come l’anno scorso la vostra azienda ha avuto la pessima idea di regalare un buono sconto del 50% per acquistare l’agnello in occasione della Pasqua. E’ un’iniziativa di pessimo gusto ma, sforzandomi di vedere il bicchiere mezzo pieno, ne ricavo l’aspetto positivo. Non bisogna essere esperti in economia per capire che uno sconto serve a invogliare l’acquisto di un prodotto che non si vende più tanto facilmente.
...Sono cuccioli di 30-40 giorni, nati a seguito di una fecondazione regolata in modo da poterli macellare quando pesano 8-12 chili, proprio in occasione della Pasqua: un ciclo di vita artificiale a esclusivo uso e consumo dell’essere umano, una vera e propria programmazione sistematica a morire. L’incremento di richiesta e consumo nei giorni pasquali crea un sovraccarico di lavoro nei macelli, mettendo gli addetti ai lavori in condizioni di non rispettare sempre la normativa vigente sulla macellazione. Ai macelli a norma di legge si aggiungono quelli clandestini e caserecci di cui si sa poco o nulla.
...Gli agnelli e i capretti che ci ispirano tenerezza vengono strappati alle madri e, se non sono macellati localmente, sono costretti a lunghi ed estenuanti viaggi, stipati su camion, in condizioni di orribile sofferenza per arrivare al macello in cui vengono immobilizzati, storditi con elettronarcosi (che non sempre fa effetto, quindi possono essere ancora coscienti in punto di morte), appesi a un gancio e lasciati dissanguare. Prima della macellazione si dimenano, urlano, montano uno sopra all’altro, piangono terrorizzati.
...Dopo essere stati sgozzati, i loro corpi vengono lavorati velocemente diventando prodotti, pronti per essere venduti.
...Comprendo che un supermercato basi la sua attività sul profitto ma si potrebbe evitare di spingere la clientela al consumo ossessivo di agnello nel periodo pasquale, proprio per non incoraggiare una strage. Il vostro buono sconto incentiva tutto ciò, alla faccia dell’etica che la COOP sbandiera come un suo principio fondante.
(Paola Re)
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A seguire c'era un video di cui metto solo il link
così potrà guardarlo solo chi vorrà e agli altri verrà risparmiata anche la prima immagine di esso.
A chi allettato dallo sconto decidesse di comprarlo, l'agnello, ricordo che a lui non è stato concesso. Lo sconto... della pena!
Io a dire il vero non l'ho guardato il video. Di solito li guardo perché al dubbio preferisco la verità e al conflitto con me stessa preferisco quello con gli altri. Ma stavolta... non so...
E' che in questo periodo mi sento... come dire? Denudata delle mie difese!
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E certo... con un braccio in meno!!!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Alle 7 stamattina, il dannato mi fa suonare le campane... stonate. Il mio primo pensiero... ehm... non ve lo posso dire! Il secondo invece è stato:- Ma questo glielo spiega ai fedelissimi che l'Agnello di Dio, quello che si sacrificò per l'umanità, fece ciò per libera scelta e che nulla ha a che fare con l'agnello in agrodolce... per esempio?!
Questo invece è stato salvato.L'agnello!
Si era perso... Ehm... non vi sembra avere l'aria felice e beffarda insieme, come a dire: - Eheh!! Stavolta vi ho fatti fessi!
No perché magari ha fatto solo finta di perdersi, per farsi salvare... come un cucciolo di cane! Questo secondo me, la sa lunga sulle dissociazioni mentali... dell'uomo!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Al peggio non c'è mai fine... Anche dinanzi ad essere sgozzato per l'agnello? anche di fronte alla morte, per l'uomo, in qualunque modo essa avvenga? Sì. La morte non è il peggio né per l'uomo, né per l'animale. Il peggio è vivere incatenati. Ma per l'animale è paradossalmente peggio che per l'uomo. In realtà ad essere paradossale è solo l'uomo e certi suoi comportamenti. L'animale non può fare la rivoluzione, non può cospargersi di benzina e darsi fuoco, non può fare il digiuno di protesta, non può urlare il dolore per la mutilazione della sua libertà. E' un urlo muto il suo, che non senti ma che scopri dentro i suoi occhi, tristi, spenti, da rassegnato che soccombe dinanzi alla folle e soverchiante volontà dell'uomo. Qual'è il senso del cane alla catena, dell'uccellino in gabbia, del maestoso leone prelevato laddove è re per essere trasformato in buffone da chi buffone c'è nato e non re?! L'unica speranza di libertà la ripongono ancora una volta paradossalmente nell'uomo, in quello che trova semplicemente naturale che le ali hanno un senso che è quello di potersi dispiegare e librarsi in volo, le zampe di camminare e correre e saltare e arrampicarsi e di afferrare l'uomo, quello problematico, prima che subdolamente le incateni e... sbatterlo a terra! Ma c'è che l'uomo sano di mente incontri sempre grandi difficoltà a far capire a quello cerebralmente leso il discorso logico... e certo, se uno è limitato... Chissà poi com'è che a decidere per tutti siano sempre quelli con le menti... incatenate! Ma forse semplicemente perché quando tutto ha inizio, ad essere limitati lo siamo tutti. Comunque sia, a volte e meglio tardi che mai, le cose... cambiano. ...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
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Gli elefanti a catena: la Cassazione conferma la condanna al circo Togni.
