrana ed indicazione a led rossi, senza funzioni da ciclocomputer Ben visibile anche in pieno sole e ancora di più al buio I pulsanti comandano l’accensione della centralina, il cambio di livello di assistenza, il soft-start/camminata assistita
Il motore è un hub anteriore, geared, da 250W, a 36V, brushless, sensored Il motore è vivace e spinge bene a tutti i livelli di assistenza; produce un simpatico ronzio di tono acuto che non aumenta sensibilmente in salita La sua posizione sulla ruota anteriore e il peso del ciclista spostato verso la ruota posteriore, fanno innescare facilmente leggeri slittamenti in partenza
I cablaggi sono sufficientemente ordinati ma esterni al telaio: meno belli da vedere ma comodi per eventuali manutenzioni e sicuri nella piegatura; il Pas è sull’asse pedali lato corona in posizione protetta ma facilmente accessibile
Il sistema di controllo dell’assistenza è a sensore di rotazione dei pedali e modula la potenza al motore in funzione della velocità di pedalata fra 12 e 40 ped/min; però su strada tale modulazione non si è rivelata particolarmente utiile La differenza di velocità fra “a vuoto” e “su strada” è significativa: aumentando la spinta muscolare la velocità cresce e gratifica il maggior sforzo impresso ai pedali rendendo la bipa “allenante” I 3 livelli di assistenza regolano la velocità di marcia fra i 13 e i 25 km/h; non c’è cut-off tachimetrico Il livello zero (nessuna assistenza) è ottenibile spegnendo la centralina Non è possibile la “pedalata simbolica” cioè non si possono far girare i pedali lentamente solo per tenere attivato il PAS
L’avvio dell’assistenza avviene dopo 270° di pedalata, cioè 0.75 giri pari a 1.7m in prima marcia E’ un ritardo sensibile ma viene neutralizzato con l’uso del soft-start Il tempo per percorrere 50m da fermo a batteria ben carica è risultato di 11.18” e la velocità di uscita è 25.6 km/h: buono ai semafori per non venir sopraffatti dalle automobili Il soft-start è potente e consente di avviarsi e salire sul 12% senza nemmeno metteri i piedi sui pedali
La E-Bit H ha dimensioni molto ridotte e ne deriva una grande agilità, poi il motore è brillante e ne deriva un comportamento nel traffico molto … guizzante I tre livelli correttamente spaziati consentono di trovare facilmente la giusta andatura Il confort di marcia è buono anche sul pavè; i pneumatici balloon ammortizzano le asperità e l’ammo della sella ammorbidisce le sconnessioni più profonde
La E-Bit H in salita si è comportata molto bene La presenza del potente soft-start è determinante nel contenere gli sforzi per ripartire in salita Sul 4% si sale velocemente a 22.2km/h col solo peso della gamba applicato ai pedali Sul 10% si può salire con il solo peso della gamba applicato ai pedali, a 12.6km/h Sul 17% si sale a 8.8 km/h con una spinta di 15kg sui pedali e la ripartenza richiede uno sforzo di appena 17kg Iniziano però a manifestarsi slittamenti della ruota motrice Si sale anche sul 20% a 5.7km/h e con uno sforzo di 25kg (ancora ben sopportabile) ma con una cadenza di pedalata molto bassa; si riparte con 35 kg, perciò senza alzarsi sui pedali Sul 27% il motore sarebbe in grado di salire, ma si perde la trazione per gli slittamenti dell’anteriore
Si può attivare la funzione di “camminata assistita” tramite il pulsante sul cruscotto; spige la bipa in piano fino a 7.5km/h (un po’ veloce) ma in salita ci aiuta ottimamente; con le pendenze più elevate anche qui iniziano gli slittamenti della ruota motrice
L’autonomia a livello 2 (con una velocità tipica di 21km/h) consente di percorrere 77km più un altro chilometro a prestazioni basse; questo livello mi sembra il più adatto per una marcia cittadina A livello 3 (con velocità tipica 24km/h) si percorrono 47.5km e si hanno ancora quasi 10 km a prestazioni decrescenti ma comunque sempre sopra ai 20km/h Entrambi sono valori che rendono questa bipa adatta anche a spostamenti di ampio raggio La marcia in coppia non è molto agevole per i soli tre livelli di assistenza e per la modulazione che in pratica è inavvertibile
Sugli sterrati leggeri si comporta molto bene ed è confortevole sulle buche Si trova facilmente la giusta velocità e la frenata è sicura Ma con le ruote da 18” è meglio non chiedere di più
La E-Bit H è adattissima al trasporto in camper, all’interno dell’abitacolo dove non fa perdere spazio prezioso Per il trasporto sui mezzi pubblici (bus e metropolitane) è molto interessante il peso di meno di 18chili (con la batteria installata) E il punto di presa è comodo e di dimensione generosa Senza batteria pesa appena 15.4kg Ottima la trasportabilità in treno dove non richiede ne supplemento al biglietto ne la presenza di scompartimenti appositi (e ora non è più nemmeno necessario riporla in una sacca) Il sollevamento e il trasporto su scala avviene agevolmente : il punto di presa è molto comodo, equilibrato e largo
Senza assistenza elettrica, a 18km/h, richiede una energia muscolare di 123W: credo che la trasmisisone a cinghia qui mostri i suoi limiti, rendendo la pedalata solo muscolare un pelo faticosa
L’impianto di illuminazione comprende un fanale a led bianco anteriore alimentato a pile appena sufficiente a rischiarare la strada ma ottimo per essere visti La luce posteriore è buona, con la sua raggiera di sette led rossi ben visibile da un ampio angolo; ma attenzione a non coprirla con le falde del vestito L’alimentazione avviene tramite due pile AAA
Non ci sono sistemi meccanici antifurto, salvo la chiave che blocca la batteria Essendo pieghevole è però ottima per farla entrare negli ascensori e portarla in casa o in ufficio evitando così alla radice il problema dei furti
E’ certificata per le vigenti normative: EN 14764 (bici da turismo) EN15194 (EPAC) e soddisfa la EMC (compatibilità elettromagnetica)
