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 Pix test n. 81 - BadBike EVO FAT Polini

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
pixbuster Inserito il - 09/11/2018 : 13:08:35

Per la prova, la Bad Bike di Napoli

http://bad-bike.it/

ci ha concesso in anteprima la nuovissima versione della già testata

EVO FAT

che, invece del motore hub, monta il gruppo centrale prodotto dalla POLINI



Questo modello non è ancora in vendita, ma lo sarà nei primi mesi del 2019
L’esemplare in prova è perciò un prototipo, ma non sono previsti cambiamenti nella versione definitiva
Sarà esposto alla EICMA di Milano Rho

A parte la motorizzazione, questo modello è lo stesso della versione con motore a mozzo e, nel test, farò molti “copia e incolla” dal pix-test precedente (il numero 64)
QUESTO

Eccola in una colorazione scura definita “nero matto” , ma sarà disponibile anche in bianco perla e verde matto










Per fare il test l’ho portata in giro per quasi 340 km


IN BREVE

Il telaio è di tipo aperto a doppio tubo, completamente in alluminio, di ragguardevole solidità
Tubi, manubrio e forcella hanno diametri generosi che ben si adattano alle altrettanto generose gomme
Il peso ne risente e con la batteria montata supera leggermente i 26kg
La posizione in sella è a busto verticale o leggermente inclinato e il manubrio è da MTB

Il cambio è a 7 rapporti a deragliatore con un buon range; a 25km/h in 7.a si pedala a 67ped/min: non si “frulla” con le gambe; all’altro estremo si può marciare a meno di 8km/h con ancora 50 ped/min
La stabilità in marcia è ottima (testata a 50km/h riportandone un’ottima sensazione di stabilità)

Il cavalletto monopiede mantiene stabilmente in equilibrio la bipa
Il portapacchi è robusto e consente il montaggio del seggiolino per bimbo
La componentistica è di buon livello e l’assemblaggio è curato

I pneumatici sono da 4” a bassa pressione e conferiscono a questa bipa un aspetto che non passa inosservato
Mi hanno chiesto tutti se fanno molto attrito: dipende fortemente dalla pressione di gonfiaggio
Su asfalto o sterrati leggeri si devono gonfiare a 1 bar e il loro attrito è appena superiore a quello di una qualsiasi bipa con pneumatici un po’ generosi
Ammortizzano assai bene le asperità stradali regalando un ottimo confort di marcia (coadiuvate dal cannotto sella ammortizzato)
Su sterrati più impegnativi e su terreni soffici si gonfiano a 0.5 bar: l’attrito cresce sensibilmente ma cresce ancora di più il confort di marcia; erba, sabbia e anche ghiaia si superano assai bene “galleggiandoci” sopra
L’elevata coppia alla ruota del motore aiuta bene sui fondi cedevoli
Però se le buche diventano profonde, l’effetto ammortizzante non è più sufficiente e ci vorrebbe anche l’ammo anteriore
Il “difetto” che ho riscontrato è l’elevata rumorosità

L’impianto frenante è realizzato con dischi ad azionamento idraulico Tektro Auriga
L’anteriore è da 180mm e il posteriore da 160 e sono molto morbidi da azionare
La frenata è potente ed ottimamente modulabile; lo spazio di frenata da 25 km/h è di 3.30m: buono; si manifesta il bloccaggio al posteriore ma non c’è tendenza al ribaltamento
In discesa sono molto efficaci e mantengono l’efficacia frenante anche in un uso prolungato

La batteria è alloggiata nell’apposita forma del tubo obliquo del telaio: ottima posizione per mantenere basso e centrato il baricentro
La batteria è a 36V 13.8Ah 497Wh
L’estrazione risulta facile ma leggermente ostacolata dal secondo tubo obliquo; è presente anche un blocco di sicurezza a vite (che va avvitata e svitata) Il suo trasporto, invece, non è comodissimo per via della forma complessa La ricarica richiede 5h 22’ da scarica totale

I pulsanti ed il display sono raggruppati in un piccolo cruscottino posto a sinistra sul manubrio, a portata di pollice ma un pò esposto in caso di caduta della bipa
Il display è ben visibile sia con luce forte che al buio
La parte “pulsanti” comprende i due per il cambio del livello di assistenza, il pulsante di accensione della centralina e quello per attivare le luci
C’è poi un piccolo joystick con cui scorrere le indicazioni del display E’ presente anche una presa mini-USB per ricaricare i nostri apparecchi portatili Fra i parametri visualizzabili c’è l’autonomia residua in km, ma non si è rivelata molto attendibile

La motorizzazione è del tipo “centrale” perciò integra il motore, il riduttore di giri, il movimento centrale, la centralina elettronica ed il sensore dello sforzo applicato ai pedali (torsiometro)
La costruisce, tutta in Italia, la Polini ed è il modello E-P3
Il motore è da 250W e sviluppa una coppia di 70Nm all’asse pedali
La linea di catena è ottimale La spinta è buona e vigorosa
Durante la marcia il motore è silenzioso, anche sotto sforzo elevato
I cablaggi sono ordinati e gradevoli; i vari componenti sono dotati di connettori

La motorizzazione Polini utilizza il sensore di sforzo applicato ai pedali (detto “torsiometro”): più si spinge più ci mette il motore

Ci sono 5 livelli di assistenza (da 30 a 400 %); c’è il livello “zero” e il “walk”
A 25.4km/h (con qualsiasi rapporto) l’assistenza si interrompe; con ognuno dei livelli di assistenza si possono raggiungere i 25km/h ma con sforzo muscolare crescente
Il motore si attiva già con uno sforzo minimo applicato ai pedali (3 kg) anche da fermo; al semaforo bisogna tirare almeno un freno, altrimenti il motore si avvia con il solo peso della gamba L’avvio è morbido ma potente: si regola bene mediante la spinta maggiore o minore sui pedali

L’accelerazione è ottima: 9.80” per percorrere i primi 50m con una velocità di uscita di 25.4km/h

Nel traffico, ci si muove disinvoltamente; la bipa è assai agile al contrario da quanto ci si aspetterebbe da gomme così larghe Il torsiometro la rende reattiva ma docile
Le gomme Fat e l’ammo della sella fanno bene il loro lavoro nell’assorbire le asperità stradali anche in presenza di sampietrini ed acciottolati

In salita è molto performante: anche sul 20% si sale con sforzo contenuto (90W) a oltre 10km/h e con una cadenza di pedalata vivace Sale e riparte facilmente anche sul durissimo 27%: questo modello è un forte scalatore !