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La Corte di Cassazione ha confermato negli scorsi giorni la condanna al circo Togni per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura etologica: nello specifico, la condanna sarebbe stata confermata perché due elefanti di proprietà del circo venivano tenuti continuativamente legati a corte catene.
LAV, che aveva denunciato il circo nel 2012 e si era successivamente opposta all’archiviazione del caso, si dice soddisfatta.
Commenta l’associazione: “Una pronuncia importantissima, quella della Suprema Corte, che conferma ancora una volta come detenere un animale a catena sia incompatibile con la sua natura, a prescindere dalla condizione di cattività e conferma anche, laddove ve ne fosse bisogno, che la vita degli animali dei circhi è sofferenza. Il governo e il parlamento italiano devono prendere atto delle evidenze scientifiche e dell’accresciuta sensibilità degli italiani, il 71,4% dei quali, secondo il Rapporto Eurispes del 2016, è contrario ai circhi con animali”.
LAV ha colto l’occasione per ribadire ancora una volta la necessità di eseguire immediatamente i dettami del parlamento che, già nel 2013, aveva richiesto la revoca dei finanziamenti pubblici ai circhi con animali a partire dal 2018.
Ricordiamo che l’Italia è uno dei pochi Paesi a non aver ancora messo il bando a questo genere di dolorosi, crudeli spettacoli.
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Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
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E quando parla nel suo dialetto... il massimo! Ma poi si capisce benissimo, io li capisco tutti, sarà perché mi piacciono, perché senti col cuore oltre che con le orecchie.. E', un dio! A proposito... concedetevi un po' di relax guardando questi due video... C'è da mo-ri-re-!
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No, non continuo sulla foto dei Beatles scattata l’8 agosto del 1969 sulle strisce pedonali della londinese Abbey Road per la copertina dell'omonimo album. La storia è del resto nota a tutti. Ma c'è soprattutto che sono stata distratta da altre foto, magari non altrettanto famose ma belle anche di più! Ehm... le ho rubate! Di nuovo...
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...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
"...L'Apparenza... della parola, nella sua ambiguità è carica di tutti i sensi possibili che si svelano di volta in volta diversi, secondo la predisposizione all'ascolto, all'associazione di idee, alla connessione di corrispondenze sempre rinnovabili e intercambiabili. Una parola che si fa ambiguità, che convoglia una molteplicità di significati compresi anche quelli evocati dalla pura musicalità del testo, rifiutando qualsiasi spiegazione ulteriore, qualsiasi traduzione, qualsiasi riduzione; coerentemente con questa oscura poetica, il disegno della copertina è...una credenza."
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...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
"... Ciò che rimane quando i turisti svaniscono è il paesaggio, ridente labbriforme costa, che se la ride della vanità degli oggetti e degli uomini – dado, che si giocano le loro possibilità rimanendo ben piantati sulla faccia nascosta del proprio metro quadro di spurie certezze."
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
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...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
"Le cose che pensano... è un inno alle occasioni perdute, agli sguardi che non si incontrano, agli amori e alle emozioni leggere e inafferrabili che svaniscono o mai appaiono e che tuttavia rimangono impregnate nelle cose. Non c’è più oggetto, soggetto, chi parla di chi, di cosa, nulla ha più importanza se non questo vagare del sentimento nello spazio tra le cose..."
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"... Non importa quanto ci si allontana nello spazio, le cose ci risucchiano nel loro esserci, piene dell’amore che abbiamo sprecato."
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“Eppure l’unica vita eccitante è quella immaginaria. Appena metto in moto le rotelle nella mia testa non ho più molto bisogno di soldi o di vestiti.” Virginia Woolf
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
... so solo che crollo dal sonno! anzi... sono già crollata... Not....
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
... Gian Maria Testa se n’è andato a 57 anni... Come sempre si dice, restano per tutti noi le sue canzoni. Ma a me resta il ricordo e la nostalgia di una bella amicizia durata vent’anni. Ci eravamo conosciuti nel 1996, in febbraio. A Parigi. Strano posto per conoscersi, per due che sono cresciuti praticamente negli stessi posti, nel Piemonte delle colline e dei vigneti. Ma quel giorno ero a Parigi, e su qualche giornale avevo letto che lo “chansonnier italien” Gian Maria Testa l’indomani avrebbe tenuto un concerto all’Olympia. All’epoca sapevo poco di questo capostazione di Cuneo che scriveva canzoni bellissime, e che in Francia era molto amato, mentre da noi non se lo filava nessuno...
...da buon cuneese di sangue contadino prima di convincersi a lasciare il posto fisso in ferrovia ha preferito farsi anni di vita d’inferno, la notte i concerti e la mattina il lavoro, che si sa come vanno le cose nel mondo dello spettacolo, oggi sei una stella e domani ti cerca più nessuno...
