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 (Forse OT) Racconto in viaggio dalle Alpi al mare

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
OSCAR95 Inserito il - 16/02/2024 : 00:08:44
Ho aperto il topic con la dicitura "Forse OT", perché non sapevo se fosse in tema con il forum parlare di un'avventura che ho fatto con la bici muscolare.

Quindi premettendo il fuori tema, vi narro di quella che è stata una delle esperienze più belle e uniche della mia vita, dove con la mia bici che affianca la Bipa, una Scott Scale 980, sono partito per unire il piccolo comune di montagna in cui vivo in provincia di Como, al mare della Liguria di Genova.

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Premessa di un'avventura

Non sono nuovo al ciclo viaggiare, ma le mie esperienze anche dei tempi più remoti, per quanto possano essere tali nel cammino di vita di un ragazzo di soli 29 anni, erano sempre state piuttosto circoscritte a mete non eccessivamente lontane. Avevo sempre lasciato in un angolo recondito del cassetto delle volontà e dei desideri, quella di unire le mie care Alpi (Prealpi per l'esattezza) al mare in un unico viaggio, da affrontare con le mie sole forze. Escluso per questioni di tempo un lungo cammino, pratica quella dei lunghi cammini in giornata e non, in cui negli ultimi anni ci ho preso un gran gusto a fare, la disponibilità di avere quattro giorno liberi consecutivi dal lavoro, è stata così la giusta occasione per coronare questa mia volontà: prendere su la bicicletta muscolare, e partire alla volta di Genova da casa mia, dalla soglia della mia porta, al porto di Genova.

La scelta della bici. Perché non in Bipa?

Nel 2012/13 una Bottecchia Be2 Lady che diverrà oltremodo nota a questo forum, fu la mia bicicletta da viaggi e viaggetti in giornata. Ci viaggiai tanto, definendo il me ciclo viaggiatore di quegli eroici anni. Nel tempo successivo ho riscoperto la bici muscolare nel suo insieme, specialmente nel periodo che ho preso di pausa dal mondo Bipesco, e così nel 2020 e 2021 avevo fatto alcune belle esperienze di cicloturismo restando sempre nell'arco dei due giorni come tempo.
Ora che si presentava l'occasione per fare questa esperienza unica nel suo genere del raggiungere Genova, ho deciso di scegliere la bici muscolare che ho in casa la mia cara Scott Scale. Nonostante il telaio eccessivamente grande per me (è una XXL), e qualche scomodità in sella, non sapevo come avrebbe reagito il mio corpo a permanere per qualche giorno in sella alla bici con delle proporzioni non proprio ottimali al mio corpo, ma ho comunque deciso di correre il rischio, un pò per imprudenza, un pò per sfida. Nei giorni che hanno preceduto la partenza, ho quindi guardato spesso la mia cara Bipa e la Scott affiancate, pensavo ai vantaggi e svantaggi che ognuna delle due avrebbe avuto per me, ma poi ho scelto di restare sulla muscolare, perché volevo che fosse a tutti gli effetti, una sfida contro le mie paure più recondite. Difatti il viaggio diventava mezzo per un autentico uscire dalla confort zone, uno sfidare i miei limiti, e quale bici interpretava meglio questi aspetti se non la cara muscolare.
Così la decisione è stata presa, l'avventura si farà in muscolare, che avevo nel frattempo già da qualche mese, accessoriato con un robusto porta pacchi posteriore.

Itinerario progettato

Decido così di progettare il seguente itinerario, tenuto conto della comodità dell'appoggio di casa di mio papà nella bassa provincia di Como. Ovviamente questo itinerario ha poi avuto alcune deviazioni che hanno fatto crescere il chilometraggio complessivo. Niente di che, le avventure dopotutto sono belle perché non sono così programmabili meticolosamente.

Ecco le tappe:

ANDATA

1) Domenica 11/2/2024: Alta Valle Intelvi (casa mia)- Lurate Caccivio (Casa di mio papà, provincia di Como), 34km via Svizzera e Valico di Valmara
2) Lunedì 12/2/2024: Lurate Caccivio (CO)- Pavia periferia,
89km complessivi
3) Martedì 13/2/2024: Pavia periferia, Genova, 130km, chilometraggio che risulterà incrementato in seguito a varie peripezie che mi porteranno ad allungare diversi km il percorso.