La funzione “camminata assistita” è l’unica che ho riscontrato manchevole su questa motorizzazione: è scomoda da attivare ed è assai poco potente L’ho trovata praticamente inutilizzabile

La velocità massima è limitata dal cut-off tachimetrico a 25.4km/h
Usando il livello di assistenza più elevato (5) e cercando di fare il minimo sforzo sui pedali (75W) si percorrono 58.5km a 24.5km/h; poi la centralina entra in recovery-mode e la velocità scende a 18-19km/h consentendo di fare ancora 6-8km
Nella prova a livello 4 e con un contributo muscolare maggiore (85W) si percorrono 64km a prestazioni piene con una velocità tipica di 23.0km/h
Anche qui ci sono altri 6-8km in recovery-mode

La Evo Fat Polini è molto adatta alla marcia in coppia per la possibilità di regolazione “micrometrica” ed istintiva della velocità data dal sensore di sforzo

Sugli sterrati leggeri si viaggia confortevolmente anche con elevata pressione dei pneumatici Anche in frenata, sugli sterrati, bisogna proprio impegnarsi per far bloccare le ruote
Se lo sterrato diventa “bitorzoluto”, meglio ridurre la pressione a circa 0.5bar e si riacquista confort mantenendo un’ottima governabilità
Ma le buche si sentono: l’escursione che il pneumatico può fornire non è quella di una buona sospensione !
Invece il grip rimane ottimo e non si avvertono slittamenti ne al posteriore ne, più importante, all’anteriore

Il trasporto all’interno dell’auto richiede lo stesso spazio di una muscolare
Sul portabici bisogna considerare che le gomme così larghe non entrano negli incavi e che il peso è elevato
Il trasporto su scala è facilitato dal comodo punto di presa e dall’ottimo bilanciamento, ma il peso dopo i primi gradini si fa sentire nettamente; questo rende il trasporto in treno consigliabile solo occasionalmente

La EVO FAT, senza assistenza elettrica, risulta scorrevole come molte altre bipa: con i suoi 106W richiesti ai muscoli per viaggiare a 18km/h, si colloca nella media; perciò nessun timore: se si resta senza batteria si torna a casa facilmente ….. a meno che non ci siano salite dove il peso rilevante si fa sentire e bisogna ricorrere ai rapporti più corti Più che l’attrito si avverte l’elevata inerzia delle ruote data dal loro peso
Comunque i rapporti del cambio sono adeguati anche alla marcia solo muscolare

La Evo è dotata di un impianto luci potente che consente la marcia notturna anche in condizioni di asfalto bagnato
L’alimentazione delle luci è fornita dalla batteria principale
La luce anteriore – a led - produce un potente fascio di forma allungata ma con una buona illuminazione residua laterale
La luce posteriore, a luce fissa e a led, è ben visibile anche lateralmente
La visibilità laterale, cioè quando viene illuminata dai fari delle auto, è solo sufficiente: ci sono i catadiottri sulle ruote ma niente di più

Non ci sono antifurti di serie; è presente la bulinatura del numero del telaio

La EVO è autocertificata per le normative europee vigenti
La garanzia è di 2 anni su tutta la componentistica; di 1 anno sulle parti elettriche e di 7 anni sul telaio
Sulla batteria la garanzia è di ben 2 anni, con la condizione dei tagliandi periodici obbligatori

Il prezzo di listino, al momento delle prova, è di 2900€




Qui c’è la SCHEDA con il riassunto delle caratteristiche principali






CICLISTICA

Il telaio è di tipo aperto a doppio tubo, completamente in alluminio, di ragguardevole solidità
Non ho rilevato elasticità ne tanto meno svirgolamenti, come si addice a questa tipologia di mezzo
Ingloba la sede per la batteria



Ha una forma specifica nella zona del movimento centrale per poter alloggiare il gruppo motore che comprende anche l’asse dei pedali



Tutti i tubi che compongono il telaio hanno diametri generosi
E anche la forcella anteriore è assai massiccia; oltre ad avere le giuste caratteristiche meccaniche, si armonizza bene con la grossa larghezza dei pneumatici
Non è ammortizzata perché questa azione è delegata alla larga sezione delle gomme




Lo scavalco è basso e largo: agevole salire e scendere anche con bagagli sul portapacchi o nel caso in cui si debba scendere precipitosamente di sella su qualche sterrato insidioso

Tutta questa robustezza si fa sentire ed il peso complessivo è di 23.6 kg senza batteria (26.2 con a bordo il “serbatoio di elettroni”
Interessante notare che il peso, rispetto alla versione Hub provata in precedenza, è più basso di quasi un chilo e mezzo !

Parlando di pesi, la ruota anteriore indica sulla bilancia 3.50kg : è un peso più alto di una normale ruota da MTB ma non quanto mi aspettassi; la maggior parte della grossa dimensione … è aria

La sella è di tipo “unisex” imbottita e con scavo centrale; è montata su molle ad elastomeri e risulta confortevole anche su fondi sconnessi




La regolazione dell’altezza è di tipo rapido e la regolazione dell’inclinazione è “fine”
Un ammo coassiale regolabile, EXA Form 525, aumenta ulteriormente il confort sui fondi dissestati




La posizione in sella è a busto leggermente inclinato in avanti (cosiddetta “intermedia”)




Il manubrio è dritto, da MTB, e la presa è sicura
Il diametro è proporzionato a questa bipa: 32mm nel punto di attacco e 22 sulle manopole (attenzione agli accessori eventualmente da applicare perchè devono poter abbracciare tale generoso diametro)




La pipa è regolabile e l’altezza è modificabile solo nel senso di abbassarla cambiando l’ordine degli spessori
Attenzione perciò perché l’altezza del manubrio può solo essere ritoccata e non cambiata




La serie sterzo è a cuscinetti semintegrata




Il cambio è uno uno Shimano Acera a deragliatore con 7 rapporti
Il funzionamento si è rivelato pronto e preciso: non mi ha mai dato il minimo problema anche quando “strapazzato”




ll comando del cambio è uno Shimano Revoshift, morbido da azionare




Rispetto alla versione Hub, questo modello ha il pignone grande ... più grande: dal 27 siamo passati al 34 denti, migliorando il range che ora va da 2.57 a 6.24 metri per ogni giro di pedale
In questo modo è più adatto alle salite estreme, come si addice ad una motorizzazione centrale
A 25km/h la cadenza di pedalata in 7.a è ottima per un uso anche un pò sportivo: 67 ped/min
All’altro estremo, in prima marcia, si può viaggiare a 7.7km/h con un ritmo di 50 pedalate al minuto: anche a bassa velocità si può mantenere un elevato rendimento muscolare




