V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
ghironda |
Inserito il - 11/09/2009 : 10:23:34 Dopo aver dovuto rinunciare al mio giretto primaverile, ho approfittato di questa settimana di sole per andare a visitare il delta, percorrendo un buon tratto della ciclabile Destra Po. Partito da Bologna, seguendo la direzione nord-nordest su stradine secondarie, ho fatto numerosi incontri interessanti quali piccole cappelle dimenticate
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Ponti di assi di legno, realizzati durante l’ultima guerra.
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Piste ciclabili fatte come Dio comanda (la provinciale a lato in realtà è molto trafficata: la foto ha immortalato uno dei rari momenti di calma dovuti all’ora di pranzo).
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Autentici gioielli come questa Pieve di San Venanzio, letteralmente “dispersa” lungo la ciclabile che unisce Copparo a Ro Ferrarese.
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Faccio la prima tappa a Ro, dove trovo una bella piazza
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Nonché una “festa” che mi pare particolarmente intonata alla mia condizione!
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Il giorno successivo proseguo il viaggio utilizzando la ciclabile Destra Po, lungo la quale si incontra subito Guarda, con la sua chiesa con la porta rivolta verso il fiume, quasi a protezione da possibili rotte.
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Siamo nelle terre descritte da Riccardo Bacchelli nel suo romanzo “il mulino del Po” (quelli della mia età forse ricordano anche lo sceneggiato televisivo)
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La ciclabile corre alta sull’argine, riservando spesso piacevoli vedute, come questo scorcio di Ariano, che si specchia nel Canal Bianco
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O scene che sembrano riproduzioni di pitture dei paesaggisti dell'800
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Alla fine della tappa odierna mi aspetta Mesola, con questa spettacolare veduta del Castello Estense che si affaccia direttamente sulla ciclabile
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E con numerose opere d’ingegneria idraulica del XVI-XVIII secolo, come la Torre Abate e la Torre Palù
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Il giorno seguente lo dedico all’esplorazione del delta, arrivando fino a Gorino, ultimo avanposto abitato prima del mare. Nel porto di Gorino incontro questo simpatico capitano che guida la sua imbarcazione attraverso le chiuse del porto
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Poco più avanti mi imbatto in questo singolare esemplare di “bici da pesca”, eventualmente motorizzabile con un fuoribordo…
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Un cartello indica un sentiero per la lanterna ed il faro. Il sentiero è suggestivo (ed anche un pochino pauroso: è talmente a livello dell’acqua che basta il passaggio di una imbarcazione per allagarlo…)
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e dopo averne percorsi 3-4 km si arriva al vecchio faro che molte guide descrivono riadattato ad osservatorio per birdwatching. In realtà la struttura è pericolante ed ammalorata e ci sono segni evidenti del suo uso come latrina da parte dei delusi visitatori...
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In teoria proseguendo ancora si dovrebbe arrivare al nuovo faro, ma Il sentiero diventa talmente arduo e pieno di rovi che, dopo essermi graffiato ovunque, rinuncio e torno indietro. Ma non demordo: sono venuto per vedere il fiume che incotra il mare e quello intendo fare. Allora torno indietro fino ad uno degli ultimi ponti di barche rimasti e passo sulla sponda veneta
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Con una deliziosa strada d’argine pochissimo trafficata mi spingo fino a dove è possibile, una sbarra segna il punto nel quale la bici deve arrendersi, ma sono riuscito a vedere il faro!
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Ancora due passi e posso finalmente godermi lo spettacolo del fiume che entra nel mare. Per andare oltre bisogna essere marinai, o gabbiani,io che sono un ciclista posso solo andare avanti con la fantasia mentre le gambe mi riportano indietro...