RITORNO
1) Martedì 13/2/2024
Treno IC da Genova Piazza Principe a Milano Centrale con cambio treno per proseguire fino a Como Camerlata.
Segue tappa in bici alla sera tardi, dalla Stazione di Como Camerlata a casa di mio papà a Lurate Caccivio, di circa 10km al ritorno.
2) Mercoledì 14/2/2024: Lurate Caccivio-casa mia ad Alta Valle Intelvi, circa 34km con 600m d+ salendo dal difficile valico di Valmara via Svizzera.

Set Up della bici

la bici era settata in maniera molto semplice, ma non troppo.
Elenco qui l'equipaggiamento:
Borsa manubrio
Borse laterali con borsa zaino a completare il trittico
Portapacchi

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poco prima di partire, decido di collaudare il tutto in una pedalata nei prati attorno a casa. Tutto sembra reggere, ma la domanda è, reggerà per 300km? Ai posteri l'ardua sentenza

IL VIAGGIO, INIZIA L'AVVENTURA

E così arriva il pomeriggio di domenica 11/2/2024 e si parte, con mille aspettative, ansie e preoccupazioni. E qui vi dico una cosa: fino all'ultimo, non mi sarei mai creduto capace di raggiungere proprio Genova, ma nel mio approcciare la vita con serenità e gioia, ho pensato che se anche solo fossi arrivato a Pavia, oppure a Tortona alle porte degli appennini, mi sarei ugualmente ritenuto soddisfatto per quanto avevo fatto fin lì. Si trattava di 300km circa, con tutto il dislivello dell'appennino da valicare, oltre alla lunga salita per tornare a casa. Non sapevo proprio come sarebbe andata, se la bici avrebbe retto, se io ce l'avrei fatta, niente di tutto questo mi dava certezze. Ma volevo dimostrare a me stesso, che se avessi voluto, sarei stato capace di grandi cose.

Salgo in bici e saluto la mia casa, con l'augurio di tornare dopo quattro giorni vittorioso da questa impresa. Mentre pedalo per raggiungere casa di un mio caro amico e dare il via ufficiale al viaggio, i pensieri mi affollano la mente, ma pedalata dopo pedalata li metto in riga. Non so se ce la farò, non so se riuscirò, non so come andrà a finire, ma una cosa è certa: per anni ho dato retta al demone interiore che si nutre delle mie incertezze e paure, e così facendo mi sono precluso le migliori esperienze della mia vita. Nessuno mi garantirà di farcela, e che andrà tutto bene, ma allo stesso tempo, niente mi darà la garanzia che tutto andrà male. Devo solo viverla questa avventura, e poi sarà quel che sarà. "Hohibò ho dimenticato la sacca del cibo!", questo concretissimo pensiero mi sovviene di colpo, e così dopo 2km di salita, torno indietro a casa a prendere la sacca dimenticata, e mi rifaccio i km in salita, un inizio di buon auspicio insomma, meno male che almeno la testa è attaccata alle spalle. Almeno credo...
Saluto il mio amico, ci facciamo i migliori auguri e via, musica sulla cassa Bluethoot, e parto. Supero il viale alberato che conduce in Svizzera, saluto i tigli. Mi fermo, mi commuovo e piango. Piango di gioia, piango di paura, ma nulla frena la mia voglia di avventura.









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Supero il primo ostacolo, la discesa al 18% che dal valico di Valmara in Svizzera, conduce al lago di Lugano. Con prudenza scendo, ma i freni Shimano idraulici della bici tengono duro, e così arrivo incolume a Melano Maroggia, sulle rive del Lago di Lugano. A Capolago Riva San Vitale saluto le acque dolci, per un paio di centinaia di km, salvo qualche laghetto e corso d'acqua, non vedrò più acque dolci.


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Dopo alcune bellissime ciclabili che mi portano in poco tempo a Mendrisio, arrivo al valico di Bizzarrone dopo una lunga salita non troppo impegnativa, e dopo la statale Lomazzo-Bizzarrone, arrivo a Lurate Caccivio da mio papà. 34km segnano questa tappetta, tutto sommato molto tranquilla.



