E’ una mountain-bike biammortizzata La motorizzazione è, come sulla quasi totalità dei modelli di questo Costruttore, della giapponese Dapu, ma per la prima volta è di tipo “centrale” con sensore di sforzo Si chiama
Dug Up
E ho potuto “cavalcarla” per oltre 500km
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IN BREVE
Il telaio, biammortizzato, è completamente in alluminio idroformato 6061, specifico per accettare il motore centrale Dapu E’ di tipo slooping che garantisce robustezza e consente una ampia regolazione dell’altezza della sella L’ammortizzatore anteriore, RockShox TK120, ha una (elevata) escursione di 120mm ; ha il precarico regolabile ed è bloccabile L’ammo posteriore è uno RockShox Monarc RT, di indubbia qualità
Il peso senza batteria è di 23.2kg : ruote tassellate e doppio ammo vogliono il loro tributo in termini di peso La batteria pesa 2.6kg e porta il peso complessivo a 25.8 kg
La sella è di tipo “corsa” in tinta con il telaio Il manubrio è largo e dritto, tipico da MTB; le manopole garantiscono una presa stabile ma sono un pò dure La serie sterzo è integrata e di elevato diametro; è regolabile a spessori La posizione in sella è a busto leggermente inclinato in avanti (“intermedia”) L’altezza minima della sella rispetto al terreno, grazie al telaio slooping, è di 860mm : adatta anche a persone non troppo alte
Il cambio è uno Shimano Deore a deragliatore con 10 rapporti preciso, rapido e con una buona estensione dei rapporti: non mi ha dato il benchè minimo problema Il comando, sempre Shimano Deore, è del tipo a doppia levetta : comodo e morbido da azionare Il range dei rapporti è esteso e consente di pedalare con buon rendimento muscolare sia alla velocità massima sia a meno di 7 km/h
La stabilità in marcia è ottimale, anche a velocità elevate; testata fino a 52.8km/h senza problemi nonostante le gomme tassellate
Lo smontaggio sia della ruota anteriore, sia quello della ruota posteriore sono di tipo rapido I pneumatici sono da 27.5” x 2.35” e sono artigliati Il cavalletto non c’è e non c’è il portapacchi posteriore, ma stiamo parlando di una MTB
L’impianto è a dischi “idraulici” Tektro Auriga con dischi entrambi da 180mm Le leve dei freni sono robuste e morbide da azionare e sono dotate degli switch di cut-off del motore La frenata è potente e assai ben modulabile; lo spazio di fermata da 25 km/h è di 3.10m: ottimo valore C’è una certa tendenza al bloccaggio della ruota posteriore e, se si insiste nella frenata, al ribaltamento in avanti Nelle prove, non ho riscontrato mai problemi di surriscaldamento
La centralina è alloggiata all’interno del gruppo motore e accessibile con lo smontaggio di un coperchio; ha l’autospegnimento dopo 5 minuti di inattività
La DugUp è equipaggiata con una batteria al litio a 36 Volt 13Ah 468 Wh con celle Panasonic Il suo alloggiamento è ricavato nel tubo obliquo del telaio che ha una forma a L (molto rinforzata) L’estrazione avviene ruotandola verso l’esterno: facilmente e senza sforzi così come il reinserimento E’ presente un indicatore di carica a led singolo che cambia colore, attivabile tramite pulsante E’ presente un connettore USB per poter ricaricare lo smartphone o il navigatore satellitare durante la marcia
Il caricabatteria è di tipo switching, senza ventola : è perciò silenziosissimo; ricarica la batteria completamente scarica in 6 ore e 20 minuti
Al centro del manubrio c’è un cruscottino a cristalli liquidi retroilluminato E’ completato da una pulsantiera fissata a sinistra sul manubrio con pulsanti molto comodi e utilizzabili anche con i guanti Il display ha anche l’indicazione della potenza fornita dal motore e l’indicazione in volt della tensione della batteria La visibilità del display in piena luce è mediocre : lo schermo tende ad avere molti riflessi; al buio le sua leggibilità è ottima
La DugUp è motorizzata con un gruppo motore centrale della giapponese DAPU da 250W e 36V E’ accreditato di una coppia alla corona di oltre 90Nm : valore elevato che si avverte bene in salita La linea di catena risulta ottimale Durante la marcia il rumore del motore è praticamente inavvertibile; non diventa mai sensibile nemmeno in accelerazione o in salita
Il cablaggio elettrico è ordinato e quasi invisibile
La motorizzazione Dapu centrale utilizza il sensore di sforzo applicato ai pedali L’assistenza viene regolata su 5 livelli più il livello “zero” in cui è disinserita; è attiva fino a 25km/h e a 26 cessa del tutto La cadenza di pedalata massima a cui arriva l’assistenza elettrica è oltre le 90ped/min
Il motore è regolato “in corrente” dalla centralina, ma con una logica specifica che lo avvicina, come comportamento, alle centraline che lavorano “in tensione” L’effetto pratico è che, quando si affronta una salita, il motore rallenta i suoi giri (perciò anche la velocità di pedalata) ma nel contempo aumenta la sua potenza compensando automaticamente la pendenza, senza richiederci di aumentare lo sforzo sui pedali Questo implica che si deve lasciar calare la frequenza di pedalata per avere più assistenza L’assistenza non si avvia da fermo, ma occorre ruotare i pedali di circa 45° pari a 30 centimetri in prima marcia La risposta del torsiometro non è troppo immediata, così non ci sono “onde” nell’erogazione della potenza del motore anche a bassa velocità di pedalata; ma questo ritardo è ben calibrato e non fa perdere prontezza quando si marcia su fondi difficili
Il tempo per percorrere 50m da fermo è ottimamente breve : 9.48” e la velocità di uscita è già il massimo consentito dal limitatore elettronico: 27.8 km/h; in questa prova ho impresso ai pedali una spinta un pò superiore al consueto per la presenza del torsiometro
Nel traffico, la spinta del motore è potente e la bipa è manovrabile: ci si muove agevolmente Ma l’erogazione della potenza non è immediata e la bipa non risulta particolarmente scattante Si regola la velocità sul valore desiderato modulando la spinta sui pedali, regolando i livelli di assistenza e selezionando il giusto rapporto del cambio Il telaio è molto robusto e non flette nè svirgola anche prendendo buche in curva Gli ammortizzatori filtrano molto bene le sconnessioni urbane