La linea di catena con questa motorizzazione Polini, risulta ottimale




La ruota anteriore è dotata di sgancio rapido



La ruota posteriore richiede, per lo smontaggio, l’uso di una chiave esagonale da 15mm; NON ci sono connessioni elettriche da staccare




La stabilità in marcia è risultata piacevolmente elevata: sulla discesa al 10% sono arrivato a 50 km/h con un’ottima sensazione di controllo (mi sembrava di guidare una moto)
La marcia senza mani risulta stabile e, nonostante le grosse gomme, guidabile

EVO FAT Polini - marcia senza mani



Il cavalletto è monopiede; è molto robusto e montato verso l’asse posteriore: mantiene bene in equilibrio la bipa e consente la rotazione completa dei pedali, perciò non si deve retrarlo se si spinge la bipa in retromarcia




Il portapacchi posteriore è molto robusto; la larghezza è di 140mm perciò adatta al montaggio di un seggiolino per bimbi ma la sua forma con le estremità rialzate necessita di una verifica prima dell’acquisto





E’ ben adatto al montaggio delle borse a bisaccia, disponibili come accessorio




I pedali sono in lega, tipo MTB con le sporgenze per fermare la suola della scarpa e le pedivelle sono in lega; ci sono i catadiottri regolamentari



Il campanello ... non c’era sul prototipo, ma ci sarà sugli esemplari in vendita

L’assemblaggio è curato e ne risulta un aspetto ben rifinito; la componetistica è di buon livello



PNEUMATICI

La Evo Fat Polini monta pneumatici FAT da 4”
Sono molto divertenti e fanno un effetto “moto” che non passa certamente inosservato
La scolpitura presenta tacchette piuttosto distanziate, adatte a fare grip sui terreni sterrati anche fangosi



La guidabilità, rispetto al modello provato in precedenza, è risultata nettamente migliorata: qualche piccolo aggiustamento alle geometrie del telaio e una diversa marca di pneumatico ha prodotto un sensibile effetto sia a pneumatici a pressione elevate che bassa



Riporto quanto già detto per il modello Hub:

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La prima domanda che mi hanno fatto tutti quelli che hanno visto questa bipa è stata” ma fanno tanto attrito?”
Per rispondere dobbiamo sottolineare un aspetto importante: questi pneumatici richiedono aggiustamenti della pressione a seconda dell’utilizzo perché a seconda della pressione cambiano “personalità”

Li ho gonfiati a 1 bar (su un massimo di 1.4) per avere scorrevolezza su asfalto e sterrati leggeri
Con questa pressione l’attrito risulta simile a quello di un pneumatico da 2”: il contatto con la strada avviene su una sezione di piccola larghezza
Perciò la scorrevolezza è simile a quella di molte altre bipa testate
L’effetto ammortizzante sulle asperità non molto rilevate è invece ottimo e non fa desiderare l’ammortizzatore anteriore
Ho sperimentato che si può passare sul pericolosissimo brecciolino che si forma ai lati delle strade asfaltate con grande sicurezza senza mai avvertire alleggerimenti della ruota anteriore

Li ho poi “sgonfiati” a 0.5 bar per affrontare i terreni soffici
E il comportamento cambia in modo radicale !
L’attrito cresce ma cresce moltissimo anche il confort di marcia anche su asfalto che è normalmente sconnesso (nel senso che le nostre povere strade sono assai spesso malandate)
Sembra di rimbalzare sulle buche
Ho provato la EVO FAT su erba alta con terreno sottostante morbido e poi l’ho portata su una riva ghiaiosa
Fantastico ! Dove gli altri pneumatici si piantano inesorabilmente, questi “galleggiano” e consentono non solo la marcia ma anche una eccellente guidabilità
Bisogna però tener presente che su questi terreni soffici il consumo aumenta in modo violento: è come andare su una salita molto dura
Sulla sabbia bagnata viaggia come sull’asfalto; sulla sabbia morbida ce la fa comunque a marciare
Peccato non avere avuto a disposizione la neve appena caduta! Perché immagino che questi Fat si comportino assai bene

Devo dire però che se le buche sono profonde l’effetto ammortizzante non è più sufficiente e ci vorrebbe un ammortizzatore; perciò su sterrati difficili rimane il vantaggio dell’elevato grip ma non è questo il modello di bipa più adatto per affrontarli

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La valvola è una Shrader (quella “automobilistica”)
Visto che è necessario adattare la pressione alle condizioni di utilizzo, consiglio di portare con se una pompa E di sceglierla con una portata elevata (cioè non le piccole pompe da bici da corsa) perché bisogna pompare parecchia aria all’interno di quelle … profonde caverne



Nota negativa: sono pneumatici decisamente rumorosi ed il loro rumore copre abbondantemente quello del motore
A qualsiasi pressione di gonfiaggio si sente sempre questo forte ronzio che, devo dire sinceramente, dopo il primo periodo in cui lo trovavo divertente, è diventato un po’ fastidioso



IMPIANTO FRENANTE

L’impianto frenante è realizzato con dischi ad azionamento idraulico
L’anteriore ha il disco-freno da 180mm e il posteriore da 160
Sono marca Tektro Auriga (sulla Hub sono mod. Novela ad azionamento meccanico)






Le leve, anch’esse Tektro, sono molto morbide da azionare e comode da usare



Entrambe le leve hanno l’alloggiamento per il sensore di cut-off del motore, ma l’esemplare in prova – che è un prototipo – non ne era dotato; ci saranno sui modelli in vendita




La frenata è potente ed ottimamente modulabile
Lo spazio di frenata da 25 km/h è risultato 3.30m: molto più efficace della versione con dischi “meccanici” che si era fermata in 4.50m
In discesa la frenata rimane sempre efficace anche con un uso prolungato
Si manifestano dei bloccaggi alla ruota posteriore ma non fanno perdere la stabilità di guida
Non c’è tendenza al ribaltamento in avanti

EVO FAT Polini – frenata da 25km/h





Passiamo ora alla PARTE ELETTRICA


CENTRALINA

E’ alloggiata nel gruppo motore dove sono anche inseriti il torsiometro ed il motore stesso
La centralina non è dotata di autospegnimento