La garanzia è di 2 anni, estendibile a 5; sulla batteria la garanzia è per 6 mesi a valore pieno e poi a scalare, estendibile fino a 5 anni
Il prezzo di listino è 1539 € al momento della prova e con la batteria da 10.4Ah 375Wh La batteria costa 380€ e quella da 290Wh costa 290€
Ecco la consueta SCHEDA con riassunte le caratteristiche
CICLISTICA
Il telaio, in alluminio, è robusto e le cerniere non introducono flessioni ne giochi Anche la zona dello sterzo restituisce una buona sensazione di stabilità Lo scavalco è basso tanto da permettere di far passare la gamba, ma non abbastanza per consentirne l’uso a chi ha problemi di articolazioni; la zona di scavalco è molto larga
Il telaio è corto e ben legato consente manovre assai agili Si è seduti quasi sulla ruota posteriore e l’anteriore risulta un po’ scarico Non ha ammortizzatore anteriore e questo contribuisce alla stabilità; come vedremo il confort di marcia è demandato ai pneumatici, al cannotto sella ammortizzato e ad una calibrata elasticità del telaio
Il peso complessivo di questa bipa è molto contenuto: 17.8 kg compresa la batteria di taglia maggiore disponibile e 15.4kg senza batteria: pesi assai apprezzabili per una bipa pieghevole e decisamente più bassi della maggior parte dei modelli presenti attualmente sul mercato
La sella è imbottita e dotata di scavo: confortevole anche su fondi sconnessi Ingloba la luce posteriore rossa
Il cannotto è ammortizzato (ammo coassiale) ed è regolabile; con il mio peso non si abbassa, ma sulle sconnessioni inizia a lavorare: ottimo perché evita il classico fastidio della regolazione dell’altezza della sella che varia quando si mette il piede a terra rispetto a quando si pedala
La regolazione dell’altezza della sella è di tipo rapido e l’inclinazione è regolabile finemente
La posizione in sella è a busto verticale o appena inclinato in avanti
Il manubrio è a forma dritta, necessaria per ridurre l’ingombro quando viene piegato, è robusto ed è comodo e ben manovrabile
La regolazione dell’altezza è di tipo rapido e c’è la scanalatura antirotazione, così si può adattare la misura a vari utilizzatori rapidamente e senza aggiustamenti …e in più il manubrio non gira rispetto alla ruota mentre siamo in marcia se non abbiamo serrato il bloccaggio
Il cambio è uno Shimano Nexus a 3 rapporti del tipo interno al mozzo ruota
E’ azionabile a bici ferma (grande comodità!) a patto di togliere il piede dal pedale durante la cambiata
Gli innesti sono precisissimi in entrambe le direzioni ed è risultato sufficientemente veloce nell’azionamento
Il comando del cambio è – sempre Shimano - del tipo a rotazione Revoshift, un pò duro da azionare L’indicazione della marcia inserita è ben visibile ma solo di giorno
Il range dei rapporti è buono: a 25 km/h la cadenza di pedalata in 3.a marcia è di 71 ped/min e con 50 ped/min si sale in prima a 9.6km/h; le tre marce in pratica sono : la terza da pianura e per i cavalcavia, la seconda per i tratti in salita che a muscoli farebbero venire il fiatone e la prima per i tratti di salita impegnativi … che a muscoli si eviterebbero
La soluzione con cambio a mozzo evita che, piegando la bipa e riponendola in qualche tipo di bagagliaio, il cambio urti qualcosa andando fuori regolazione (come è facile che accada con quelli a deragliatore)
Tale tipo di cambio, che è dotato di un solo pignone posteriore e che mantiene la linea di catena perfettamente allineata, consente l’adozione di una cinghia dentata al posto della più classica catena
E la presenza della cinghia dentata è una peculiarità di questo modello: non richiede manutenzione (cioè lavaggi e lubrificazioni), è assai silenziosa e non sporca i pantaloni del ciclista !!! (e nemmeno il bagagliaio della macchina che la ospita piegata) Nella foto seguente si vede il pignone e il rullino che impedisce i salti di dente della cinghia quando si esercita uno sforzo consistente sui pedali (cioè quando la cinghia tende ad allungarsi)
Qui si vede tutto l’insieme della trasmissione
La ruota anteriore richiede, per lo smontaggio, l’uso di una chiave da 17mm e il distacco del connettore del motore
La ruota posteriore si smonta con una chiave da 15mm e richiede il distacco del cavetto del cambio (serve un cacciavitino)
La stabilità in marcia è ottimale, anche a velocità elevate; l’ho testata fino a oltre 46km/h senza alcun problema… e devo confessare che non mi aspettavo una tale sicurezza a queste velocità con le ruote da 18” La marcia senza mani è del tutto stabile e non si innescano oscillazioni; ma è pericoloso farlo per la elevata reattività del cortissimo telaio
La frenata da velocità elevate è potente e stabile; si blocca progressivamente la ruota posteriore senza minimmente compromettere la stabilità; non c’è tendenza al ribaltamento; ho rilevato invece un certo surriscaldamento che, in discese molto lunghe va tenuto in considerazione
I pneumatici sono Kenda da 18” x 2.00” (47-355) ed hanno una marcata scolpitura per una aderenza ottimale sul bagnato; i raggi sono da 2.2mm
La pressione di esercizio può essere regolata fra 2.8 e 4.5 bar per privilegiare il confort oppure la scorrevolezza La valvola è di tipo automobilistico (Schrader)
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I parafanghi sono di una plastica morbida e molto resistente: non soffrono minimamente se vengono maltrattati nelle operazioni di stivaggio da piegata Un piccolo appunto già segnalato alla Wayel (con la loro promessa di migliorare): il parafango posteriore difende poco e, se si marcia su strada bagnata, ci si ritrova con la schiena a mollo
Il cavalletto è un monopiede regolabile: non è robustissimo ma senz’altro adatto al peso di questa bipa Consente la rotazione completa del pedale
La presenza della batteria impedisce il montaggio del portapacchi