Il cambio non è dotato di sensori, perciò al momento della scalata di marcia bisogna alleggerire con un attimo di anticipo la spinta sui pedali per far diminuire l’assistenza elettrica e consentire una cambiata senza strappi
Il cavalcavia al 4% viene superato a 23.1 km/h in 10.a marcia, con minimo sforzo se si lascia scendere la cadenza di pedalata a 52ped/min La salita al 10% si supera a 14.5 km/h in 6.a e con uno sforzo leggero (80W); con il soft-start si riparte senza alcuno sforzo Fino al 12% , utilizzando il soft-start, si sale (lentamente) anche senza mettere i piedi sui pedali Sul 17% bastano 80W muscolari per salire a 9.6km/h in 3.a marcia e 55 ped/min La partenza richiede 20 kg sul pedale (sempre con il “soft-start”) Sul 20% sono salito in 1.a marcia a 9.0km/h e con uno sforzo appena superiore ai casi precedenti (85W) La cadenza di pedalata è stata di 67ped/min perciò ancora vivace La ripartenza ha richiesto (sempre con l’ausilio del pulsantino “soft-start”) 28kg: sforzo realizzabile da chiunque Sulla rampa al 27% si arrampica richiedendo ancora solo 85W muscolari (in 1.a) e la ripartenza domanda 42kg
E’ presente la funzione “camminata assistita” ; la velocità in piano dipende dal rapporto inserito E’ potente e consente di salire su pendenze anche molto elevate “tirando” il ciclista
Per la logica particolare della centralina, questa bipa raggiunge in piano una velocità che dipende molto dal rapporto inserito Durante l’arco della scarica, per mantenere la medesima velocità occorre leggermente aumentare la spinta sui pedali per compensare la diminuzione della tensione della batteria Invece, se pendenza o vento contrario fanno diminuire leggermente la velocità, la centralina provvede ad aumentare autonomamente la spinta del motore senza richiederci maggior sforzo come invece succede con altri sistemi a torsiometro Questa logica ci consente di fare marce di trasferimento in piano fino alle salite meta del proprio itinerario senza richiederci molto impegno fisico, lasciandoci così tutta l’energia muscolare per le scalate Altrettanto consente ad un commuter di non arrivare stanco e sudato al lavoro; ed anche di superare eventuali “strappi” in salita senza sudare
Nella prova di autonomia a livello di assistenza 5 (massimo) e in 10.a marcia, la velocità è stata tipicamente di 24km/h Lo sforzo muscolare richiesto è stato di 81W che è un pò maggiore di quello che normalmente utilizzo nelle prove (70W) Il valore di autonomia a 20°C risulta poco più di 68 km
Nella seconda prova ho utilizzato il livello 4 di assistenza e ancora la 10.a marcia La velocità tipica è rimasta uguale (24km/h) e lo sforzo muscolare è cresciuto ad 84W : la differenza è piccola ma alla fine del percorso l’ho avvertita in termini di stanchezza (come del resto ho avvertito il passaggio dai consueti 70W agli 81 della prova precedente) Normalizzando il risultato, ottengo un valore di 64km utili e di 75km totali
Nella terza prova ho scalato una marcia e sono passato in 9.a mantenendo il livello 4 di assistenza La velocità tipica è scesa a 23km/h e lo sforzo muscolare è diventato 95W (che tende a stancare chi è poco allenato) A 20°C normalizzati, si ottiene una autonomia utile e totale di 87km
La marcia in coppia è agevole per la presenza del torsiometro: si modula la potenza del motore tramite la spinta sui pedali, ma è necessario selezionare l’opportuno rapporto del cambio
Sugli sterrati, per effetto degli ammortizzatori di buona qualità, la marcia è confortevole e la guidabilità rimane ottimale anche su discese impegnative Data la mia poca esperienza sui percorsi da MTB, mi sono fatto aiutare da un esperto: Filippo Belloni che ha militato per anni in nazionale MTB e ha conseguito risultati di rilievo Ha provato la DugUp per un giorno intero sulle colline del veronese e il suo giudizio è stato positivo: ha apprezzato la potenza del motore anche se ha rimarcato l’originalità dell’erogazione che comunque non ha trovato ne fastidiosa ne penalizzante Anche il giudizio sulla ciclistica e sugli ammortizzatori è stato positivo Mi ha detto in definitiva che è “interessante come alternativa meno costosa alle MTB di alto livello”
In auto si trasporta come una normale muscolare, solo più pesante (23.2 kg senza batteria); Lo smontaggio rapido di entrambe le ruote consente di alloggiarla in bagagliai non particolarmente capienti Il trasporto su scala non è agevole sia per il peso sensibile (25.8kg con la batteria a bordo) sia per la mancanza di un punto di presa comodo; il trasporto in treno è di conseguenza consigliato solo occasionalmente
Senza assistenza richiede 107W muscolari per marciare a 18km/h : è un valore assai simile a quello di una buona MTB muscolare
La Dug-Up non viene fornita di impianto luci: è da scegliere al momento dell’acquisto quello più idoneo al proprio utilizzo E’ però consegnata con i catadiottri anteriore, posteriore, sulle ruote e sui pedali Non è dotata di antifurti di serie salvo la chiave di bloccaggio della batteria Sul telaio è applicata una etichetta che non si può rimuovere della CymiChip (che riporta un codice univoco e registrato sul loro database) e la bulinatura del numero di serie Tutte le bipa della Ekletta possono essere assicurate per il furto e possono avere anche l’Europassistance con recupero del mezzo in caso di guasto
Sono applicabili i normali accessori da mountain-bike, come ad esempio un portapacchi con attacco al tubo sella All’atto dell’acquisto viene fornita una scatola che contiene il manuale, i pedali, il caricabatteria, gli attrezzi base e un prezioso flaconcino di ritocco per la vernice
E’ certificata dal TUV tedesco per le norme europee su robustezza bici da turismo, Epac cioè biciclette a pedalata assistita, e compatibilità elettromagnetica Le batterie sono anch’esse certificate a norma UN38.3 per la sicurezza
La garanzia è di 2 anni ma estendibile a 4 Anche la batteria ha una garanzia di 4 anni : molto buono!