Non so dove sia ubicata all’interno del gruppo motore, ma ho notato che ci sono delle feritoie sul telaio per il raffreddamento





BATTERIA

E’ al litio a 36V ed ha una capacità di 13.8Ah 497Wh

E’ parzialmente integrata nel tubo obliquo del telaio, in ottima posizione per l’equilibrio delle masse



Viene bloccata da un aggancio protetto da chiave con funzione antifurto
La chiave non ha funzioni elettriche
Per rendere ancora più sicuro il bloccaggio è presente una manopolina a vite che blocca la batteria al suo supporto: penso sia una precauzione per l’uso fuoristradistico pesante



Questa è la sede per la batteria ricavata nel telaio, che assume così una forma ad U
Si vedono anche i contatti elettrici
Sono quattro: c’è una scambio di segnali fra la batteria e la centralina, oltre ai contatti di potenza



Il contenitore della batteria ha una forma specifica
Alla destra della chiave si vede il perno a vite per il fissaggio di sicurezza



La batteria si trasporta facilmente sottobraccio, ma la sua forma complessa non ne rende comodo il trasporto
Il suo peso è di 2.65 chilogrammi: pesa 400 grammi meno di quella della versione Hub (che ha una capacità di poco inferiore)



L’estrazione avviene ruotandola verso l’alto e poi sfilandola
La manovra si è dimostrata facile anche se leggermente ostacolata dalla presenza del secondo tubo obliquo
E’ facile anche il suo reinserimento
La manovra risulta però lenta per la necessità di svitare il sistema di sicurezza e per riavvitarlo al reinserimento
La vite col piccolo pomello è vincolata e non si può perdere quando si trasporta la batteria estratta



Sulla batteria è presente un pulsante per “accenderla”
Tale manovra viene evidenziata dall’indicatore di carica che si illumina
Per spegnerla (e perciò per disattivare l’indicatore e per togliere tensione ai contatti) si deve tener premuto il pulsante per un paio di secondi
Non c’è un timer di spegnimento perciò, se ci si dimentica la batteria “accesa”, pian piano la si scarica: attenzione !



Il connettore di ricarica è celato da un coperchio in gomma morbida (con fissaggio di sicurezza per evitare di perderlo) E’ sempre accessibile sia a batteria montata che estratta
La sua posizione è appena sotto alla chiave, perciò nella parte in basso della batteria montata




Il caricabatteria ha una forma usuale
Non ha ventole (perciò è silenziosissimo) e pesa 640g compresi i cavi

Ricarica la batteria con una corrente di 3A in un tempo , da batteria completamente “prosciugata”, di 5 ore e 22 minuti



Durante la ricarica l’indicazione è doppia: c’è la consueta spia sul caricabatteria che da rossa diventa verde; ma si accende anche l’indicatore sulla batteria che, con un originale ed intuitivo gioco di luci, segnala a che punto si è arrivati con la ricarica

EVO FAT Polini – indicazione luminosa ricarica





COMANDI e REGOLAZIONE DELL’ASSISTENZA

I pulsanti ed il display sono raggruppati in un piccolo cruscottino posto a sinistra sul manubrio, a portata di pollice



Il display è a cristalli liquidi bianchi su sfondo nero molto ben visibile di giorno anche con il sole intenso
La posizione in cui è montato non lo mette al riparo da urti in seguito a cadute accidentali della bipa

Le cifre sono chiare ma piuttosto piccole: non facili da leggere con una veloce occhiata magari su un fondo dissestato

La sua visibilità notturna è elevata e non fastidiosa (proprio per il fondo nero del display); la retroilluminazione diminuisce automaticamente in base alla luce ambientale



La parte “pulsanti” comprende i due per il cambio del livello di assistenza, il pulsante di accensione della centralina e quello per attivare le luci
C’è poi un piccolo joystick con cui scorrere le indicazioni del display (quelle da “ciclocomputer”); si può muovere nelle quattro direzioni per scorrere fra i vari campi numerici visualizzati e si può premere per confermare (o resettare) il valore selezionato



I pulsanti sono larghi e ben distanziati; si trovano facilmente al tatto (e di notte bisogna farlo perchè non sono retroilluminati) per la presenza del joystick che sporge abbondantemente
Tutti i comandi si azionano facilmente anche indossando i guanti

Sul cruscottino è presente una presa USB per alimentare il proprio navigatore satellitare o lo smartphone; il connettore però non è il classico “USB grande” dei power-bank, ma il “mini USB” (tipo telefonini); occorre perciò procurarsi il cavo specifico



Per accendere la centralina ed il cruscottino, occorre agire prima sul pulsante della batteria e poi sul pulsante di accensione sulla pulsantiera a manubrio



Fra i parametri visualizzabili c’è il valore in chilometri dell’autonomia residua
Non è molto “sofisticato”: a batteria carica segna sempre 80km, qualsiasi livello di assistenza si selezioni
Poi durante la marcia riaggiusta il valore in base alla richiesta di energia che si fa alla batteria, ma complessivamente risulta poco utile : meglio non farci cieco affidamento



GRUPPO MOTORE

La motorizzazione è del tipo “centrale” perciò integra il motore, il riduttore di giri, il movimento centrale, la centralina elettronica ed il sensore dello sforzo applicato ai pedali (torsiometro)

La costruisce, tutta in Italia, la Polini: famosa azienda che ha sempre prodotto kit di elaborazione per moto e scooter
Il modello si chiama E-P3



Il motore è da 250W, brushless e dotato di un riduttore multistadio per adeguare la sua elevata velocità di rotazione a quella della pedalata
Sviluppa una coppia, all’asse dei pedali, di 70Nm



La linea di catena è ideale: ottima la progettazione di questo gruppo in tal senso
Ma per adeguare questo motore al largo carro posteriore, necessario ad alloggiare le gomme Fat, è stato adottato un apposito distanziatore


La spinta è buona e vigorosa
Durante la marcia il motore è silenzioso, anche sotto sforzo elevato

EVO FAT Polini - rumore in marcia





CABLAGGI

Il cablaggio è molto ordinato e poco visibile: la batteria integrata nel telaio e il motore centrale, che ingloba anche la centralina, occultano bene i cavi elettrici
Nella zona manubrio i cavi sono ben raggruppati ed inguainati; rapidamente entrano all’interno del telaio





Nella parte inferiore non ci sono cavi elettrici: solo il tubetto idraulico del freno e la guaina del comando del cambio