Le pedivelle sono in robusta lega e sono lunghe 170mm I pedali sono ripiegabili (comodi anche per non farsi lividi sulle caviglie quando si accompagna la bipa a piedi)
La componentistica è di buon livello e l’assemblaggio è curato Un esempio: il punto in cui il manubrio potrebbe urtare il telaio quando si piega la bipa è protetto da un quadratino di materiale trasparente e morbido (risulta pochissimo visibile … al contrario di come appare in foto)
C’è anche il campanello
IMPIANTO FRENANTE
L’impianto frenante è realizzato con freni V-brake della Tektro, potenti e correttamente modulabili
Freno anteriore
… e freno posteriore
Le leve sono morbide e comode da azionare (a tre dita)
Lo spazio di frenata da 25km/h non si è rivelato particolarmente breve ma comunque assai più corto di quanto prescritto dalle normative: 4.80 m La ruota posteriore si blocca ma la bipa non perde stabilità; non c’è del tutto tendenza al ribaltamento
Wayel E-Bit H - frenata
L’uso prolungato in discesa ha evidenziato un inizio di surriscaldamento
Su entrambe le leve sono presenti i sensori di cut-off
RIPIEGABILITA’
Nella prova di piegatura ho impiegato 34 secondi: non ci sono difficoltà Ho notato però che la giunzione sul telaio non ha la doppia sicurezza (leva più nottolino o sollevamento del perno) come c’è in altri modelli
Il giunto sul manubrio ha invece il blocco di sicurezza anche se è un po’ difficoltoso da far scorrere
Qui si vede la cerniera
Faccio notare che era la seconda volta che aprivo e chiudevo la bipa e le cerniere erano ancora molto dure Per l’apertura ho impiegato 39 secondi (in realtà di più perché mi sono “impacciato” nell’apertura del pedale che invece è una operazione facilissima … ma se si spinge invece che tirare ….) Tutta la manovra di chiusura ed apertura è veloce e non presenta difficoltà
Wayel E-Bit H - piegatura
Da piegata risulta ben compatta e di forma regolare; le sue dimensioni risultano di circa 80x68x37 cm Le ruote, da piegata, divergono un po’ e risulta perciò impossibile farla scorrere sulle sue stesse ruote
Passiamo alla PARTE ELETTRICA
CENTRALINA
La centralina è alloggiata nella parte inferiore del supporto della batteria Qui si vede il suo alloggiamento a batteria estratta
La sua posizione è assai comoda per eventuali interventi di manutenzione C’è la funzione di autospegnimento che interviene dopo 10 minuti di inattività
BATTERIA
La batteria è realizzata con celle prodotte dalla Samsung, di comprovata efficienza
La E-Bit H usata nel test è dotata di una batteria al litio da 36V 10.4Ah 375Wh nella configurazione detta “frog” cioè a sbalzo posteriore e ha proporzioni “più quadrate”
E’ disponibile anche una taglia inferiore: 8Ah 290Wh
L’estrazione richiede lo sblocco della serratura a chiave posta sul supporto e lo sfilamento verso la parte posteriore L’operazione è semplice ma c’è una sensibile resistenza nel primo tratto quando si devono sganciare i contatti elettrici La grossa e comoda maniglia, ricavata nell’involucro della batteria, facilita le operazioni Il reinserimento non presenta difficoltà ma va fatto con una certa decisione (sempre per vincere la resistenza dei contatti)
Ecco la batteria estratta
Qui si vedono il fusibile e le guide di fissaggio
Il trasporto è agevole per la già citata confortevole maniglia; il peso – 2.4kg – non si fa sentire troppo
Sulla batteria è presente un indicatore di carica a tre led che si attiva tramite la pressione di un pulsantino
La chiave presente nella zona della centralina, ha la funzione di blocco meccanico e di interruttore elettrico che perciò toglie l’alimentazione alla centralina stessa; la batteria ha invece sempre i poli sotto tensione Qui i contatti sulla batteria, che sono ben protetti e incassati evitando così il pericolo di corti circuiti nel caso si trasporti insieme ad altre cose
La ricarica può avvenire sia a batteria montata che estratta Il caricatore è di tipo “switching” senza ventola: silenziosissimo Pesa 590g compresi i cavi e ricarica la batteria (quellada 10.4Ah) completamente scarica in 6 ore e 10 minuti La dimensione del caricabatteria è piuttosto contenuta e ben si presta ad essere portato con se I cavi sono di lunghezza normale e la spina di rete è di tipo “europeo” E’ dotato di una spia che si accende di color rosso durante la carica e diventa verde a carica ultimata (che ha già compresa la fase di bilanciamento delle celle) L’indicatore sulla batteria, durante la ricarica, lampeggia accendendo via via più led e segnalando così il livello di ricarica già raggiunta; a fine carica si spegne
Tenendo premuto a lungo il pulsantino per il controllo della carica, la batteria va nello stato “sleep” adatto a lunghi periodi di inutilizzo; in questa condizione riduce l’autoscarica escludendo anche la circuiteria del BMS Inserendo nuovamente la batteria nella bipa e accendendo la centralina, si esce automaticamente da questa condizione
COMANDI e REGOLAZIONE DELL’ASSISTENZA
Il cruscottino è il classico con pulsanti a membrana ed indicazione a led rossi, senza funzioni da ciclocomputer Ben visibile anche in pieno sole
Al buio è evidentissimo; i pulsanti non sono retroilluminati
Quattro led indicano lo stato di carica della batteria Altri tre indicano i relativi livelli di assistenza Un pulsante accende (e spegne) la centralina Il pulsante “PWR” commuta ciclicamente il livello di assistenza con logica 1-2-3-1-2-3 Il livello “zero assistenza” è ottenibile semplicemente spegnendo la centralina
E’ presente il pulsante “soft-start”
I pulsanti sono raggiungibili facilmente col pollice senza muovere la mano dal manubrio Sono ben distanziati ma poco rilevati; con i guanti è comunque sufficientemente agevole trovarli Di notte bisogna ricordarsi dove sono e riconoscerli al tatto perché non retroilluminati
MOTORE