Il prezzo di listino, al momento del test, è di 2890 €
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Qui c’è la SCHEDA con il riassunto delle caratteristiche principali
Scheda valutazione
CICLISTICA
Il telaio è completamente in alluminio idroformato 6061, specifico per accettare il motore centrale Dapu E’ di tipo slooping che garantisce robustezza e consente una ampia regolazione dell’altezza della sella
L’ammortizzatore anteriore, RockShox TK120, ha una elevata escursione: 120mm e consente alla ruota di copiare fedelmente le asperità della strada mantenendo una elevata aderenza Ha il precarico regolabile ed è bloccabile
Per quanto abbia fatto, non sono riuscito a portarlo sopra a 60mm di corsa: segno che consente ben altro tipo di sforzi rispetto a quelli che ho saputo imprimergli da inesperto di mountain-bike
L’ammo posteriore è uno RockShox Monarc RT, di indubbia qualità
Il peso senza batteria è di 23.2kg : ruote tassellate e doppio ammo vogliono il loro tributo in termini di peso La batteria pesa 2.6kg e porta il peso complessivo a 25.8 kg
La sella è di tipo “corsa” perciò stretta ma dotata di scavo centrale: richiede un pò di abitudine ma consente una pedalata senza sfregamenti dell’interno cosce Con un tocco di estetica tutta italiana, è in tinta con il telaio
La regolazione dell’altezza è rapida e quella dell’inclinazione è fine
Il manubrio è largo e dritto, tipico da MTB; ha un diametro generoso per una solidità ottimale anche con sforzi intensi Le manopole garantiscono una presa stabile ed efficace ma sono un pò dure nelle lunghe percorrenze su strade piane
La serie sterzo è integrata e di elevato diametro; è regolabile a spessori
La posizione in sella è a busto leggermente inclinato in avanti (“intermedia”)
L’altezza minima della sella rispetto al terreno, grazie al telaio slooping, è di 860mm e rende adatta questa bipa anche a persone non troppo alte
Il cambio è uno Shimano Deore a deragliatore con 10 rapporti preciso, rapido e con una buona estensione dei rapporti; non ha dato il benchè minimo problema in tutto l’arco della prova, anche quando l’ho maltrattato
Il comando, sempre Shimano Deore, è del tipo a doppia levetta : comodo e morbido da azionare Si scala con il pollice e si sale di rapporto con l’indice; si possono scalare due rapporti con una unica pressione sulla levetta L’indicatore della marcia inserita è ben visibile, ma non riporta indicazioni sul numero del rapporto: bisogna farci un pò di abitudine; di notte risulta invisibile
Il range dei rapporti è esteso e consente di pedalare con buon rendimento muscolare sia alla velocità massima sia a meno di 7 km/h: si trova il giusto rapporto in ogni condizione di strada Guardando i valori numerici, il rapporto più “da salita” non risulta particolarmente corto, ma nell’uso reale, la elevata coppia del motore lo rende sufficiente anche su pendenze elevate
Chi va frequentemente in salita potrebbe adottare una corona più piccola che non porterebbe comunque la cadenza di pedalata a valori elevati anche alla massima velocità
Lo smontaggio sia della ruota anteriore, sia quello della ruota posteriore sono di tipo rapido: nessun problema ... aggiuntivo ... al fastidio della foratura
La stabilità in marcia è ottimale, anche a velocità elevate; ho portato la DugUp fino a 52.8km/h senza alcun problema, nonostante le gomme tassellate Faccio presente che la discesa su cui eseguo questa prova è la stessa delle salite al 10 e 13.5 %, perciò , come si vede nei filmati delle salite, comprende anche curve; dunque la controllabilità che sperimento è anche quella nelle curve veloci La forma aperta del tubo obliquo, necessaria ad ospitare la batteria, non mi ha mai dato sensazioni di torsione del telaio: in effetti la struttura è ben rinforzata
Lunghezza e passo sono quelli di una classica biammortizzata; il telaio non manifesta svirgolamenti nemmeno nelle manovre strette e questo rende la DugUp reattiva nei cambi di direzione
La marcia senza mani è del tutto stabile e la bipa risulta guidabile ma un pò reattiva: non abusare di questo modo di condurla
Dug Up - marcia senza mani
I pneumatici sono da 27.5” x 2.35” e sono artigliati
la valvola è una Schrader (tipo automobilistico): facile gonfiarla ai distributori di carburante e dai gommisti
I pedali sono in lega, di forma larga e hanno i piolini per garantire la presa della suola della scarpa anche se bagnata; sono comodi anche nell’uso quotidiano e penso li adotterò anche sulla mia bipa; ci sono i catadiottri regolamentari Le pedivelle sono in lega
Il cavalletto non c’è, ma stiamo parlando di una MTB E, per lo stesso motivo, non c’è il portapacchi posteriore Per portare piccole cose si può eventualmente pensare di applicare un portapacchi con l’aggancio al tubo sella
Non è fornito di serie nemmeno il campanello, ma io consiglio di farsene montare uno in omaggio dal negozio in cui si va a comprarla ;-) Anzi suggerisco di mettere quei campanelli di nuova forma che sono fatti ad anello e che avvolgono il manubrio: hanno poco ingombro e, a mio parere, sono esteticamente validi; qui un esempio trovato su E-Bay (vabbè lo confesso è un velato suggerimento alla Ekletta perchè lo adotti e consegni le bipa con tutti i sistemi di sicurezza montati)
La componentistica è di livello elevato e la cura nell’assemblaggio è ottima; l’aspetto è ben curato anche nei dettagli
IMPIANTO FRENANTE
L’impianto è a dischi con comando idraulico Tektro Auriga; i dischi sono entrambi dei generosi 180mm Qui il freno anteriore
E questo il freno posteriore
Le leve sono robuste e morbide da azionare; entrambe sono dotate degli switch di cut-off del motore Nella foto si vede il serbatoio dell’olio idraulico e il sensore (facilmente sostituibile)
La frenata è potente e assai ben modulabile; lo spazio di fermata da 25 km/h è di 3.10m: ottimo valore anche in confronto con i V-brake che sono molto efficaci in questo tipo di frenata La pressione da esercitare sulle leve dei freni non è mai eccessiva anche se si vuole il massimo dell’azione frenante C’è una certa tendenza al bloccaggio della ruota posteriore e, se si insiste nella frenata, al ribaltamento in avanti L’ottima modulabilità aiuta bene a non esagerare anche su fondi a poca aderenza Nelle prove, non ho riscontrato mai problemi di surriscaldamento
Dug Up – frenata da 25km/h
In definitiva: un ottimo impianto frenante
Vediamo ora la PARTE ELETTRICA
CENTRALINA
E’ alloggiata all’interno del gruppo motore e accessibile con lo smontaggio di un coperchio E’ assai ben protetta e raffreddata tramite il carter della motorizzazione stessa
La centralina è dotata di autospegnimento dopo 5 minuti di inattività (perciò se ci si dimentica la bipa “accesa” non si corre il rischio di trovarsi con la batteria scarica)