Come sempre con i motori centrali, c’è un sensore dei giri della ruota posteriore
Anche questo particolare è “provvisorio” sull’esemplare provato perchè manca la staffa specifica per sorreggerlo






MODALITA’ DI ASSISTENZA

La motorizzazione Polini utilizza il sensore di sforzo applicato ai pedali (detto “torsiometro”), perciò la regolazione dell’assistenza è ottenuta esercitando muscolarmente una maggiore o minore pressione sui pedali: più si spinge più ci mette il motore
La sensibilità di questo sensore viene regolata tramite 5 livelli selezionabili con i pulsanti a manubrio: in pratica si regola quanto i nostri muscoli diventano potenti con l’ausilio del motore
E’ possibile disattivare l’assistenza elettrica (livello “0”) ed è presente la camminata assistita (detta “walk”)

Velocità minima: su strada piana si riesce a viaggiare, con l’assistenza attiva, anche molto lentamente fino al limite dell’equilibrio

Superati circa i 25.4km/h (con qualsiasi rapporto) l’assistenza si interrompe

La velocità di marcia risente sensibilmente delle condizioni della strada perché, a differenza dei sistemi a controllo della rotazione dei pedali, non c’è una compensazione “automatica” della potenza erogata dal motore ma essa è sempre proporzionale alla spinta sui pedali; ovvero se incontriamo un po’ di vento, bisogna spingere di più altrimenti la velocità di marcia scende inesorabilmente di molti chilometri all’ora, proprio come succede su una bici muscolare

Con ognuno dei livelli di assistenza si può raggiungere la massima velocità ma con sforzi crescenti esercitati sui pedali

La Polini dichiara che l’assistenza ai vari livelli spazia fra il 30% e il 400% di quanto si imprime muscolarmente






AVVIO DELL’ASSISTENZA

Per ottenere la partenza del motore bisogna attivare la batteria col pulsante su di essa, poi accendere la centralina e iniziare a pedalare
(ricordo che con tutti i sistemi a sensore di sforzo bisogna accendere la centralina senza tenere i piedi sui pedali perchè in questa fase esegue una taratura del sensore e il peso della gamba sul pedale ne falserebbe il valore)

Il motore si attiva già con uno sforzo minimo applicato ai pedali (3 kg) anche a bipa ferma
Quando si attende al semaforo bisogna tenere almeno un freno attivato altrimenti il motore si avvia con il solo peso della gamba

EVO FAT Polini - avvio assistenza a ruota sollevata


come si vede, basta lo sforzo della mia mano per far avviare immediatamente l’assistenza

L’avvio è potente ma difficilmente mette in imbarazzo perchè regolato istintivamente dalla maggiore o minore pressione sui pedali : se spingo molto mi aspetto che la bipa acceleri con decisione !

Questo è l’avvio su strada: il motore rimane silenzioso e la partenza non ha strappi

EVO FAT Polini - avvio assistenza su strada



Interrompendo la pedalata, il motore eroga immediatamente meno potenza ma arriva a “zero” con una diminuzione progressiva
Questa “rampa” non crea problemi quando ci si deve fermare, ma richiede di alleggerire la pedalata con un certo anticipo al momento di cambiare marcia altrimenti si ha uno strappo sulla catena perchè il motore non ha ancora smesso di spingere
Se invece si agisce su uno dei freni la potenza del motore va a zero immediatamente
Il riattacco (cioè quando si interrompe la pedalata e poi si riavvia senza però fermarsi) è immediato e senza strappi; anche all’intervento del cut-off tachimetrico non si hanno fastidiose perdite di velocità
Se si guarda il grafico dell’accelerazione, al prossimo paragrafo, si vede che intorno ai 40 metri c’è registrato l’intervento del cut-off tachimetrico: si nota una piccola perdita di velocità e un suo immediato recupero
Stando in sella questa cosa si avverte appena

La sensazione che ho riportato è di un ottimo lavoro fatto dalla Polini per rendere l’assistenza sempre “giusta” senza reazioni imprevedibili o fastidiose: forse finora il meglio che ho sperimentato



ACCELERAZIONE

Ecco il consueto grafico della velocità in funzione della distanza percorsa e del tempo



Il tempo per percorrere 50m da fermo è risultato ottimamente di 9.80” : ben mezzo secondo in meno rispetto alla versione Hub !
Già a 30 metri dal via si raggiungono i 25km/h: si arriva all’altro lato dell’incrocio a velocità piena
La velocità di uscita è risultata invece inferiore a quella raggiunta dall’hub : 25.4 invece di 28.2 km/h : l’hub ... vince in pianura ma perde quando si parla di coppia



NEL TRAFFICO

La spinta del motore è vivace e, nel traffico, ci si muove disinvoltamente; la bipa è assai agile al contrario da quanto ci si aspetterebbe dalle gomme così larghe e da un telaio così massiccio

La presenza del torsiometro, che adegua la spinta in funzione al nostro sforzo muscolare, rende la “Polini” molto reattiva e docile nel seguire le nostre esigenze

La potenza del motore consente di districarsi bene nelle partenze ai semafori

In marcia la regolazione di velocità è ottima e si regola in modo istintivo
Il cambio a 7 rapporti consente di trovare facilmente la giusta cadenza
L’attacco dell’assistenza non è mai brusco

Le gomme Fat e l’ammo della sella fanno bene il loro lavoro nell’assorbire le asperità stradali
Sui sampietrini …. non ci si accorge che ci siano e sugli acciottolati si viaggia senza sentir vibrare i polsi ne martellare il didietro

Attenzione alla forma dei parcheggi per le bici: la ruota spesso non entra negli spazi previsti



COMPORTAMENTO IN SALITA E PENDENZE SUPERABILI

Ecco la tabella riassuntiva degli sforzi muscolari richiesti e delle relative velocità su varie pendenze



Nella tabella, a destra e in grigio, ci sono i dati della versione Hub per un immediato confronto

La partenza in piano può avvenire anche con solo il peso della gamba, ma così si ha una accelerazione assai debole: non dimentichiamo che c’è il torsiometro perciò per far erogare una consistente potenza al motore si deve premere con vigore sui pedali
Il cavalcavia al 4% viene superato disinvoltamente a 22.5 km/h con lo sforzo che ho utilizzato in pianura: 75W La versione hub sale più veloce: 24.0 km/h
Su questa pendenza si riparte (in 4.a marcia) con il solo peso della gamba