La E-bit H ha un motore hub montato anteriormente, geared, da 250W, a 36V, brushless, sensored
Il motore è vivace e spinge bene a tutti i livelli di assistenza Quando è in marcia produce un ronzio di tono acuto che ricorda molto quello delle automobili di Formula E (ma è molto meno intenso ;-) ) a mio avviso è … simpatico Sotto sforzo l’intensità del suono non aumenta sensibilmente (nel filmato è volutamente più intenso di quanto si percepisca stando in sella)
Wayel E-Bit H - rumore in marcia
Con una bipa molto corta e con il peso spostato verso la ruota posteriore, è facile immaginare che il motore “sgommi“ in partenza E difatti , se si parte con il livello di assistenza più alto e con una marcia bassa, la ruota anteriore slitta facilmente (ma solo per un attimo) Se sull’asciutto non è un problema, sul bagnato può diventare fastidioso; per evitarlo si può tenere la pressione del pneumatico anteriore a non più di 3 bar e partire con il rapporto più lungo Se invece si vuole sgommare per stupire gli amici, fare esattamente il contrario (a parte il consumo della gomma, è divertente vedere una bipetta microbica partire a razzo in burnout) Anticipo subito che in salita per avere problemi di slittamento, bisogna salire su pendenze … da stambecco
Il motore è dotato di un connettore per poter agevolmente smontare la ruota
CABLAGGI
Il cablaggio nella zona manubrio è un pochino confuso ma poi si raggruppa in un connettore e prosegue inguainato
I compontenti elettrici sono tutti dotati di utili connettori
Il cablaggio prosegue poi esternamente al telaio, soluzione non troppo bella esteticamente ma molto funzionale soprattutto nella zona di piegatura
I cavi giungono poi alla centralina
Sono abbastanza ordinati ma, a parer mio, si potrebbe fare un po’ meglio
Il dischetto del PAS è montato sull’asse pedali dal lato corona, in posizione protetta ma facile da raggiungere per eventuali manutenzioni
MODALITA’ DI ASSISTENZA
La centralina eroga potenza al motore in funzione della velocità di rotazione dei pedali e del livello di assistenza selezionato (fra i 3 disponibili) Questo porta ad un avvio graduale
I livelli di assistenza modulano la velocità di marcia fra i 13 e i 25 km/h; non c’è cut-off tachimetrico Questa è la tabellina con le varie velocità a vuoto e su strada Si vede che i livelli sono ben spaziati e tutti un po’ veloci: si riesce così a trovare facilmente l’andatura desiderata
E’ possibile modulare lo sforzo esercitato con i pedali fra “senza esercitare sforzo” e il “tutto muscoli” Se in marcia si rallenta la velocità di pedalata, il motore rallenta; non è perciò consentita la “pedalata simbolica” cioè non si possono far girare i pedali lentamente solo per tenere attivato il PAS La differenza di velocità a vuoto e su strada è significativa Significa che, aumentando la spinta sui pedali, la velocità cresce e gratifica il maggior sforzo impresso ai pedali E’ perciò “allenante” perché si è portati a spingere sui pedali per avere più velocità e più autonomia All’estremo opposto, è possibile la “pedalata senza sforzo” cioè si possono semplicemente fare girare i pedali, lasciando fare al motore tutta la fatica (ovviame nte così si riduce sensibilmente l’autonomia) Perciò si può scegliere in ogni momento quanto contributo muscolare spendere, fra “niente” e “tutto”
La velocità minima: in salita è meno di 6 km/h mentre su strada piana è intorno ai 13km/h
Come detto, l’assistenza fornita dal motore è anche funzione della velocità della pedalata Da 12 a 40 pedalate al minuto (pari a 4 - 14 km/h in terza marcia) , si ha una modulazione della potenza erogata dal motore Questo consente una certa regolazione della velocità di marcia nelle andature lente
E’ presente il pulsante “soft-start”
Ecco il filmato dell’avvio, modulazione e stop dell’assistenza a ruota sollevata Nell’ultima parte c’è anche l’avvio del soft-start
Wayel E-Bit H - avvio assistenza al banco
AVVIO DELL’ASSISTENZA
Per ottenere la partenza del motore è sufficiente girare la chiave sulla batteria, accendere la centralina dal cruscottino e iniziare a pedalare
L’avvio dell’assistenza avviene dopo 270° di pedalata, cioè 0.75 giri pari a 1.7m in prima marcia E’ un ritardo sensibile ma viene neutralizzato con l’uso del soft-start Qui il filmato della partenza senza il soft-start; si avverte un leggero slittamento della ruota dovuto alla pressione di gonfiaggio troppo alta del pneumatico anteriore
Wayel E-Bit H - avvio assistenza su strada
Non è presente un controllo tachimetrico Semplicemente la spinta del motore si affievolisce salendo di velocità Interrompendo la pedalata, il motore si arresta dopo meno di un secondo (valore normale) Agendo su una qualsiasi delle leve dei freni, l’assistenza si interrompe immediatamente
Con il pulsante “soft-start” non è necessario esercitare alcuno sforzo sui pedali in partenza e l’avvio è vigoroso C’è un ritardo di circa 1 secondo dalla pressione del pulsante per avere l’avvio del motore C’è però un trucco: al semaforo si può premere il soft-start e contemporaneamente almeno uno dei freni con un po’ di anticipo sul verde; al momento del via, rilasciando il freno, il motore si avvia immediatamente La pedalata ha prevalenza sul soft-start, perciò se si parte col pulsantino “magico” e si inizia a pedalare, la centralina esclude automaticamente questa funzione e passa al regolare funzionamento Il soft start è potente ed aiuta molto in partenza sia in piano che in salita Nel filmato seguente si vede come si possa partire sul 12% senza nemmeno usare i pedali
Wayel E-Bit H – soft start
Nel filmato si vede che mi do una spinta con i piedi a terra: non serve per aiutare il motore, ma solo per evitare che la ruota slitti troppo sul cemento liscio
ACCELERAZIONE
Ecco l’abituale grafico della velocità in funzione della distanza percorsa e del tempo