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La sera ceniamo assieme, e parlo a papà della mia volontà di voler raggiungere Genova in bici. Lui rimane stupito, ma crede in me, bè dopotutto i papà bravi credono sempre nelle potenzialità dei propri figli, lui dice che ce la farò. Io ci credo ancora poco, ma voglio tentarci. Dopo una bella cena ristoratrice, ci corichiamo, e la mattina lui si alza per andare al lavoro, e mi lascia di fianco a una nutrita colazione, questo biglietto. (Karyn è il modo in cui mi chiama da sempre, deriva da Oscar, che al vezzeggiativo osCARINO che diventa CARIN, quindi Karyn)



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Voglio un mondo di bene a papà, e la sera precedente non potevo fare a meno di notare una mal celata preoccupazione in lui sapendomi via questi due giorni su strade nuove, talvolta piene di insidie. Non lo deluderò, avrò con me la mia solita prudenza massima e terrò le lucette sempre accese, all'occorrenza affiancate dal mio jilet catarifrangente.

Parto così da Lurate Caccivio, direzione Pavia periferia. Per la navigazione avevo deciso di affidarmi a Google Maps nella modalità bici, ma capirò con i km che si rivelerà una scelta infelice.
Il perché? Lascio a voi, pochi km fuori da Lurate e mi ritrovo su strade difficili da chiamare tali, per farmi saltare le provinciali mi manda dentro boschi e sentieri che a volte diventano tracce appena visibili. Il tutto condito da fango, rocce insidiose e spini. Meno male che viaggio in MTB, ma con le valige è una sfida fare off road così impegnativo.


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Comunque alla fine riesco a uscire indenne da quell'inferno di fango, e per qualche decina di km, seguo un insieme di percorsi che mi portano ad allontanarmi sempre di più a sud. Arrivo nell'interland Milanese, attraverso su ciclabili e bike lane le zone di Saronno, Rho, Pero e via discorrendo. Resto davvero colpito di come nell'arco della giornata il paesaggio cambi, passando dai boschi di castagno della mattina, a palazzoni e interi quartieri di cemento. Alberi e rami si trasformano in semafori e cartelli, ma penso che questo sia il bello di un viaggio in bici. Tutto cambia, e con la filosofia del lento andare, te ne accorgi meglio che con qualsiasi altro veicolo. Ora i pensieri nella mia mente si sono calmati, sono nel pieno dell'avventura, Pavia si avvicina sempre di più. Sono felice? Da morire, anche se qualche paura rimane sempre. Ma come diceva Re Robert nel Trono di Spade, "è la paura che ci tiene in vita!", ed io non mi sono mai sentito più vivo di così.


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Una delle prime soste in un quartiere che non ricordo, fuori Milano


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La bici è lercia, a dir poco zozza. Paga il prezzo di aver attraversato le peggio tracce di fango nella mattina, ed io mi pento di non averle montato un paio di parafanghi. Dalle parti di Rho attraverso anche un sottopasso tutto allagato, con l'acqua che mi arrivava alle pedivelle. Penso che almeno così la bici si lavava un pò, ed invece l'acqua lercia l'aveva solo sporcata ulteriormente.
Dopo tanti km, raggiungo il naviglio Pavese, e lungo l'alzaia, arrivo a Pavia.


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Qui pranzo e seguo l'intero naviglio pavese, fino alle opere idrauliche che lo introducono all'immissione nel fiume Ticino.



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Pavia è raggiunta così in una mezza giornata, con il GPS che segna 89km dalla partenza. Decido di godermi le rive del lungo Ticino, ricordandomi di quando nel 2021 soggiornai durante un viaggio in auto con un mio caro amico, a Borgo Ticino. Dopo un pò raggiungo l'ostello nel quartiere periferico, lego la bici nel vialetto interno del suddetto luogo, e mi sistemo tutto. Sul far della sera decido di fare due passi verso Pavia centro, a recarmi a fare qualche piccola scorta per il giorno dopo. Qui ammetto di essere un pò confuso, perché sentivo tutti gli 89km del viaggio di andata da quella mattina, ed ero indeciso sulla riuscita dell'arrivo a Genova l'indomani. Mi aspettavano più di 120km (saranno 130km gli effettivi), gli appennini da valicare, tanta strada ignota da fare. Pensai che se mi fosse andata bene fino a Pavia, ora di Genova poteva capitarmi di tutto. Ma poi pensai, che stavo dando retta al demone interiore che si nutre delle mie paure. Così l'ho messo al confino quel demone, e mi son detto che io potevo farcela, ci avrei provato a costo di qualsiasi cosa, e se avessi fallito, avrei portato con me la soddisfazione di averci provato a raggiungere il mare. Un motivatore su Youtube americano, dice che non bisogna lasciare che i propri sogni restino tali, "JUST DO IT!"