EVO FAT Polini - cavalcavia 4 %



La salita al 10% si supera a 15.5km/h , in 3.a marcia anche qui con lo sforzo minimo applicato in pianura (75W) Già su questa pendenza va versione hub inizia a “perdere”: sale a 9.0km/h ma ha ancora il vantaggio di uno sforzo necessario leggermente minore
La ripartenza, in 1.a, richiede una spinta di appena 15kg sui pedali

EVO FAT Polini - salita 10 %


Il tratto finale della salita di prova è al 13.5%; sono salito sempre in 3.a marcia a 14.2 km/h e con uno sforzo lievemente superiore al caso precedente: 15kg di spinta sui pedali pari a 80W

EVO FAT Polini - salita al 13.5 %



Sul 17% la velocità si attesta a 11.7km/h Ho utilizzato la 1.a marcia ma si può salire agevolmente anche in 2.a Con la prima, la cadenza di pedalata è di 76 ped/min perciò adattissima a chi è sportivo e consente di marciare a lungo su tale pendenza; lo sforzo sui pedali è risultato di 85W: siamo a valori di marcia paragonabili ad una bici muscolare a 20 all’ora
La versione hub, su questa pendenza, registrava una velocità ed una cadenza di pedalata molto inferiori: al limite di tale motorizzazione

EVO FAT Polini - salita al 17%



Invogliato dalle buone prestazioni in salita, ho eseguito la prova anche sul 20%
Qui la prima marcia è necessaria, ma consente di salire a 10.3km/h con una cadenza di 67 ped/min (ancora di elevato rendimento) e con uno sforzo di 90W (si inizia ... a traspirare)
La partenza avviene senza sforzo con soli 25kg di spinta applicata ai pedali

EVO FAT Polini - salita al 20%



Sulla durissima rampa al 27%, sale ... disinvoltamente : ho misurato 40kg di spinta per ripartire e 20kg per salire
Anche una simile rampa non mette in imbarazzo !
Notate, nel filmato, il rumore dei pneumatici che artigliano il cemento della rampa: è la prova che il motore sta tramettendo una forza notevole !

EVO FAT Polini - rampa al 27%



In definitiva la EVO FAT motorizzata Polini è una ottima e forte scalatrice !



CAMMINATA ASSISTITA

Questa funzione è l’unica che ho riscontrato manchevole su questa motorizzazione

L’attivazione si ha tenendo premuti contemporaneamente due pulsanti sul cruscottino e si è rivelata assai scomoda: si devono fare delle ... acrobazie da pianista ... per tenerli premuti insieme e basta un piccolo scossone per far mollare la pressione su uno o l’altro con conseguente interruzione della spinta del motore; considerato che c’è il consueto ritardo di sicurezza nell’avvio, si resta spesso col motore fermo

Quando si raggiungono i 5km/h, inoltre, si disattiva il motore e bisogna rilasciare e ripremere i pulsanti: in piano è praticamente inutilizzabile

E la potenza è davvero molto bassa, perciò anche in salita ci aiuta davvero poco

Nel filmato si vede che non riesce a far superare il cordolo anche se già avviato e che sul 27% ce la fa appena (e lentamente) a far salire il solo peso della bipa

EVO FAT Polini - camminata assistita





VELOCITA’ e AUTONOMIA

Questa motorizzazione, essendo “centrale” e che perciò fa transitare la potenza del motore attraverso il cambio, è sensibile al rapporto inserito oltre che al livello di assistenza selezionato

Ho eseguito tre prove con modalità leggermente diverse ma tutte tese ad un utilizzo senza sforzi elevati, tralasciando le modalità di assistenza più basse che consentirebbero autonomie elevate ma a carico ... della stanchezza del ciclista

Ho sempre mantenuto la pressione delle gomme ad 1.0 bar perciò quella “stradale”; con pressioni di gonfiaggio inferiori (quelle adatte al fuoristrada) i valori di autonomia si ridurrebbero sensibilmente

La prima prova è relativa al minimo sforzo muscolare per avere una velocità ... ragionevole
Sui pedali ho messo 75W che sono appena di più del mio consueto con i sistemi a controllo della rotazione dei pedali (70W): si marcia a lungo e senza sforzo anche se non si è allenati
Ho utilizzato il livello 5 di assistenza (il massimo), la 7.a marcia (la più lunga) ed ho ottenuto una velocità di 24.5km/h
Praticamente ho chiesto al motore di aiutarmi il più possibile
La prova è avvenuta con 20°C di temperatura ambiente perciò non sono necessarie correzioni per “normalizzarla” alla temperatura di riferimento

Ho percorso 58.5km senza che le prestazioni diminuissero; a questo punto è intervenuta la centralina che, per non affaticare la batteria ormai quasi completamente scarica, ha abbassato (bruscamente) la spinta portandomi a marciare – con il medesimo sforzo sui pedali – a 18-19km/h
Dopo altri 6.5km la centralina ha deciso che la batteria era troppo scarica e ha spento completamente l’assistenza ( ma prudentemente stavo girando intorno al mio isolato e con poche pedalate muscolari sono rientrato in garage )




Nella seconda prova ho utilizzato il livello di assistenza 4 e la 6.a marcia; la velocità è risultata di 23.0km/h, perciò più bassa del caso precedente
Lo sforzo necessario per questa andatura è stato di 80W: durante la marcia non si avverte la differenza rispetto alla prima prova, ma a fine giro i miei muscoli erano un pò più stanchi
Ho percorso a prestazioni piene 66.5km; la temperatura ambiente era di 24°C perciò normalizzando il valore a 20°C si ottiene una autonomia di 64km
A questi si aggiungono circa 7 km in “recovery mode” a 19km/h




Per finire ho fatto una prova con un contributo muscolare ancora leggermente maggiore: 85W
Qui ho cominciato ad avvertire lo sforzo anche durante la marcia e a fine giro ero ovviamente un pò stanco
Ho utilizzato la 6.a marcia spingendo sui pedali per avere una velocità di 25.0km/h
In queste condizioni ho percorso 62.6km a prestazioni piene
Correggendo il valore per la temperatura ambiente che era di 22°C, ottengo una autonomia utile di 61km a 20°C; anche qui ci sono circa altri 7km da aggiungere per arrivare alla scarica completa, percorsi con basso aiuto da parte del motore






MARCIA IN COPPIA

Il torsiometro è molto adatto a regolare finemente la velocità e quello installato qui conferma la regola: a marcia in coppia è sempre agevole
In effetti, se si viaggia spesso in gruppo a bassa velocità, questa bipa è ideale