Il tempo per percorrere 50m da fermo a batteria ben carica è risultato di 11.18” e la velocità di uscita è 25.6 km/h: sufficiente a non venir travolti dalle auto in partenza ai semafori
NEL TRAFFICO
La E-Bit H ha dimensioni molto ridotte e ne deriva una grande agilità, poi il motore è brillante e ne deriva un comportamento nel traffico molto … guizzante La manovrabilità è eccellente e si guida con precisione : nel traffico sguscia come una lucertola I livelli di assistenza sono sufficienti per trovare sempre la giusta andatura poiché sono tutti abbastanza veloci e ben utilizzabili (a differenza di altri modelli in cui il livello più basso è molto lento e di fatto poco utilizzabile) Nelle manovre strette è meglio usare il rapporto più lungo per evitare partenze più rapide del desiderato Direi che questo modello è adatto a chi ha una guida vivace e meno a chi ha qualche difficoltà … o è di natura tranquilla La frenata è sufficientemente potente e ben modulabile
Il confort di marcia è buono anche sul pavè, nonostante le ruote di diametro ridotto: le gomme larghe, l’elasticità del telaio e il cannotto ammortizzato fanno bene il loro lavoro; anche le buche non creano problemi, ma se diventano voragini allora è meglio scansarle (e si scansano con estrema facilità)
COMPORTAMENTO IN SALITA E PENDENZE SUPERABILI
La E-Bit H in salita ci porta … come in ascensore Qui c’è la tabella degli sforzi necessari sulle varie pendenze e si vede facilmente che la colonna “spinta kg” ha praticamente tutti valori che non superano lo sforzo necessario per accavallare una gamba
La presenza del potente soft-start è determinante nel contenere gli sforzi per ripartire in salita Se non lo si usa, sulle pendenze più dure il ritardo nell’avvio dell’assistenza ci chiede qualche istante di spinta decisa sui pedali Nelle prove ho sempre usato il soft-start per le ripartenze (cerco sempre la condizione di minimo sforzo che la bipa può garantirci)
Sul cavalcavia al 4%, sale a 22.2km/h con il solo peso della gamba applicato ai pedali La ripartenza può avvenire senza nemmeno mettere i piedi sui pedali
Wayel E-Bit H - cavalcavia 4 %
Anche sul 10% si può salire con il solo peso della gamba applicato ai pedali,e si marcia a 12.6km/h Anche qui la ripartenza può avvenire senza nemmeno mettere i piedi sui pedali Come ho già detto più sopra, la pedalata prevale sul soft-start perciò non occorre sincronizzare il rilascio del suo pulsante di attivazione al momento giusto: basta pedalare e rilasciare il pulsantino quando si sente di aver preso velocità
Wayel E-Bit H - salita 10 %
Abbiamo già visto, al paragrafo “soft-start” , come si possa salire sul 12% a 5.5 km/h senza nemmeno pedalare (ma i wattora scorrono come un fiume in piena)
Siamo ora al 13.5% ; anche qui si sale senza esercitare sforzo sui pedali e a 10.8km/h: da fare invidia ai ciclisti con le BCD Per ripartire questa volta bisogna mettere i piedi sui pedali, ma basta il peso della gamba Come si può sentire, il simpatico sibilo del motore non sale di tono nemmeno sotto sforzo
Wayel E-Bit H - salita al 13.5 %
Adesso cominciamo ad andare sul difficile : 17% Per ripartire occorre mettere sui pedali 17kg che è ancora davvero poco; poi, per proseguire sulla salita, sono necessari 15 kg di spinta dalle nostre gambe; sono giusto i 70W che utilizzo nelle prove di autonomia perciò se la salita si prolunga è solo questione di batteria e non di sforzo muscolare Si sale a 8.8 km/h Ma qui segnalo che iniziano i problemi di slittamento della ruota motrice in partenza
Wayel E-Bit H - salita al 17%
(certo che dare la birra ad un ciclista muscolare mentre la ruota sgomma è un infantilismo …. ma è divertente)
Come faccio sempre quando il modello in prova dimostra di sapersi arrampicare bene, ho portato la E-Bit H sulla difficile pendenza del 20% Per partire occorrono 35 chili applicati sui pedali: in realtà bisogna prolungare un pò questo ancora ben tollerabile sforzo per evitare che la gomma anteriore slitti a lungo Poi per salire, a 5.7 km/h, occorrono 25 chili: il respiro comincia a diventare più veloce soprattutto perché la frequesnza di pedalata scende a valori di basso rendimento (30ped/min); siamo arrivati al limite per questa “bipetta” che non è certo progettata per scalare le Alpi …. ma che lo Stelvio lo affronterebbe senza complessi di inferiorità
Wayel E-Bit H - salita al 20%
Ed eccoci alla ormai famosa rampa al 27% Il motore sarebbe in grado di portarci in cima anche partendo dal tratto al 10% (che equivale a partire in diagonale sul 27% e poi salire dritti) invece si perde la trazione per lo slittamento della ruota Ma questa pendenza ho dovuto andarla a cercare col lanternino e, su strade asfaltate, è veramente raro incontrarla
Wayel E-Bit H - rampa al 27%
Se si vive in una città con salite anche ripide, la E-Bit H ci porta in cima senza farci nemmeno accaldare
CAMMINATA ASSISTITA
Si può attivare la funzione di “camminata assistita” (o “walk”) tramite il pulsante sul cruscotto (è il soft-start ma usato a piedi) L’attivazione avviene dopo meno di un secondo dalla pressione del pulsante e cessa immediatamente al rilascio dello stesso
In piano ci porta a camminare di buon passo : circa 7.5km/h (un po’ più dei 6km/h previsti dal codice della strada) Questa funzione fa esprimere al motore una elevata potenza che le consente di superare bene anche i cordoli; in salita ci aiuta “tirandoci”; ma se la pendenza diventa elevata, la ruota anteriore inizia inesorabilmente a slittare
Wayel E-Bit H - camminata assistita
VELOCITA’ e AUTONOMIA
Ho eseguito due prove di autonomia sul consueto percorso urbano-extraurbano con qualche cavalcavia ma senza salite significative e aggiungendo come sempre circa 70 W muscolari Ricordo che la batteria è da 10.4Ah 375Wh