Ceno da solo nella sala comune dell'ostello, e vado a letto. In camera conosco il signor Roberto, omone tatuato che russa producendo il rumore di un treno merci che percorre binari usurati. Poco male, almeno ci teniamo compagnia nei rumori del sonno.

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Martedì 13/2/2024, un giorno che passerà alla storia nel mio cammino di vita.
Ore 6:45 sono in sella, nel terrificante tempo invernale della pianura padana. Nebbia, freddo e umidità. Ma non demordo, punto la ruota anteriore della bici a sud, qualche dolorino del giorno prima si fa sentire, ma parto. Ho un obiettivo in mente, desidero farcela. Appennini non vi temo!



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Decido di pedalare il più possibile prima di qualsiasi sosta. Supero il Ticino tramite il ponte coperto di Pavia, e subito Google Maps mi porta per una ciclabile, poi mi manda per campi. Che vizio che ha, gli piacciono proprio i campi con le stradine inesistenti! Pedalo così per un tempo indefinito, lungo un'alzaia che sembra infinita. Piena di buche, al freddo, nella nebbia, nel nulla. Qui mentre pedalo, penso a quanto sia insopportabile quel clima. Il demone interiore torna prepotente, si insinua a comandare i miei pensieri. Sono nel bel mezzo del nulla, tutte quelle buche nascondono insidie, le sollecitazioni sono tali, che con tutto quel peso dietro potrebbe succedere di tutto, come rompersi un raggio o squarciare il copertone dietro, oppure cedere di schianto il già fin troppo carico portapacchi posteriore. Dopotutto è un porta pacchi cinese preso su Amazon, cosa vuoi che duri in una simile situazione? Mica è un Thule da 300Euro. Eppure non gliela do vinta, e mi concentro così. Il gelo mi penetra con il favore dell'umidità nelle ossa, tutto sembra volermi far desistere. "Torna indietro a Pavia e prendi il primo treno per Milano, non puoi continuare in queste condizioni..."

Ma io non mi arrendo.

Così inizio a canticchiare tra me e me, mi do forza, mi dico che ce la posso fare, che questo è il viaggio. Un turbinio di emozioni, un insieme di percezioni, nel bene o nel male. Io affronto le insidie di questo viaggio, come le insidie del cammino di vita. Io sono consapevole, parola dell'anno per me, che questa strada insidiosa finirà, e il sole sorgerà e si farà spazio tra questa nebbia. Che i dolori da postura, il dolore al ginocchio destro sempre più crescente, sono solo parte delle difficoltà che ho incontrato, ma c'è una gioia e una soddisfazione più grande, immensa, che mi aspetta se persevero. Ed io non voglio perderla. Io sono forte e capace di grandi cose.

Così trascorrono le prime ore di questa difficile pedalata.


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Supero l'oltrepo Pavese, e tramite un trafficato ponte, supero anche il Po, il fiume più lungo d'Italia. Il tempo terribile non frena il mio entusiasmo, mi dico "Sono oltre il Po, cavolo che gioia!". E così mi emoziono per un trafficato ponte, che gente strana i viaggiatori... Eppure non mi sono mai sentito così vivo. Pieno di umidità, infreddolito, dolorante. Masochismo? Nah, voglia di emozioni uniche.

Superati alcuni paesini, il sole fa capolino, e scaccia la nebbia, mi ritrovo così su stradine di ghiaia, strade vicinali e per campi. Ma è meraviglioso, mi sento ristorato da quel caldo, sto benissimo. Le fatiche della mattina vengono così premiate da un paesaggio meraviglioso.



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Supero così Voghera e Tortona, dopo qualche disavventura per colpa di Maps che mi manda in due proprietà private, dalla cui seconda sarò cacciato via malamente a urla e gestacci, benché non lasciassi intendere alcuna nociva intenzione. Inizio a vedere gli appennini, e qui inizio a capire che il gioco si fa duro. Ormai è mezzogiorno, il navigatore segna meno di 60km mancanti. Sento la meta vicina, ma so che ho davanti gli appennini, mia grande incognita. Ad Arquata Scrivia mi fermo a fare due foto e a riflettere su quale decisione prendere.