BATTERIA
La DugUp è equipaggiata con una batteria al litio a 36 Volt La capacità è di 13Ah per un totale di 468 Wh Gli elementi di cui è composta sono della Panasonic
Il suo alloggiamento è ricavato nel tubo obliquo del telaio che ha una forma a L (molto rinforzata) Come si vede, la batteria non è del tutto “annegata” nel telaio e questo favorisce una certa snellezza nelle forme della bipa L’estrazione della batteria avviene ruotandola verso l’esterno, dopo averla sbloccata con la chiave La manovra non richiede sforzi e non ci sono impuntamenti da superare; il riposizionamento della batteria avviene spingendola rapidamente nella parte alta fino a sentire lo scatto del bloccaggio: molto facile
Ecco come si presenta la batteria quando estratta
Si trasporta facilmente sottobraccio anche se è priva di maniglie; il peso è contenuto : 2.6kg
Qui si vede la forma del tubo obliquo e gli attacchi della batteria
La chiave di bloccaggio non ha alcuna funzione elettrica ed è ubicata sulla parte fissa della struttura portabatteria
I contatti di potenza sulla batteria sono ben incassati ma restano sotto tensione anche a batteria estratta Prestare attenzione se la si ripone insieme ad oggetti metallici
Sul lato superiore è presente un indicatore di carica a led attivabile tramite pulsante anche a batteria estratta E’ dotato di un solo led che cambia colore a seconda dello stato di carica (blu-verde-rosso) e lampeggia quando si è “in riserva” E’ attivabile anche stando in sella, ma il pulsante è un pò duro; dopo la pressione del pulsante, l’indicatore rimane acceso per alcuni secondi consentendo una agevole lettura
E’ presente un connettore USB per poter ricaricare lo smartphone o il navigatore satellitare durante la marcia Il circuito dell’alimentatore USB è nello stesso contenitore della batteria per cui è possibile usarla come poderoso “power bank” quando è smontata dalla bipa Non viene indicata la corrente massima, ma ho provato con un carico di 500mA e funziona benissimo
La ricarica può essere eseguita a batteria montata o estratta il connettore di ricarica è sempre facilmente accessibile in entrambe le situazioni
Il caricabatteria è di tipo switching, senza ventola : è perciò silenziosissimo Pesa 600 grammi compresi i cavi; eroga una corrente massima di 2.0A e ricarica la batteria completamente scarica in 6 ore e 20 minuti La sua dimensione è piuttosto contenuta e ben si presta ad essere portato con se I cavi sono di lunghezza normale e la spina di rete è di tipo “italiano” da 10A E’ dotato di una spia che indica la connessione alla reta e un’altra che si accende di color rosso durante la carica e diventa verde a carica ultimata
COMANDI e REGOLAZIONE DELL’ASSISTENZA
La DugUp è dotata di un cruscottino a cristalli liquidi retroilluminato posto al centro del manubrio (comune ad altri modelli della stessa Ekletta); in questa posizione risulta protetto in caso di caduta della bipa
E’ completato da una pulsantiera fissata a sinistra sul manubrio
I pulsanti (larghi e rilevati) sono molto comodi e utilizzabili anche con i guanti; sono ottimamente disposti e raggiungibili tutti facilmente col pollice senza muovere la mano dal manubrio Vi si comanda l’accensione della centralina, il cambio di livello di assistenza, la commutazione delle funzioni del display e la camminata assistita I livelli di assistenza sono 5 ed è presente il valore “zero” che stacca l’assistenza ma fa rimanere attivo il cruscottino con le sue indicazioni
Il display offre molte indicazioni; utile la barra che indica la potenza assorbita dal motore e ancora di più lo sono la precisa indicazione analogica della carica della batteria (con la consueta barra) e quella della tensione della batteria (numerica in Volt) L’odometro (e di conseguenza il tachimetro) è un pochino ottimista e segna il 2,5% in più del reale L’indicazione voltmetrica è corretta
La visibilità del display in piena luce è mediocre : lo schermo tende ad avere molti riflessi Al buio le sua leggibilità è ottima
MOTORE
La DugUp è motorizzata con un gruppo motore centrale della giapponese DAPU La sua potenza è di 250W regolamentari ed è alimentato a 36V E’ accreditato di una coppia alla corona di oltre 90Nm : valore elevato che si avverte bene in salita
Qui si vede il contenuto ingombro laterale dell’intero gruppo
La linea di catena risulta ottimale: fatto che si apprezza nelle cambiate sempre precise anche con i rapporti estremi
Ecco una vista da sotto in cui si notano la compattezza ... e i fori di aereazione (che non comunicano con le parti elettriche ed elettroniche) per un miglior smaltimento del calore nella marcia a bassa velocità
Durante la marcia il rumore del motore è praticamente inavvertibile; non diventa mai sensibile nemmeno in accelerazione o in salita
Dug Up - rumore in marcia
CABLAGGI
Il cablaggio elettrico è ordinato e quasi invisibile Nella zona manubrio i cavi dei sensori dei freni si connettono al cruscottino a cui è collegata anche la pulsantiera; dal cruscottino poi parte un unico cavo, verso il gruppo motore, che entra rapidamente all’interno del telaio Da notare la presenza di connettori per ogni cavo, utilissimi in caso di sostituzione di qualche componente
Qui la zona di ingresso nel telaio: il cavo elettrico è uno solo, gli altri sono quelli per il cambio e per i freni
Nella parte posteriore ci sono solo i cavi del cambio e del freno
E’ presente un sensore di velocità della ruota posteriore il cui cablaggio entra subito nel telaio
Il resto dei sensori e dei collegamenti di potenza sono tutti interni al gruppo motore o al telaio
MODALITA’ DI ASSISTENZA
La motorizzazione Dapu centrale utilizza il sensore di sforzo applicato ai pedali (detto “torsiometro”), perciò la regolazione dell’assistenza è ottenuta esercitando muscolarmente una maggiore o minore pressione sui pedali: più si spinge più ci mette il motore
La sensibilità di questo sensore viene regolata tramite 5 livelli selezionabili con i pulsanti a manubrio: significa che il motore amplifica la forza esercitata sui pedali sempre di più via via che si aumenta il livello di assistenza L’effetto che si percepisce è che i nostri muscoli diventino via via più potenti E’ possibile disattivare l’assistenza elettrica (livello “zero”) ed è presente la camminata assistita (detta “walk”)
L’assistenza continua ad essere attiva fino a 25km/h poi inizia ad affievolirsi e cessa del tutto a 26km/h La cadenza di pedalata massima a cui arriva l’assistenza elettrica è oltre le 90ped/min