MARCIA SU FONDI STERRATI

Dopo il lungo discorso fatto all’inizio sui pneumatici , analizzo qui il comportamento generale sui fondi sterrati consistenti

Sugli sterrati leggeri si viaggia come sul velluto: si può mantenere la pressione ai livelli “stradali” e il confort è garantito
E lo è anche la guidabilità: la Evo restituisce una sensazione di controllo sicuro e preciso delle traiettorie
Anche in frenata bisogna proprio impegnarsi per far bloccare le ruote

Se lo sterrato diventa “bitorzoluto”, meglio ridurre la pressione a circa 0.5bar e si riacquista confort mantenendo un’ottima governabilità
Ma le buche si sentono: l’escursione che il pneumatico può fornire non è quella di una buona sospensione !
Invece il grip rimane ottimo e non si avvertono slittamenti ne al posteriore ne, più importante, all’anteriore

Su sterrati difficili (che generalmente sono accompagnati da pendenze elevate) motore con elevata coppia e rapporti corti sono un ottimo aiuto

Come già detto, ghiaia e sabbia (e assai probabilmente anche fango e neve) sono alla sua portata e garantiscono una guida divertente: senz’altro più della versione Hub che ha assai meno coppia disponibile a bassa velocità



TRASPORTO IN AUTO E IN TRENO

Le dimensioni non sono diverse da una normale bipa, perciò il trasporto all’interno dell’auto richiede lo stesso spazio di una muscolare
Sul portabici bisogna considerare che le gomme così larghe non entrano negli incavi e che il peso è elevato (23.6kg senza batteria)

Il comodo punto di presa e l’ottimo bilanciamento fanno dimenticare il peso (26 kg con la batteria) quando la si trasporta su una scala: ma solo per i primi gradini … poi sembra che diventi sempre più pesante

EVO FAT Polini - trasporto su scala


Il trasporto sui treni, se non occasionale, non è consigliabile
Anche l’aggancio ai supporti o l’inserimento della ruota negli incavi contrastano con l’uso sistematico in treno
Negli ascensori “standard” , entra se si tiene girato completamente il manubrio






PEDALABILITA’ AD ASSISTENZA DISINSERITA – SCORREVOLEZZA

La scorrevolezza al banco risulta buona: il gruppo motore è disaccoppiato dalla ruota dalla classica ruota libera del pacco pignoni; anche in retromarcia non frena in modo significativo (ma si sente che c’è qualche ingranaggio in presa)
La rotazione dei pedali è anch’essa buona anche se un pochino frenata

EVO FAT Polini - scorrevolezza ruote e pedali


Come preannunciato, i pneumatici fat – se gonfiati ad 1 bar – non oppongono una particolare resistenza al rotolamento
La prova dinamometrica ha indicato 106W richiesti ai muscoli per viaggiare a 18km/h; è un valore che si colloca nella media
Il cinematismo del motore centrale non risulta avere un effetto di freno rilevabile sulla pedalata

Se si resta senza batteria si torna a casa facilmente ….. a meno che non ci siano salite dove il peso rilevante si fa sentire e bisogna ricorrere ai rapporti più corti anche con pendenze leggere
Comunque i rapporti del cambio sono adeguati anche alla marcia solo muscolare

Ecco come si presenta senza batteria






IMPIANTO LUCI

Come altre Bad-Bike provate, anche la Evo ha un ottimo impianto di illuminazione
Tale impianto è adatto non solo ad essere visti, ma anche ad illuminare bene la strada priva di luce pubblica
Anche il commuter che torna a casa con il buio e con la strada bagnata non sentirà il bisogno di un upgrade del sistema di illuminazione

Preciso che sull’esemplare provato non c’era il collegamento delle luci alla batteria principale
Il fanale anteriore è quello definitivo ma appunto non era alimentato
Quello posteriore era provvisorio alimentato a pile
Mi riferisco perciò alla prova fatta con il modello “hub” che monta le stesse luci che ci saranno qui

L’alimentazione viene dalla batteria principale ed è attivabile con un comando sul cruscottino
E’ possibile marciare senza assistenza ma con le luci accese;
Anche in caso di batteria troppo scarica per il motore, si ha ancora un certo tempo a disposizione per tenere le luci accese
Un simbolo si attiva sul display (retroilluminato) per segnalarci l’accensione delle luci



Il fanale anteriore è monoled a luce fissa; è dotato di catadiottro



Il fascio luminoso che produce è potente e di forma allungata e regolare con una buona illuminazione residua laterale (si definisce “spillbeam”): anche le zone laterali risultano così illuminate



La luce posteriore era appunto provvisoria



Quella definitiva, monoled a luce fissa, era risultata ben visibile anche lateralmente ed dotata di un largo catadiottro
Vabbè faccio il pignolo: mancherebbe il lampeggio che ci farebbe immediatamente percepire dagli automobilisti come bicicletta e non come scooter … ma il codice della strada non lo prevede

La visibilità laterale è sufficiente ma non di più: risaltano la luce anteriore e posteriore ma l’illuminazione riflessa dai fari delle auto è limitata ai due catadiottri sulle ruote (non c’è la fascia antiriflesso sui pneumatici)
A chi utilizza la bipa nelle ore notturne consiglio l’adozione dei bastoncini catadiottrici da applicare ai raggi (ma attenzione che i raggi sono grossi)



ANTIFURTO

La EVO non è dotata di antifurti di serie salvo la chiave di bloccaggio della batteria
Assolutamente necessario dotarla del sistema preferito per poterla affrancare solidamente a qualche struttura fissa durante il parcheggio

Sul telaio è bulinato il numero di serie: molto utile per poterne rivendicare il possesso



ACCESSORI

Sono applicabili i normali accessori da bicicletta
Il portapacchi è largo 140mm perciò ben compatibile con i seggiolini per bimbi
Sono disponibili, come già visto all’inizio, delle capaci borse a bisaccia personalizzate Bad-Bike
di vari colori e materiali; ci sono disponibili anche borse anteriori



CERTIFICAZIONI, GARANZIA E PREZZI

La EVO è autocertificata per le normative europee vigenti: EN15194 EPAC per le biciclette a pedalata assistita, EN14764 per le bici da turismo

La garanzia è di 2 anni su tutta la componentistica e di 7 anni sul telaio
Sulla batteria la garanzia è di ben 2 anni, con la condizione dei tagliandi periodici obbligatori