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Qui ad Arquata ho l'ultima stazione ferroviaria. Se non me la sento, posso tornare indietro prendendo il primo regionale per Milano Centrale rinunciando a valicare gli appennini attraverso la SP160 del Passo della Bocchetta. Sono molto indeciso, il ginocchio destro non da tregua con fastidiose fitte, e la gamba sinistra si sobbarca tutto il carico di lavoro. Altri dolorini non sembrano esser molto fastidiosi, ma nel complesso son abbastanza provato. Ho 80km sulle gambe dalla mattina.

Sono proprio tentato, ma poi... No, sarà imprudente, peggiorerò gli acciacchi, ma io questa impresa desidero portarla a casa vittorioso.

Lascio così Arquata Scrivia, e la strada si impenna. Salgo per Gavi, poi seguo per Voltaggio. Cari Appennini, siete meravigliosi, ma anche traditori. Mi mettete una salita terrificante, e subito dopo una discesa riposante, ma poi subito una salita, a cui segue un'altra discesa. Almeno le vostre cugine Alpi sono più coerenti: se devi salire sali e basta fino al culmine. Inizio così a salire e scendere, nelle salite stringo i denti, nelle discese rido e imito la voce del Gabibbo, grande illustre personaggio Ligure, dicendo frasi come "Belandi! Sto arrivando gente! Il besugo più besugo che c'è è qui tra voi!". Eppure in tutto quello yo-yo di emozioni, il paesaggio ripaga. Sempre più bello.


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Dopo Voltaggio, ed un gran sali e scendi, raggiungo Molino, e la strada inizia a salire continuamente per il passo della Bocchetta. Qui inizio a sentire tutta la fatica. Ho più di 100km sulle gambe, sono stanco, distrutto, molto provato. La bici pesa, pesa di inesperienza con tre borsoni forse troppo carichi. Ma io non demordo, stringo le mani sul manubrio e vado avanti. Poi le forze si affievoliscono vinte dal mal di ginocchio, e vado spingendo la bici. E così alterno lo spingere a qualche pedalata. Son distrutto, KO.

Vorrei finirla qui e tornare indietro, la sommità di questo passo non arriva più...

Sono di nuovo solo, con le mie paure e ansie.
Il demone interiore si ciba di queste e si fa sempre più grosso.

Ma io, non gliela dò vinta. No mi spiace, sono arrivato fin qui, ora sono fermo a lato di una strada che sale lenta e inesorabile.
Ho consapevolmente scelto la bici come mezzo della mia rinascita interiore, io, Oscar Serino, capace di grandi cose, non la darò vinta ancora una volta al demone interiore.

Rinasco, riparto, vinco.

E così, motivandomi, ecco che... Con un doloroso crampo che mi trafigge la gamba sinistra, vinta dallo sforzo del trascinare la dolorante gamba destra...

Arrivo lì, dove solo osando, ho vinto





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Dopo due giorni, dopo tanti metri di dislivello (il GPS segnava 930 d+ complessivi dalla partenza a Pavia). Ero arrivato... in Liguria... in bicicletta. Da solo.

Vincitore.
Crollai dalla stanchezza, e anche la bici così adagiata in terra sembrava condividere con me l'esser esausti.

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E dopo 20km di discesa e di traffico insopportabile genovese... finalmente avevo raggiunto il mare.


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Non mi dilungherò oltre, dico solo che per me è stata una gioia immensa indescrivibile. Un viaggio tanto vissuto fisicamente, quanto interiormente, di conoscenza introspettiva e di tanta determinazione.
Ho pensato che avevo affrontato le mie paure più recondite per affrontare uno dei viaggi non tanto particolare per oggettiva concezione, quanto per quello che aveva rappresentato per me. Dalla porta di casa mia, al porto di Genova. Esperienza meravigliosa. E tutto questo perché, anche nei momenti di maggiore sconforto, ho creduto in me fino alla fine, e ce l'ho fatta.

La bici, si conferma ancora una volta, veicolo di rinascita.
E lo devo a me.