Il motore è regolato “in corrente” dalla centralina, ma con una logica specifica che lo avvicina, come comportamento, alle centraline che lavorano “in tensione” tipiche delle motorizzazioni “hub” L’effetto pratico è che, al diminuire della velocità di rotazione del motore (che vincolata univocamente a quella della pedalata), la potenza inviata al motore cresce anche se si continua ad esercitare il medesimo sforzo sui pedali Quando si affronta una salita, il motore rallenta i suoi giri (perciò anche la velocità di pedalata) ma nel contempo aumenta la sua potenza compensando automaticamente la pendenza e senza richiederci sforzi maggiori Questo suggerisce che si deve lasciar calare la frequenza di pedalata per avere più assistenza
AVVIO DELL’ASSISTENZA
Per ottenere la partenza del motore bisogna accendere la centralina e iniziare a pedalare
L’assistenza non si avvia da fermo, ma occorre ruotare i pedali di circa 45° pari a 30 centimetri in prima marcia: è un valore molto breve che consente di avvertire subito la spinta del motore Il motore eroga subito tutta la sua potenza e l’accelerazione risulta sostanziosa Il torsiometro è molto sensibile (si riesce ad attivarlo anche con la forza del braccio come si vede nel filmato)
Dug Up - avvio assistenza al banco
Dug Up - avvio assistenza su strada
Utilizzando il pulsante “soft-start”, non è richiesto alcun contributo muscolare per la partenza ed è utilissimo nelle partenze in salita dove ci allevia sostanziosamente il picco iniziale di sforzo In questa modalità il motore spinge con potenza elevata: qui si vede come riesca a farci salire sul 12% (che non è poco!) senza nemmeno mettere i piedi sui pedali
Dug Up - soft start su 12%
La pedalata non ha prevalenza sul soft-start: se si parte con questo comando attivato e si inizia a pedalare, la velocità rimane a 6 km/h; appena si rilascia il pulsante, interviene la normale regolazione dell’assistenza Perciò, appena la bipa si avvia, si deve rilasciare il pulsante per prendere velocità La risposta del torsiometro non è “fanaticamente” immediata, così non ci sono “onde” nell’erogazione della potenza del motore anche a bassa velocità di pedalata; ma questo ritardo è ben calibrato e non fa perdere prontezza quando si marcia su fondi difficili
Su entrambe le leve dei freni sono presenti i sensori di cut-off, perciò agendo su una qualsiasi delle leve l’assistenza si interrompe immediatamente
ACCELERAZIONE
Ecco il consueto grafico della velocità in funzione della distanza percorsa e del tempo
Il tempo per percorrere 50m da fermo è ottimamente breve : 9.48” e la velocità di uscita è già il massimo consentito dal limitatore elettronico: 27.8 km/h (questa prova viene eseguita con la batteria appena staccata dal carichino dopo la ricarica) Va segnalato che, nella prova, ho impresso ai pedali una spinta di circa 80W che è leggermente superiore a quanto applico normalmente in questo test (70W) ma ciò è reso necessario dalla presenza del torsiometro che richiede una certa pressione sui pedali per far erogare potenza al motore E’ una ottima accelerazione che consente di arrivare all’altro lato dell’incrocio insieme agli scooter e tenendo alle spalle le automobili (... se partono “normalmente” e se non sono elettriche)
NEL TRAFFICO
La spinta del motore è potente e la bipa è manovrabile: ci si muove agevolmente Invece le fasi di riattacco sono un pò pigre anche se poi recupera per l’elevata coppia disponibile
La presenza del torsiometro per regolare la spinta fornita dal motore, insieme ai numerosi livelli di assistenza selezionabili, consentono di adattare bene la propria velocità alle condizioni del traffico ma è necessario agire sui rapporti del cambio perchè ha la tendenza a portarsi sempre alla cadenza di pedalata più alta
Il telaio è molto robusto e non flette nè svirgola anche prendendo buche in curva Come vedremo più avanti, la marcia sui sentieri sassosi è confortevole; figuriamoci sui “semplici” pavè cittadini ! Gli ammortizzatori filtrano molto bene le sconnessioni urbane
COMPORTAMENTO IN SALITA E PENDENZE SUPERABILI
La DugUp è una mountain-bike e perciò è pensata per un uso in salita; le prove pratiche confermano questa sua attitudine
Ecco la tabella degli sforzi necessari sulle varie pendenze e le velocità relative
La partenza in piano può avvenire anche con sforzo molto lieve vista la buona scorrevolezza e se si usa il soft-start lo sforzo scende a zero
Premetto che nei test in salita vado alla ricerca del minimo sforzo; se si spinge di più, ovviamente, le velocità aumentano rispetto a quelle riportate Come già detto, la centralina alimenta con più vigore il motore se si lascia scendere la cadenza di pedalata, ma non si va mai a valori di basso rendimento muscolare; questa logica di funzionamento rende un pò meno modulabile la spinta per regolare la potenza del motore
Il cambio non è dotato di sensori, perciò al momento della scalata di marcia bisogna alleggerire con un attimo di anticipo la spinta sui pedali per far diminuire l’assistenza elettrica e consentire una cambiata senza strappi
Il cavalcavia al 4% viene superato a 23.1 km/h in 10.a marcia e con il solo peso della gamba applicato ai pedali, lasciando scendere la cadenza di pedalata a 52ped/min Nel filmato, il salto nell’inquadratura è perchè ho cambiato marcia passando appunto in 10.a per far “lavorare” di più il motore: scusatemi La ripartenza con il soft-start non richiede alcuno sforzo
Dug Up - cavalcavia 4 %
La salita al 10% si supera a 14.5 km/h in 6.a e con uno sforzo leggero (80W) Anche su questa salita, la ripartenza con il soft-start non richiede alcuno sforzo
Dug Up - salita 10 %
Sul 12% abbiamo già visto parlando del soft-start che si sale anche senza mettere i piedi sui pedali, seppur lentamente
Sul 13.5% si sale in 6.a a12.0 km/h e con il medesimo sforzo applicato sul 10%: 80W E la partenza, col soft start, richiede una quindicina di chili applicati al pedale (è poco più del peso della gamba)
Dug Up – tratto salita al 13.5 %
Sul 17% bastano anche qui 80W muscolari per salire a 9.6km/h in 3.a marcia e 55 ped/min La partenza richiede 20 kg sul pedale (sempre con il “soft-start”)
Dug Up – tratto salita al 17%
Nel filmato si vede un certo serpeggiamento nella partenza: è dovuto al fatto che guidavo con una mano sola avendo nell’altra la videocamera
Sul 20% sono salito in 1.a marcia a 9.0km/h e con uno sforzo appena superiore ai casi precedenti (85W) La cadenza di pedalata è stata di 67ped/min perciò ancora vivace e ottima per scaricare sui pedali tutta la nostra potenza muscolare La ripartenza ha richiesto (sempre con l’ausilio del pulsantino “soft-start”) 28kg: sforzo realizzabile da chiunque perchè limitato ad un paio di secondi
Dug Up – tratto salita al 20%