Ho fatto la prima prova con il livello 2 di assistenza (cioè quello intermedio) La velocità tipica è stata di 21 km/h in 3.a marcia, perciò una velocità tranquilla ma adatta a spostamenti sulle ciclabili o nel traffico intenso; ed è la velocità forse più adatta ad una bipa pieghevole Dopo 58 chilometri sono passato al livello 3 per compensare la diminuzione di velocità dovuta allo scaricarsi della batteria Ho ottenuto una percorrenza utile di 75 km e poi ho potuto proseguire per un chilometro a prestazioni via via calanti Avendo eseguito la prova con una temperatura ambiente di 18°C, correggo i valori riportandoli a 20°C: 77 km utili e 78 km totali: veramente ottimo risultato Questi valori corrispondono ad un consumo di 4.79 Wh/km che è un valore molto contenuto di consumo
Per la seconda prova ho selezionato il livello 3 di assistenza, quello massimo La velocità tipica è salita a 24km/h e ho viaggiato anche qui in 3.a con una cadenza di pedalata di 68 ped/min Il risultato è stato di 49.1 km utili e poi ho potuto percorrere ancora molti chilometri – 57.7 totali – a prestazioni ridotte, ma comunque ancora sopra ai 20km/h: diciamo “in riserva” La prova è stata fatta a 23°C perciò riportando a 20°C calcolo 47.5 km utili e 56 totali ; valori assai interessanti Il consumo risulta di 5.38 Wh/km, di nuovo un interessante risultato
Anche il commuting a più largo raggio e le gite fuoriporta sono perciò alla sua portata
Viste le elevate percorrenze ottenibili, per chi non ha percorsi così lunghi, può essere presa in considerazione la batteria di taglia inferiore (8Ah) che è più leggera … in peso e in euro (le autonomie ottenibili con questa batteria più piccola sono il 25% in meno)
MARCIA IN COPPIA
La marcia in coppia non è molto agevole per i soli tre livelli di assistenza e per la modulazione che in pratica è inavvertibile; occorre perciò modulare la spinta sui pedali per adeguarsi alla velocità del nostro compagno (o compagna) di viaggio
MARCIA SU FONDI STERRATI
Sugli sterrati leggeri si comporta molto bene: è guidabile ed agile; i freni non arrivano precocemente al bloccaggio dell’anteriore; al posteriore la ruota si blocca con più facilità ma senza provocare intraversamenti Si trova facilmente il giusto valore di assistenza perché i livelli sono spaziati correttamente Come già detto, i pneumatici assorbono bene e l’ammo della sella lavora correttamente: se si incontra uno sterrato in buone condizioni si viaggia comodamente Ovviamente le ruote di piccolo diametro impediscono di affrontare fondi molto dissestati
TRASPORTO IN AUTO E IN TRENO
Questo è il punto di forza delle pieghevoli e in questo caso … la forza è molta !
Le dimensioni da piegata sono molto contenute: nel bagagliaio della mia Clio III, si trasporta in verticale (togliendo il ripiano “cappelliera”) e ne occupa meno della metà
Ci sta comodamente anche sui sedili posteriori, trattenuta da una delle cinture di sicurezza (e con la cinghia dentata non sporca)
La E-Bit H è adattissima al trasporto in camper, all’interno dell’abitacolo dove non fa perdere spazio prezioso
Per il trasporto sui mezzi pubblici (bus e metropolitane) è molto interessante il peso di meno di 18chili (con la batteria installata) che la rende trasportabile anche se non per lunghe camminate E il punto di presa è comodo e di dimensione generosa [per la cronaca, senza batteria pesa 15.4kg]
La trasportabilità in treno è molto comoda e non richiede ne supplemento al biglietto ne la presenza di scompartimenti appositi : viene considerata come un normale bagaglio Con le ultime disposizioni regolamentarie non è più nemmeno necessario riporla in una sacca, facilitando ulteriormente le manovre di carico e scarico sul vagone
Qui l’ho trasportata sui regionali nel corridoio di fianco al mio sedile Nel corridoio c’erano allineati altri grossi trolley, più ingombranti della bipetta
E qui ero seduto sui sedili a scomparsa nella piattaforma davanti alle porte del vagone; avevo solo abbassato il manubrio e la sella, senza ripiegare il telaio, per consentire ad una mamma di mettere parallelo alla bipa (e cioè sotto di me) il passeggino del suo bimbo
In entrambi i casi il personale delle ferrovie non ha mosso alcuna obiezione
Negli ascensori delle ferrovie occupa praticamente lo spazio di una valigia; e se l’ascensore è affollato non ci sono pericoli di macchie di unto sui nostri pantalone o di quelli dei nostri vicini (in virtù della cinghia di trasmissione al posto della catena)
A volte nelle stazioni gli ascensori non ci sono, perciò è importante, nell’uso pendolare, considerare un eventuale trasporto su scala; e comunque si devono fare i gradini per accedere al mezzo Il sollevamento e il trasporto su scala avviene assai agevolmente : il punto di presa è molto comodo, sulla trave orizzontale del telaio E la bipa risulta molto equilibrata quando la si solleva; poi, con la sua lunghezza assai contenuta, si movimenta con molta facilità
Wayel E-Bit H - trasporto su scala
Se si deve condurla a mano o portarla su scale, è molto comodo piegare il pedale così non ci si picchia dentro con la gamba Come sempre, consiglio di tenerla aperta il più possibile e piegarla solo quando davvero serve, così si può movimentare molto agevolmente sulle sue ruote Se non c’è molta gente, quasi consiglio di salire in treno con la bipa aperta e piegarla poi nella piattaforma (ma attenti ai Capotreno pignoli)
PEDALABILITA’ AD ASSISTENZA DISINSERITA – SCORREVOLEZZA
La scorrevolezza della ruota motorizzata risulta buona: il motore è dotato di ruota libera e non oppone significativa resistenza (nemmeno in retromarcia)
Wayel E-Bit H - scorrevolezza ruote
La prova dinamometrica su strada a 18km/h senza assistenza elettrica, indica una richiesta di energia muscolare di 123W: credo che la trasmisisone a cinghia qui mostri i suoi limiti, rendendo la pedalata solo muscolare un pelo faticosa