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Qualche nota tecnica: il giretto l’ho fatto con la muscolare, 360 km in 4 giorni. Il percorso è pianeggiante, a parte i raccordi per salire sulla ciclabile, ma spesso il vento è una presenza tangibile ed abbastanza fastidiosa. Programmando le soste è possibile fare tappe alla portata dell’autonomia di qualunque bici a pedalata assistita, in quel caso la gita diventa veramente alla portata di chiunque, anche non allenato. E’ consigliabile evitare le giornate più calde, vista l’assenza di ombreggiatura, ed è fondamentale non soffrire di agorafobia, visto che si viaggia costantemente in mezzo a spazi enormi! E non dimenticate la crema protezione 30 sul naso, altrimenti ogni sera sembrate degli ubriaconi
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9 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Tomoto |
Inserito il - 01/10/2009 : 09:19:44 E' un piacere scoprire tanti bei posti con la nostra amata e-bike! Grazie Ghironda per le belle foto!! |
ger |
Inserito il - 11/09/2009 : 19:03:40 Complimenti,bel giro!! ma che splendida l'Italia!! ovunque ci son posti da visitare e quella ciclabile... |
pixbuster |
Inserito il - 11/09/2009 : 17:51:40 Bellissimo, Ghironda e complimenti !!! |
Leo20 |
Inserito il - 11/09/2009 : 15:26:31 Bellissimo racconto. Alcune foto sono veramente senza tempo. Quello che colpisce è anche la "silenziosità" di questo viaggio. Complimenti. |
ghironda |
Inserito il - 11/09/2009 : 14:57:29 | job ha scritto:
Io conosco un po' la zona di Comacchio, sono posti molto affascinanti, soprattutto in autunno per le sfumature dei colori ad acquarello che ci sono e perche' si evitano gli elicoterri travestiti da zanzare!
L'unica cosa che mi ha sempre un po' inquietato, anche in moto, sono appunto questi spazi enormi con rettilinei infiniti che se c'e' vento ti pare di essere sempre fermo nello stesso punto.
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Ecco...se c'è una cosa buona del vento (anche contrario) è che letteralmente spazza via le zanzare! In 4 giorni di viaggio ho avuto una sola puntura, causata da una zanzara tigre ritardataria, mentre ero seduto una sera al riparo dal vento in un bar sotto al portico del castello di Mesola!
In compenso, appena arrivato a casa ieri sera sono stato assalito da uno stormo di zanzare che mi aspettavano con ansia dallo scorso lunedì, chiedendosi dove mai fossi finito
Per quanto riguarda i lunghi rettilinei la cura è semplice: basta scegliere stradine movimentate: non ti deprimono con la distanza e ti riservano sempre qualche bella sorpresa (tipo la Pieve di San Venanzio della foto)tanto più gradite quando inaspettate. Certo, si allunga un po la strada e ci si mette più tempo, ma la bici è uno di quei rari esempi di mezzo di trasporto col quale non andare di fretta a volte diventa un pregio!
Ricordo perfettamente di essere stato a Mesola in auto una quindicina di anni or sono, e di esserne rimasto molto deluso. Stavolta invece mi è sembrato un posto magico. Certe percezioni cambiano con l'età, certo, ma penso che molto sia dipeso dal fatto di esserci andato con la bici usando stradine interessanti, piuttosto che arrivare in auto usando quell'inferno della via Romea.
Grazie a tutti per i gentili commenti! |
pequenito |
Inserito il - 11/09/2009 : 13:15:13 Artistico, poetico e mistico... Grazie Ghironda, il tuo report ci ha fatto sognare un bel "Po" |
Bengi |
Inserito il - 11/09/2009 : 12:53:22 Bellissimo tour e bellissime foto! Un po' conosco la zona del delta per esserci stato (non in bici, ma col camper) qualche anno fa. Sono luoghi in cui il costante contatto con la natura risulta molto rilassante e benefico. A parte i meravigliosi panorami del delta non potrò mai dimenticare il piattone di spaghetti alle vongole veraci che mi hanno servito in una trattoria della zona: una porzione enorme e gustosissima! In cima ci mancava solo la bandierina! Vorrei tornarci solo per questo! Certo che visitare in bici tali luoghi è tutta un'altra cosa! Complimenti ancora per l'ottimo report e per la costanza nel percorrere tanti kilometri! |
job |
Inserito il - 11/09/2009 : 12:06:20 Alla faccia del giretto: e tutto a muscoli, i miei complimenti!
Io conosco un po' la zona di Comacchio, sono posti molto affascinanti, soprattutto in autunno per le sfumature dei colori ad acquarello che ci sono e perche' si evitano gli elicotteri travestiti da zanzare!
L'unica cosa che mi ha sempre un po' inquietato, anche in moto, sono appunto questi spazi enormi con rettilinei infiniti che se c'e' vento ti pare di essere sempre fermo nello stesso punto.
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elle |
Inserito il - 11/09/2009 : 11:33:33 molto bello! grazie
(certo che dalle vostre parti è un'altra cosa...) |
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