Il ritorno in treno, la successiva notte da mio papà che mi ha accolto con un calorosissimo abbraccio, sono state la degna conclusione di questa avventura. Devo solo capire cosa ha originato il fastidioso dolore al ginocchio destro, indagherò con il medico. La difficile salita per casa tramite il valico di Valmara, il giorno mercoledì 14, l'ho affrontata per lo più spingendo la bici, ma senza grosse difficoltà. A volte scendere e spingere non è una sconfitta, solo un modo di riconoscere i propri limiti serenamente.

Ancora una volta, ho sconfitto il demone interiore della paura, e mi sono aperto all'amare la vita.




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FINE


Abbiamo quaranta milioni di ragioni per fallire, ma non una sola scusa. (Rudyard Kipling)
25   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
chicc0zz0 Inserito il - 11/04/2024 : 17:03:28
vuoi ricellare? mi sembra una grande scelta
io tempo fa lo avevo alimentato con una batteria da 36V ma avevo qualche problemino a batteria completamente carica, nel senso che non si riusciva a impostare il livello di assistenza High. sarebbe interessante farsi fare una batteria intorno ai 32/33V
Rotolone Inserito il - 11/04/2024 : 16:46:30
pilotaDD ha scritto:

Ciao caro Rotolone

È tanto, troppo, che non ci si vede.



Ciao pilotaDD effettivamente mi sono allontanato da jobike, sia per impegni lavorativi/familiari sia per accontentare qualche componente del forum che in maniera molto "elegante" mi ha fatto notare che ero troppo presente. Ora per qualche giorno/settimana mi dedicherò alla lettura per recuperare un po di notizie che mi sono perso in questi anni. Nel frattempo ho già contattato in privato un componente del forum a cui ho chiesto aiuto per ridare un po di eneergia alla mia bici con l'insostituibile panasonic da 26V, l'unica ebike provata nella mia vita che mi ha dato l'illusione di riuscire a pedalare con la sola forza delle mie gambe. A presto ....il piccolo rotolone
OSCAR95 Inserito il - 01/04/2024 : 23:13:05
chicc0zz0 ha scritto:

oscar, rinnovo la domanda sul perché scegliere la bocchetta invece dei giovi, ti avrebbe fatto risparmiare un bel po'


Ciao Chicchozzo, personalmente nemmeno io ho capito questa scelta, mi sono attenuto a Google maps ed alle indicazioni della funzione bici. Ma è stata una scelta piuttosto discutibile perché alla fine mi ha fatto fare molto dislivello in più.
pilotaDD Inserito il - 16/03/2024 : 22:35:14
Ciao caro Rotolone

È tanto, troppo, che non ci si vede.
Rotolone Inserito il - 15/03/2024 : 12:49:15
Era da un po' di tempo che non ero presente su JoBike e grazie alla pausa caffè, ho avuto il tempo e la fortuna di leggere il tuo racconto che oltre a lasciarmi profondamente colpito per l'impresa fatta ha stimolato in me la voglia di tornare in bici, grazie.
windfire Inserito il - 08/03/2024 : 09:02:35
Impresa stupenda.
Ho letto tutto d'un fiato.
Ancora complimenti.
giordano5847 Inserito il - 07/03/2024 : 17:30:03
claudio02 ha scritto:

Ok tutto bellissimo, adesso metti un motore però...

Non mettere il motore fin che ce la fai tira dritto.
Verrà il tempo non preoccuparti
Norma Inserito il - 07/03/2024 : 16:48:50
Bravo Oscar, continua la tua terapia a pedali!
job Inserito il - 28/02/2024 : 16:11:24
Veramente super, sia l'impresa che il racconto, hai reso al meglio cosa si prova nel fare questo genere di cose, hai risvegliato in me ricordi e sensazioni analoghe che neanche il miglior scrittore potrebbe descrivere se non le provi di persona.

Vedrai che nella vita questa avventura ti servirà tanto, a me è successo spesso e succede ancora qualche volta che mi dico: se ce l'ho fatta quella volta... se ho tenuto duro quella volta ... questo sarà uno scherzo !



chicc0zz0 Inserito il - 28/02/2024 : 14:41:14
oscar, rinnovo la domanda sul perché scegliere la bocchetta invece dei giovi, ti avrebbe fatto risparmiare un bel po'
claudio02 Inserito il - 22/02/2024 : 09:23:33
Ok tutto bellissimo, adesso metti un motore però...
OSCAR95 Inserito il - 21/02/2024 : 20:19:06
Bicifacile ha scritto:

Domanda tecnica. Il kit borse mi sembra veramente bello, di che ditta sono?