Senza assistenza si viaggia in seconda e, in caso di salita, la prima marcia corta consente di percorrerla senza eccessive difficoltà
Ecco la E-Bit H senza batteria
IMPIANTO LUCI
L’esemplare che mi è stato dato per il test era erroneamente sprovvisto del fanale anteriore Quello montato di serie è un fanale a led alimentato a pile, appena sufficiente a rischiarare la strada ma ottimo per essere visti Per chi è intenzionato ad usare la E-Bit H con scarsa luce, consiglio un upgrade ad un fanale più perfomante
La luce posteriore è invece buona, con la sua raggiera di sette led rossi
E’ ben visibile con un ampio angolo E’ dotata di luce fissa e lampeggiante (che non sarebbe a norma ma che io preferisco di gran lunga) Come si vede, è integrata nella sella perciò in posizione alta che non viene ostacolata da eventuali portapacchi Il risvolto della medaglia è che se si indossano giacche lunghe (e non ci si siede sui loro lembi) si va facilmente a coprire i led L’alimentazione avviene tramite due pile (anche ricaricabili) tipo AAA; la loro sostituzione è facile perché c’è uno sportellino apribile senza attrezzi nella faccia inferiore Se proprio facciamo fatica a rimanere piegati per il cambio pile, si può facilissimamente estrarre il cannotto sella e operare molto più comodamente (al blocco-sblocco del cannotto siamo abituati dalle fasi di piegatura)
ANTIFURTO
La E-Bit H non è dotata di antifurti di serie Ha soltanto la chiave per bloccare la batteria
Sul telaio è bulinato il numero di matricola, per l’identificazione in caso di furto
Lo ripeto come al solito: le bipa pieghevoli hanno un “antifurto intrinseco” nella possibilità di portarsele in casa o in ufficio, piegate in qualche ripostiglio
ACCESSORI Viene fornita di serie con una borsa a rotelle per poterla riporre piegata (utile per la spedizione in aereo – ma attenti che possa viaggiare la batteria – o per il trasporto con altri bagagli)
Sono applicabili i normali accessori per bici pieghevoli
CERTIFICAZIONI, GARANZIA E PREZZI
La E-Bit H è certificata per le vigenti normative: EN 14764 (bici da turismo) EN15194 (EPAC) e soddisfa la EMC (compatibilità elettromagnetica)
La garanzia è di 2 anni, estendibile a 5 Sulla batteria la garanzia è per 6 mesi a valore pieno e poi a scalare, estendibile fino a 5 anni
Il prezzo di listino è 1539 € al momento della prova e con la batteria da 10.4Ah 375Wh La batteria costa 380€ e quella da 290Wh costa 290€ Rimando alla sezione “prezzi ufficiali” per i valori aggiornati
CONSIDERAZIONI SULL’UTILIZZO
Veramente ottima in un uso “multimodale” cioè auto o camper o treno + bipa Adatta anche al trasporto su bus e metro, ma le sue dimensioni sono un po’ al limite
Ottima per gli spostamenti urbani anche se non molto brevi: si può utilmente caricarla in macchina e usarla dal parcheggio, anche periferico, alla meta Non adatta al trasporto di bimbi perché è difficoltoso reperire un seggiolino adattabile al telaio (la presenza della batteria impedisce di fissarlo come si fa spesso al portapacchi) In più il bimbo si troverebbe in basso, nella zona di aria più inquinata
Ben utilizzabile nelle gite fuoriporta anche in presenza di salite impegnative La sua autonomia consente di fare anche percorsi lunghi
Il suo utilizzo è allenante perché spingendo di più sui pedali si ottiene un gratificante aumento della velocità e non si arriva mai a “frullare” troppo velocemente con i pedali Perciò la può usare con soddisfazione anche chi si vuole muovere sportivamente (facendo invidia ai muscolari che ci vedono sfrecciare con una bicina dalle ruote piccole)
Non fa soffrire sugli sterrati leggeri Per il fuoristrada impegnativo è consigliabile passare ad altri modelli, con ruote più grandi
Ottima per farla entrare negli ascensori e portarla in casa o in ufficio evitando così alla radice il problema dei furti
NOTA
Tutti i dati sono ottenuti col mio peso a bordo: 75kg vestito e con gli accessori tipo navigatore satellitare e fotocamera
18 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti)
pixbuster
Inserito il - 24/09/2016 : 22:00:59 Filippodei, hai inserito lo stesso post in due discussioni diverse: si chiama "cross-posting" e genera molta confusione perchè poi le risposte arrivano sparpagliate nelle due discussioni
Inserito il - 24/09/2016 : 11:28:08 Ciao a tutti. Sto pensando di comprarmi un altra ebike con ruote grandi, in confronto alla mia ebit h. Vorrei tenere sempre la ebit troppo comoda per la sua portabilità a giro in auto ma prendere un altra bici per quando voglio maggiore comfort e pedalata diciamo. Cerco di usare la medesima batteria della Ebit, con aggancio frog (credo si chiami cosi no?) in modo da ottimizzare le spese e avere la medesima batteria da spostare da una bici all'altra. Avete qualche cosa da consigliarmi extra wayel che usi la medesima tipologia di aggancio batteria? oppure devo secondo voi rimanere per forza in casa Wayel? grazie molte
filippodei
Inserito il - 28/08/2016 : 12:17:43 Si infatti con il conta km base di decathlon da 7 euro funziona alla grande. Il filo è sempre il filo. Una domanda ancora : mi sta iniziando a diventare troppo corta la 3 marcia. Potrei pensare a cambiare il cambio mozzo 3 con uno a 5? O sarebbe un operazione troppo costosa e difficile? Grazie
digitalfranz
Inserito il - 07/07/2016 : 13:50:56 Ciao a tutti, Anche io ho acquistato di recente la Ebit-H, confermo che il contachilometri deve essere con il filo (ho montato il Sigma BC12.12), altrimenti con le interferenze il wireless non va (scoperto già 10 anni fa con la Frisbee Euro 7 che peraltro ha il motore sulla ruota posteriore).
pixbuster
Inserito il - 21/06/2016 : 21:02:20 Ops mi era sfuggito il tuo intervento !