Il prezzo di listino al momento delle prova è di 2900 €



CONSIDERAZIONI SULL’UTILIZZO

La “EVO FAT Polini” si è rivelata adatta a molti tipi di impiego: dalla marcia cittadina, in cui si apprezza la guidabilità e il confort, alle gite fuoriporta su asfalto in cui si può contare su una buona autonomia, ai percorsi su terreni cedevoli e a quelli montani con salite anche molto impegnative
Anche l’uso da “commuter” non le è estraneo, ma bisogna considerare che il sistema di erogazione della potenza regolato dal torsiometro richiede al ciclista sempre un pò di sforzo
Sui terreni soffici marcia dove le altre bici/bipa con gomme anche generose si impantanano: passeggiare sulla battigia del mare è un piacere; decisamente meglio della versione hub perchè questa motorizzazione ha una coppia alla ruota notevolmente maggiore
Non ho potuto sperimentarlo, ma è probabile che si comporti bene anche su neve fresca

Sterrati anche ruvidi non la impensieriscono ma se diventano difficili si sente la mancanza di un ammo anteriore

In definitiva un mezzo che ci porta ovunque vogliamo e sempre piacevole da guidare

Non troppo adatta a frequenti viaggi in treno per via del peso elevato e da valutare caso per caso se si vuole trasportare in auto o camper perché di nuovo il peso e la dimensione dei pneumatici potrebbero creare difficoltà



NOTA

Tutti i dati sono ottenuti col mio peso a bordo: 75kg vestito e con gli accessori tipo navigatore satellitare e fotocamera


8   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
comesquirol98 Inserito il - 15/11/2018 : 13:53:48
E' la prossima bici di mia moglie!
Attualmente ha la versione col motore Hub, di cui è soddisfattissima: scavalco basso, "gommoni" che danno sicurezza....
Ci è arrivata dopo una deludente esperienza con una blasonata MTB con motore centrale...ciclistica troppo specialistica e "cavallo alto" anche in taglia S.
Da quando però ha la EVO FAT (Hub) rimpiange il torsiometro ed il comportamento del motore centrale, dall'alto dei suoi poco più di 40KG con questa non riesce.... a fare un minimo di fatica! (ed io con una Cannondale Moterra con Bosch CX performance plus a starle dietro) nemmeno sulle salite più toste!
Questa è finalmente la quadratura del cerchio!
Spero che quelli della Bad-Bike mi leggano....così quando gli proporremo di ritirare la vecchia per la nuova...
Svapaolo Inserito il - 11/11/2018 : 22:46:40
Concordo al 100% sul discorso fat.
Io ne ho una ed in città è impagabile il comfort....non ci si accorge neanche di passare sullo sconnesso, per me è fantastica.
pixbuster Inserito il - 11/11/2018 : 21:32:08
Ringrazio e rispondo un pò a tutti

Giordano: il Walk c'è - appena prima del paragrafo sulla autonomia ne parlo e ho messo un filmato C'è ma è fiacco e aiuta pochissimo

Miura: no! non tengo una velocità costante e ci sono mille interruzioni come dici tu; ma nel test cerco di tenere sempre lo stesso sforzo che ho misurato col pedale dinamometrico per quella andatura
I test sono "su strada" e non "da laboratorio" perciò l'autonomia è quella di un uso reale

Bubunapoli: le fat piacciono sicuramente per un motivo estetico La bipa risulta più imponente e massiccia
Ma c'è anche il vantaggio sui fondi urbani con afalto dissestato o sui sampietrini o addirittura sugli acciottolati come nei centri storici delle città medioevali
In tutti questi casi il vantaggio dei gommoni è davvero sensibile

Sergiom: in effetti il vantaggio si vede sulle pendenze più elevate; si è sempre detto che gli hub sono in vantaggio in piano e pareggiano verso il 10-12%; con i 48V e gli hub ad alta coppia il pareggio si alza verso il 17-20% Per pendenze ancora più estreme ci vuole il centrale
Poi ognuno sa quali itinerari ha intenzione di percorrere

(il tuo Pas è lento : quello del mio hub avvia la bipa dopo venti centimetri di strada: praticamente non finisco di spingere col piede a terra e il motore è già attivo Però sulle pendenze molto ripide è anche questo un ritardo fastidioso)




Sergiom1961 Inserito il - 09/11/2018 : 22:16:01
2900 euro... Comunque, in salita sta sempre dietro ad un hub 48v. È avvantaggiata nelle ripartenze in salita ma, nel mio caso, ho felicemente risolto il problema con una corona da 34t in luogo della 48t di serie. Ma comunque il pas entra in azione dopo un quarto di pedalata.
È una moda, come i Suv 4x4 e vedi la mogle di qualche... andarci a fare la spesa e poi non riesce manco a parcheggiare perché lo Smart parking le dice che non c'è spazio e allora la lascia a testa di caxxo...
bubunapoli Inserito il - 09/11/2018 : 22:01:51
Non capisco perchè piacciono tanto le fat.

Non devo andare sulla neve, nè sulla ghiaia, nè sul fango
...ma quasi quasi mi faccio una fat.

De gustibus.
Miura72 Inserito il - 09/11/2018 : 14:44:28
Ciao Pix stupenda sta Bipona
Il motore italiano ottimo 70 Nm dai video delle salite sembra che si comporta abbastaza bene
Ho notato che ai fatto 3 test per l'autonomia, 2 con il livello 5, in una ai contribuito x 75W muscolari e l'altro x 85W come riesci ad arrivare a questi dati su un percoso di 58-61 Km? Riesci a tenere una velocita costante anche se ci sono stop semafori e auto rompi c......i?
Ciao


Mitiko Pix
giordano5847 Inserito il - 09/11/2018 : 14:08:27
Non ho visto se è dotata di walk assistance.
Sulla mia fantic è montato lo stesso cruscottino ed il W.A. viene attivato tenendo premuto il tasto di aumento di assistenza
Il reset viene fatto tenendo premuto verso il basso il joistik (in una certa posizione del menu) ed una volta visto sul display reset schiacciarlo come fosse un bottone.
Così per vedere se è con la stessa logica!
Arcipelago Inserito il - 09/11/2018 : 13:56:19
Ottima prova Pix!
Il rumore dei pneumatici è fisiologico per tutte le fat.
Mi pare di capire che il Polini di per se è abbastanza silenzioso.
Che dire io la Polini la conosco dagli anni 70 quando faceva modifiche competitive dei motori sono contento che si incomincia a vedere mi auguro una veloce diffusione.
Una domanda accetta solo batterie originali?

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