Grazie per gli apprezzamenti, allora il kit borse è di una ditta cinese che li vende su Amazon. Non sono delle collaudatissime Ortlieb o Vaude, ma per questa piccola impresa si sono dimostrate all'altezza del compito assegnato di trasportare tutto ciò che mi occorreva.
OSCAR95 Inserito il - 21/02/2024 : 20:17:47
bubunapoli ha scritto:

sensazionale ! ..una curiosità. ma quanto sei alto?
io non sarei riuscito facilmente a montare su avendo i bagagli nel retrosellino. Cmq bellissima esperienza. Ti abbraccio virtualmente.


Sono alto 186cm, ma confesso che il montare e smontare dalla bici, in virtù dell'ubicazione dei bagagli era piuttosto scomodo.
chicc0zz0 Inserito il - 18/02/2024 : 22:53:59
Complimenti! Io una tappa di quella lunghezza l'avevo fatto in BDC direi ormai 20 anni fa, da Entracque al colle della Maddalena e ritorno (solo l'andata sono 2000 metri di dislivello), ma con bdc e senza bagagli è un'altra storia.
Una curiosità: perché passare dalla bocchetta invece che dai giovi? secondo maps ci sono 500m di dislivello in più passando dalla bocchetta
comunque maps secondo me per i giri in bici è un po' da evitare.. probabilmente per evitare il traffico, da arquata a Genova fa passare appunto dalla bocchetta o da casella, con un allungo rispettivamente di 60 e 30 minuti
Bicifacile Inserito il - 18/02/2024 : 11:50:05
Domanda tecnica. Il kit borse mi sembra veramente bello, di che ditta sono?
bubunapoli Inserito il - 18/02/2024 : 11:36:20
sensazionale ! ..una curiosità. ma quanto sei alto?
io non sarei riuscito facilmente a montare su avendo i bagagli nel retrosellino. Cmq bellissima esperienza. Ti abbraccio virtualmente.
luc_maz48 Inserito il - 18/02/2024 : 10:27:55

WOW Oscar, grandissima avventura!
Gran bel viaggio, magnificamente descritto e bellissime immagini!
Complimenti, ti è riuscito bene proprio tutto, che grandi emozioni ci trasmetti!
Ormai alcuni di noi si riconoscono nelle classi degli anni di nascita: 1945 - 1950 e che alcune cose simili le abbiamo fatte e certamente ci hai fatto tornare indietro alle nostre avventure. Ti confesso che l'ho letto "tutto di un fiato" e pensandomi in loco pur non conoscendo quegli ambienti bellissimi.
Grazie ancora una volta a te grande Oscar!

Bicifacile Inserito il - 17/02/2024 : 18:50:33
Grande impresa e bellissima descrizioe. Ti confesso che la ho letta tutta di un fiato. Bravo.
giordano5847 Inserito il - 17/02/2024 : 15:45:25
Grande Oscar! E' sempre stato il mio sogno fare giri così ma oramai sono troppo vecchio ed acciaccato oltretutto ho i miei famigliari che mi frenano.
leonardix Inserito il - 17/02/2024 : 08:43:26
Porca miseria Oscar, che risalita in sella alla grande!
Complimenti per il viaggio, il coraggio, le foto, il racconto, la tenacia, insomma per tutto!!!
OSCAR95 Inserito il - 16/02/2024 : 21:16:26
Grazie ragazzi, molto gentili e sono felice abbiate apprezzato il mio modo di raccontare.
andrea 104KG Inserito il - 16/02/2024 : 21:05:04
Bravissimo, viaggio incredibile.... e non solo--- viaggiatore filosofo , secondo me devi darti alla scrittura!
Ammetto un po' d'invidia per cose che data l'età non potro' più fare ma è sempre bello leggerle e vederle nelle foto!
Semplicemente GRANDE!
MilleMiglia Inserito il - 16/02/2024 : 19:14:33
Anche te non sei normale. Ed è un complimento.
Giuseppet Inserito il - 16/02/2024 : 18:38:49
Grazie per il viaggio!! Bravo
Miura72 Inserito il - 16/02/2024 : 16:19:07
Non ci sono parole




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