Il tuo ciclocomputer è senza fili: facile che ci siano interferenze; le abbiamo riscontrate in molti su moti tipi di bipa Prova a spostarlo sul posteriore come dici, ma non è sicuro che migliori perchè facilmente è la "ricevente" sul manubrio che sente le interferenze
L'esperienza di molti qui sul Forum dice di utilizzare quelli col filo
filippodei
Inserito il - 17/06/2016 : 22:19:05 Ciao. Mi sono appena preso il conputerino della sigma. Il 1212 sts da decathlon. Solo che non riesco a farlo funzionare. Mi sta venendo il dubbio che il motore anteriore possa interferire in qualche maniera con il magnete wireless. Nessuno di voi ha esperienza im merito? Grazie mille. Se cosi fosse potrei secondo voi metterlo alla ruota posteriore?
baldiniantonio
Inserito il - 17/05/2016 : 19:39:43 complimenti per la scelta... avevo conosciuto un generoso senese che si disfò dell'enjoy perchè inadatta a siena e me la donò!
filippodei
Inserito il - 17/05/2016 : 09:17:46 Confermo il poco "riparo" del parafango posteriore. spero in un upgrade. Comunque l'ho portapaccata con l'accessorio originale Wayel (uguale a tanti alti comunque del genere) dal costo non assassino, circa 30 euro. Utile direi. Quasi quasi due borsettine morbide potrebbero essere azzeccate. Fatti una 30ina di km ieri per Siena tra casa lavoro e giri di prova nel poco tempo libero. Nelle salite si comporta proprio bene. Una sorta di arrampicatrice. Per me che vengo da...una scrivani con computer / divano è una sorta di medaglia d'argento alle olimpiadi!
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pixbuster
Inserito il - 16/05/2016 : 19:22:20 Complimenti anche da parte mia
Se ne avrai voglia, tienici informati
luc_maz48
Inserito il - 16/05/2016 : 11:28:11 Complimenti!
filippodei
Inserito il - 16/05/2016 : 09:50:21 Dopo aver letto e riletto le vostre prove, mi sono comprato la Ebit H. Sono andato allo store wayel di Firenze con l'idea di provare e prendermi una Trilogia Poderosa ma appena detto che abitando a Siena avevo diverse salite, il responsabile dello store mi ha detto di provare prima la pieghevole Ebit H. Non avevo mai pensato ad una pieghevole. Comunque dopo averla provata insieme alla suddetta Trilogia Poderosa e anche ad una Mountain Bike Hienergy....sono rimasto folgorato: agilissima e scattante. in confronto alle altre due sembrava avesse il turbo. Non contento e sicuro del tutto ho preso del tempo per rifletterci. poi mi hanno dato anche la possibilità di prenderla in prova per un giorno. quindi caricata in auto e portata per le colline di San Casciano Val di pesa. Mi sono spostato per una trentina di km in su e in giu e ormai avevo capito che era lei...quella adatta. L'ho presa giovedi scorso e per ora posso soli dire che mi piace sempre di +. Credo che sia una sorta di droga il fatto di andare a lavoro senza auto, in silenzio e finalmente anche un po di sano movimento. Grazie a tutti!
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dibi
Inserito il - 15/11/2015 : 18:03:17 Grazie mille. Come al solito uno splendido lavoro ed un'altra pietra miliare per tutti quelli interessati ad acquistare una bipa pieghevole. Quando avrai finito questo giro di test sulle pieghevoli potresti fare, sulla base degli elementi e delle impressioni raccolte, una sorta sorta di comparativa che evidenzi, sinteticamente, caratteristiche, pregi e difetti di tutte le pieghevoli testate. Sarebbe uno strumento utilissimo.
Legione
Inserito il - 15/11/2015 : 09:59:03 Grazie Pix per il test! A me le bici con gomme sotto i 20" non piacciono Ma il tuo lavoro è sempre al top e leggerti è sempre idilliaco Aspetto il prossimo test.
lyndon
Inserito il - 15/11/2015 : 09:46:01 Grazie pixbuster! Queste prove sono, come sempre, un'inesauribile fonte di preziose informazioni.
paolorighetti
Inserito il - 15/11/2015 : 00:32:45 bravo Leo! Anche se capisco che la prova, che so.. di una bipa motorizzata Impulse Evo, ad esempio, susciterebbe ben altro interesse! Grazie ancora, Pix!
leonardix
Inserito il - 14/11/2015 : 08:50:03 Certo che sì, che lo hanno letto, e con attenzione il grande pix lo sa bene...
Certo è che quando uno si fa un "mazzo tanto" per un test, una recensione, ma anche un report o quant'altro, due righe per dire "grazie" o "che cavolo hai scritto?" ci starebbero bene... e ultimamente spesso riscontro molti "lettori" ma pochi per quanto selezionati "scrittori"
E per questo e non solo che dico nuovamente grazie all'ottimo pix, per quanto riguarda 'sta bipa mi voglio rilegere il test, sicuramente una evoluzione rispetto a quella da 16" ma mi pare un misto fra eccellenze e punti deboli... insomma non male, ma non certo la pieghevole definitiva!
pixbuster
Inserito il - 13/11/2015 : 23:36:38 ahahhah non suscita commenti, ma vedo che già più di 250 hanno letto il test
paolorighetti
Inserito il - 13/11/2015 : 22:39:38 Grazie Pix, come sempre esauriente e impeccabile! Com'è che 'sta Bipa non suscita interesse? Eppure è carina..
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