Nel filmato si vede bene che la bipa parte decisa già da ferma perchè uso il pulsantino magico; poi c’è una esitazione perchè ho rilasciato il pulsante in ritardo e la bipa era già arrivata ai 6 km/h “legali” del soft-start, ma subito il motore riaccelera con decisione Si vede inoltre che con due mani sul manubrio non parto serpeggiando nemmeno su questa maggior pendenza
Ed ecco la durissima prova sulla rampa al 27% Alla DugUp piace dar prova di forza: si arrampica richiedendo ancora solo 85W muscolari (in 1.a) e la ripartenza domanda 42kg che significa appoggiarsi al pedale con quasi tutto il proprio peso, ma per poco tempo perciò alla portata di chiunque
Dug Up - rampa al 27%
Riassumendo: si possono affrontare salite anche molto ripide senza affanno e si riparte senza problemi senza bisogno di mettersi in diagonale rispetto alla strada
Al paragrafo “marcia su fondi sterrati” c’è un esempio di salita su fondo naturale a forte pendenza che la Dug-Up affronta ... senza farsi intimidire ... nonostante al manubrio ci sia un inesperto di fondi scoscesi come sono io
CAMMINATA ASSISTITA
Si può attivare la funzione di “camminata assistita” tramite il pulsante “meno” sul cruscottino L’attivazione del motore avviene dopo 1 secondo La velocità in piano dipende dal rapporto inserito e, appunto cambiando marcia, si può adattare alle proprie esigenze del momento
Ma l’uso di questa funzione è importante in salita dove non solo si incarica di far marciare la bipa senza doverla spingere, ma addirittura ci “tira” anche sulla pendenza al 27% Perciò, se anche la salita dovesse essere troppo dura o sconnessa per restare in sella, una efficace forma di assistenza elettrica ci viene comunque garantita Nel filmato si vede come riesca a superare il gradino già da ferma e come faccia facilmente impennare la bipa anche sul terribile 27%
Dug Up - camminata assistita
VELOCITA’ e AUTONOMIA
Inizio il discorso mettendo una foto della Dug-Up scattata a Peschiera del Garda: quando la bipa sotto test ha una autonomia sufficiente, lo “certifico” con una gita al lago (circa 70km) La giornata era grigia, ma il luogo mi affascina sempre
Per la logica particolare della centralina, questa bipa raggiunge in piano una velocità che dipende molto dal rapporto inserito; ho perciò eseguito due prove in 10.a marcia con livelli di assistenza diversi e una prova con la 9.a marcia Durante l’arco della scarica, per mantenere costante la velocità occorre leggermente aumentare la spinta sui pedali per compensare la diminuzione della tensione della batteria Invece, se piccole pendenze o leggero vento contrario fanno diminuire leggermente la velocità, la centralina provvede ad aumentare autonomamente la spinta del motore senza richiederci maggior sforzo come invece succede con altri sistemi a torsiometro Questa logica ci consente di fare eventuali marce di trasferimento in piano fino alle salite meta del proprio itinerario senza richiederci molto impegno fisico, lasciandoci così tutta l’energia muscolare per le scalate Altrettanto consente ad un commuter di non arrivare stanco e sudato al lavoro; ed anche eventuali “strappi” in salita abbiamo visto nel paragrafo specifico che non richiedono “sudore”
Vediamo in dettaglio i valori rilevati
Prova eseguita a livello di assistenza 5 (massimo) in 10.a marcia La velocità è stata tipicamente di 24km/h ed ho ottenuto una percorrenza utile e totale * di 70.6km a 23°C di temperatura ambiente Lo sforzo muscolare richiesto è stato di 81W (un pò meno all’inizio e un pò più alla fine) che è un pò maggiore di quello che normalmente utilizzo nelle prove (70W) Normalizzando il valore di autonomia a 20°C si prevedono poco più di 68 km
*considero percorrenza utile i chilometri percorsi fino a che la velocità scende del 10% rispetto a quella iniziale; l’autonomia totale è quella fino a spegnimento della centralina per tensione troppo bassa oppure quando la velocità scende sotto ai 18km/h; nella prova qui eseguita la velocità non è mai scesa sotto al valore descritto perciò autonomia utile e totale coincidono
Per la seconda prova ho utilizzato il livello 4 di assistenza e ancora la 10.a marcia La velocità tipica è rimasta uguale (24km/h) e la percorrenza è stata di 63.3km utili e 73.6km totali a 19°C Lo sforzo muscolare è cresciuto ad 84W : la differenza è piccola ma alla fine degli oltre 70km l’ho avvertita in termini di stanchezza (come del resto ho avvertito il passaggio dai consueti 70W agli 81 della prova precedente) Normalizzando il risultato, ottengo un valore di 64km utili e di 75km totali Faccio notare che la velocità “di crociera” non scende mai sotto ai 21km/h
Nella terza prova ho scalato una marcia e sono passato in 9.a mantenendo il livello 4 di assistenza La velocità tipica è scesa a 23km/h ma la percorrenza è salita a 83.5km utili e totali Lo sforzo muscolare è diventato 95W che comincia a ... stancare chi non è allenato La temperatura durante la prova è stata di 17°C perciò, riportando il valore ai 20°C normalizzati, si ottiene una autonomia utile e totale di 87km
La mia consueta gita al Garda con questa bipa è sempre fattibile !
MARCIA IN COPPIA La marcia in coppia è agevole per la presenza del torsiometro: si modula la potenza del motore tramite la spinta sui pedali, ma è necessario selezionare l’opportuno rapporto del cambio perchè il motore (e perciò la frequenza di pedalata) tende ad arrivare sempre al valore massimo
MARCIA SU FONDI STERRATI
I due ammortizzatori sono di buona qualità ed hanno una corsa elevata: il confort è buono anche su fondi difficili Anche la guidabilità rimane ottimale su discese impegnative L’ammo anteriore ha il precarico regolabile ed è bloccabile
Data la mia poca esperienza sui percorsi da MTB, mi sono fatto aiutare da un esperto: Filippo Belloni che ha militato per anni in nazionale MTB e ha conseguito risultati di rilievo (ai tempi di Paola Pezzo, per avere un facile riferimento temporale) Ora ha un negozio dove vende MTB anche elettriche di alta gamma Ha provato la DugUp per un giorno intero sulle colline del veronese, dove ha riscontri diretti con altre MTB muscolari ed elettriche Il suo giudizio è stato positivo: ha apprezzato la potenza del motore anche se ha rimarcato l’originalità dell’erogazione che comunque non ha trovato ne fastidiosa ne penalizzante Anche il giudizio sulla ciclistica e sugli ammortizzatori è stato positivo Mi ha detto in definitiva che è “interessante come alternativa meno costosa alle MTB di alto livello”
Ma nell’interesse della scienza, ho comunque provato uno sterrato sconnesso in forte pendenza ! e sono salito senza difficoltà ( le maggiori difficoltà le ho avute in discesa perchè avevo paura)
questo è un fotogramma estratto dal filmato per poter valutare la pendenza e il fondo anche se, come sempre, le foto non rendono bene l’elevata inclinazione del terreno
ed ecco la mia impresa (vabbè non siamo mica su MTB-Forum !!!)
Dug Up – sterrato in forte pendenza
TRASPORTO IN AUTO E IN TRENO
In auto si trasporta come una normale muscolare, solo più pesante (23.2 kg senza batteria); Le parti elettriche non richiedono necessità particolari Anche la lunghezza è come quella di una muscolare Comoda la possibilità di smontaggio rapido di entrambe le ruote che consente di alloggiare la DugUp in bagagliai non particolarmente capienti: si può facilmente caricare la bipa in auto per arrivare all’inizio del nostro itinerario montano
Il trasporto su scala non è agevole sia per il peso sensibile (25.8kg con la batteria a bordo) sia per la mancanza di un punto di presa comodo Se il sollevamento è saltuario si può fare; se frequente meglio pensare ad un altro modello (anche della stessa Ekletta)
Dug Up - trasporto su scala
Il trasporto in treno è di conseguenza consigliato solo occasionalmente; anche il manubrio largo ostacola nel salire sulle carrozze ferroviarie L’aggancio ai sostegni non presenta ostacoli Negli ascensori standard delle ferrovie ci sta “al pelo”
(lo ricordo sempre: in treno portare con sè una corda elastica perché a volte i sostegni non ci sono o sono tutti occupati e occorre fissare la bipa … dove capita; altra buona precauzione è dotarsi di un grosso elastico o di un velcro per bloccare una delle leve dei freni in posizione di frenata ed impedire così alla bipa di andarsene a spasso nello scompartimento)
PEDALABILITA’ AD ASSISTENZA DISINSERITA – SCORREVOLEZZA
Essendo la motorizzazione di tipo centrale, le ruote scorrono come una qualsiasi bici muscolare Gli attriti dovuti al sistema di assistenza derivano dal cinematismo del gruppo motore Come si vede nella seconda parte del filmato, i pedali scorrono un pò meno bene di quelli di una muscolare, ma la differenza – in watt – è piccola; la perdita maggiore viene generata dai pneumatici tassellati Ne risulta una richiesta di 107W muscolari per marciare a 18km/h senza assistenza elettrica: è un valore assai simile a quello di una buona MTB muscolare In piano si torna a casa agevolmente anche senza assistenza In salita, invece, il peso si fa sentire e occorre utilizzare i rapporti più corti del cambio che diventano rapidamente insufficienti in caso di salite ripide: in definitiva, meglio non farsi sorprendere dalla scarica della batteria se si è in montagna
Dug Up - scorrevolezza ruote e pedali
Ecco come si presenta senza batteria (a mio parere, dal vivo un pò bruttina per il tubo obliquo “vuoto”) ... ma perchè lasciare a casa il “serbatoio elettrico”?
IMPIANTO LUCI
La Dug-Up non viene fornita di impianto luci: è da scegliere al momento dell’acquisto quello più idoneo al proprio utilizzo nella gamma fra “solo per essere visti” e “illumino a giorno il bosco umido” E’ però consegnata con i catadiottri anteriore, posteriore, sulle ruote e sui pedali
L’immagine seguente rappresenta quello che vede un automobilista che illumini laDugUp lateralmente con i fari: sufficiente ma niente di più
ANTIFURTO
LaDugUp non è dotata di antifurti di serie salvo la chiave di bloccaggio della batteria Assolutamente necessario dotarla del sistema preferito per poterla affrancare solidamente a qualche struttura fissa durante il parcheggio
Sul telaio è applicata una etichetta che non si può rimuovere della CymiChip che riporta un codice univoco e registrato sul loro database: all’atto dell’acquisto vengono inseriti i dati dell’acquirente
E’ anche presente la bulinatura sul telaio del numero di serie: vedi foto al paragrafo “centralina” in cui risulta chiaramente visibile
Tutte le bipa della Ekletta possono essere assicurate per il furto e possono avere anche l’Europassistance con recupero del mezzo in caso di guasto
ACCESSORI
Sono applicabili i normali accessori da mountain-bike, come ad esempio un portapacchi con attacco al tubo sella
All’atto dell’acquisto viene fornita una scatola che contiene il manuale, i pedali, il caricabatteria, gli attrezzi base e un flaconcino di ritocco per la vernice E’ il primo costruttore che vedo fornire questi particolari in una bella confezione invece che in un anonimo sacchetto di plastica! Interessante la presenza del ritocco
CERTIFICAZIONI, GARANZIA E PREZZI
La DugUp (come tutte gli altri modelli Ekletta) è certificata dal TUV tedesco per le norme europee su robustezza bici, Epac cioè biciclette a pedalata assistita, e compatibilità elettromagnetica Le batterie sono anch’esse certificate a norma UN38.3 che riguarda la loro sicurezza
Sul telaio è riportata la conformità alla normative relative all’assistenza elettrica
La garanzia è di 2 anni ma estendibile a 4 e lo è anche sulla batteria: notevole !
Il prezzo di listino, al momento del test, è di 2890 €
CONSIDERAZIONI SULL’UTILIZZO
La Dug-Up è una mountain bike che con il suo potente motore centrale e con la “biammortizzazione” può accompagnarci in escursioni anche su tracciati impegnativi Può essere una scelta più economica ma non meno performante rispetto a modelli più noti
Con la sua poca richiesta di sforzo muscolare nella marcia in piano è adatta anche ad un uso “commuter” soprattutto in città con molti saliscendi Richiede però sempre un pò di sforzo muscolare, utile per mantenersi in forma senza grossi sacrifici E con i suoi performanti ammortizzatori può affrontare anche i fondi più sconnessi delle nostre città con elevato confort del ciclista
Ottima per un uso quotidiano per la sua robustezza; sicuro ed efficace l’impianto frenante
Poco adatta al trasporto di bimbi per la presenza del carro posteriore ammortizzato che ostacola il montaggio del seggiolino E’ appena sufficiente alla voce “trasporto di cose” e solo se si applica un portapacchi fissato al tubo sella
Non particolarmente adatta ad un uso frequente sui treni a meno che le carrozze non abbiano il piano di salita a livello della banchina
Per il trasporto in camper è un pò ingombrante ma come lo sarebbe una muscolare con ruote da 28” Invece è necessario valutare il tipo di portabici che deve essere adatto al suo peso (23 chili senza batteria) Lo smontaggio delle ruote è una operazione abbastanza agevole, utile se si vuole arrivare al luogo di partenza dell’escursione trasportando la bipa all’interno dell’auto
Ottima nelle gite anche di notevole raggio sia per la discreta velocità che per l’autonomia Non adatta al turismo itinerante per la mancanza di portapacchi capienti
NOTA
Tutti i dati sono ottenuti col mio peso a bordo: 75kg vestito e con gli accessori tipo navigatore satellitare, fotocamera e merenda
Pix su Frisbee Atlas, su pieghevole 20" Kawasaki con kit Bafang centrale e su Cargo muscolare "artigianale"
Grande Pix Per me è o la prima o la seconda che vedo che riesce a salira sulla salita all' 27%. In piu è ripartita da meta salita. Buona Quel motore merita piu considerazione e publicita.
2009 Esperia al piombo Comperata 349 euro venduta 100 euro 2014 Bottecchia be 2 Lady fatti 3972 Km da agosto Comperata 500 euro venduta 100 euro 2016 Bipa artigianale Miura72 full mot BBS01 febbr fatti circa 10.772 Km 2017 Winora Sinus Dyo-9 da Luglio fatti 11272 Km Bosch Gen 2 Active Line 40 Nm 2019 Telaio Cube motore HillRaser 250W 48V Novem fatti 9272 Km, con il motore BBS02 750W 48V 986 Km 2023 Conway Cairon Suv FS 5.7 da Aprile fatti 3272 Km Bosch Gen 4 Performance Line CX 85 Nm
Bella ed equilibrata prova e bipa assolutamente valida. Le ruote montate sono già impegnative e penso la bici aumenti di scorrevolezza se si passa a pneumatici più stretti. In questo caso la bici diventa più stradale e utile anche per l'uso quotidiano di chi abita in zone collinari o si diletta ogni tanto a fare qualche sterrato. La paura nelle discese ci accomuna e il tester Pix è per me assolutamente adeguato.
Propongo a Pix un test con un centrale durante il raduno umbro! Una bellissima occasione per visitare l’Umbria e per confrontare il comportamento di tante bipa diverse. E una presenza prestigiosa al biparaduno!
Il montaggio come MTB mi pare basico, avrei preferito almeno che al posto del QR9 le ruote avessero il perno passante, che oltre ad essere molto più comodo quando si deve montare o smontare le ruote garantisce più rigidità. Molto strano il motore, che si comporta a metà strada tra il PAS ed il torsiometro, tanto è vero che credo sia l'unico caso di motore a torsiometro con sensori di cut-off sui freni, anche il display indica i livelli come PAS. Sembrerebbe che il motore abbia come nel caso del PAS un ritardo tra quando si smette di imprimere forza sui pedali e quando smette di assistere, e la cosa potrebbe essere problematica in fuoristrada, per fortuna c'è il cutoff. Una mancanza nella prova è l'indicazione della percentuale del livello di assistenza erogata dal motore ai vari livelli
Stefano da Brugherio (MB)
E-MTB: Haibike Xduro AllMtn 3.0 2020 E-MTB moglie : Haibike Xduro AllMtn 3.5 2020 Util-Ebike: Libellula versione 2.6 con step-up e centralina sine wave Il mio canale Youtube https://www.youtube.com/c/YACVlog?sub_confirmation=1
... vestito e con gli accessori tipo navigatore satellitare, fotocamera e merenda
Eh si, questi sono i test che ci piacciono, non al banco o con campioni professionisti del pedale, la gente comune ha giustamente paura in discesa e si porta la merenda !
Io lo dico sempre se Pix non ci fosse bisognerebbe inventarlo, ma c'è ed è un'esclusiva di Jobike !!! I ringraziamenti per quello che fa non saranno mai abbastanza !!!
"carrarmatino" Flyer T4 30/9/2006 (22/5/2011 sostituito motore) "lancillotto" Brompton P6R + nano motor 14/12/2007 "piccola peste" Dahon Speed Pro TT 14/10/2008 "frankenstein" Trek liquid 25 + kit ezee 21/11/2008 dismessa il 28/02/2010 "jobbent" Tw-bents Adventure Plus 08/05/2009 elettrificata con ezee 350W dal 28/02/2010 "the tractor" surly pugsley 27/08/2009 + Cyclone 500 13/11/2009 "the lift" haybike eq xduro fs 12/10/2011 "bumblebee" NCM Milano 24/07/2019 "steamroller blues" NCM Aspen 19/12/2019
La prova è super, come sempre... Non ho ben capito come funziona sto motore, se è un vero torque o meno... La ciclistica di queste bici è più o meno equivalente ad una rockrider 9.1 che costa un migliaio di euro... quindi sono mtb full entry level, non paragonabili ai marchi top (ben più cari) ma nemmeno disprezzabili. Del resto i super ammortizzatori servono essenzialmente per le discese, sono addirittura controproducenti in salita, se non si fanno salti e discese da dh vanno benissimo anche in montagna. Poi moltissimo dipende dal peso del ciclista, più si pesa più occorre una bici costosa per sentirsi sicuri, in primis non per gli ammortizzatori ma per i freni. Rallentare 70kg non è per niente la stessa cosa che rallentarne oltre 100.... Da questa bici mi sarei aspettato qualche km in più di autonomia, più che un telaio/ammortizzatori super... Comunque pix non è bravo ma eccezionale!
Pix dice: "Quando si affronta una salita, il motore rallenta i suoi giri (perciò anche la velocità di pedalata) ma nel contempo aumenta la sua potenza compensando automaticamente la pendenza e senza richiederci sforzi maggiori"
é una peculiarità non riscontrabile in altri gruppi centralina-motore, mi sembra, una sorta di pilota automatico che percepisce la difficoltà del biker. E' la cosa che più mi ha colpito di questa bici, al di la della ciclistica come giustamente osservano Steu e Andrea.
Ad ogni modo Pix rileva le velocità sempre col il minimo sforzo ai pedali, come lui ha sempre tenuto a precisare e mi sembra che sta bipa sia un'ottima arrampicatrice. Sui Km percorsi +o- è in linea con la concorrenza.