... Non era così immediato scovare uno di Cuneo a Parigi... ...lo scovai e ci demmo appuntamento in un piccolo bistrot al Marais, la mattina del gran giorno del concerto all’Olympia. L’Olympia all’epoca era un santuario. Solo grandi star. Italiani ne passavano pochini: l’unico habitué era Paolo Conte.
... quella mattina nel bistrot al Marais... ... Parlammo a lungo di varia umanità, e delle nostre comuni radici nel Basso Piemonte, e poco di musica. Parlammo molto in piemontese, in quel bistrot al Marais. Pareva una versione nordista di un film di Totò e Peppino. Fu una mattina piacevole. E la sera, all’Olympia, fu un trionfo.
...Io poi scrissi un lungo articolo per il mio giornale, raccontando del capostazione all’Olympia, e subito dopo Enzo Biagi lo intervistò al “Fatto” e Gian Maria Testa divenne popolare anche in Italia.
... L’ex capostazione di Cuneo, nato a Cavallermaggiore, cresciuto in una famiglia dove si parlava soltanto il piemontese - è diventato un artista totale, un fenomeno culturale alto, un musicista raffinatissimo. Restando però, sempre e comunque, un uomo semplice, quasi imbarazzato per il bene che si diceva di lui; identico a quello che conobbi vent’anni fa a Parigi, alla vigilia della celebrità.
Izzo l'ho conosciuto pure io... Attraverso i suoi romanzi. E' stato come essere travolta da un treno. Ad alta velocità.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
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Calabrese era nato a Genova il 28 novembre del 1929. Importante il suo sodalizio artistico oltre che con Bindi (ricordiamo anche " Il nostro concerto"),anche quello con Mina che nel 64 incise rendendo celebre " E se domani".
"Piano" (1960), scritta originariamente per Mina fu ripresa in tutto il mondo con il titolo di "Softly as I leave you" e eseguita da Frank Sinatra, Elvis Presley, Tony Bennett. La canzone gli valse un Grammy nel 1978.
Aveva tradotto e riadattato in italiano canzoni francesi, inglesi e portoghesi,in certi casi portandole anche al successo, com'è il caso di Le déserteur, diventata Il disertore, proposta prima da Ornella Vanoni e più di recente da Ivano Fossati, brano dal contenuto antimilitarista, censurato dal governo francese del tempo - era il periodo della guerra in Indocina.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
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Il suo ultimo tango, il sassofonista argentino Leandro Gato Barbieri, in realtà ha smesso di suonarlo due giorni fa e non a Parigi ma a New York, all'età di 83 anni.
" Noto a tutti come "Gato", fin da bambino inizia a studiare musica, per poi esibirsi da ragazzo nei club notturni di Buenos Aires fino ad arrivare al successo. Nel 1962 si trasferisce a Roma e comincia a colaborare con i più grandi nomi della musica e del cinema, tra cui Ennio Morricone, Giorgio Gaslini, Pier Paolo Pasolini e Bernardo Bartolucci, che gli affida la colonna sonora di "Ultimo tango a Parigi" con cui nel '73 vince il Grammy Awards.
Vorrei aggiungere un altro brano ma pur apprezzando molto Gato come sassofonista non conosco molto dei suoi album, perché è un genere che ascolto poco. Chissà l'esperto conoscitore di jazz quale sceglierebbe... Ehi, Dasti! Parlo con te! Vabbò! Sarà al solito tra le ragnatele del suo sotterraneo gotico a spolverare la sua infinita collezione di jaaaaazzz.... No, perché un patito di jazz, ha sempre la sua brava collezione! Ehm... Dasti... se dovessi trovarmi dalle tue parti, beh, sarei proprio curiosa di vederla 'sta collezione! Se esiste... Ssssè! Figuriamoci se m'invita! Che tirchi e burberi 'sti Genovesi! Comunque... poco fa ho ascoltato un pezzo che mi piace e lo posto. E... Gato... ti prometto che ascolterò tutti i tuoi album perché adoro il sax e chi lo sa suonare... come te.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
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eheh! Ho appena scoperto da quale album sceglierebbe il brano Dasti! Da questo:
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
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La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Ecco quel che ho da dir sulla musica: ascoltatela, suonatela, amatela, riveritela e tenete la bocca chiusa. (Albert Einstein)
Avrei voluto aggiungere alla fine delle immagini un commento che avesse come soggetto... la musica.Come linguaggio umano che "confini" non ne conosce. Perché ero rimasta colpita dal viso serio, tirato, sofferto, del ragazzo che suona il violino. Mi ha commosso e intenerito il suo tentativo di creare un contatto fra sé e gli altri esseri umani attraverso la musica del suo violino, riponendo forse nel suo linguaggio universale la speranza anche di un amore universale.
E invece a volte ti coglie insieme alla tristezza, lo sconforto dinanzi alle tragedie umane e all'ottundimento di chi cade nel subdolo inganno dei giochi di potere e alla fine... rimango muta. Qualsiasi parola mi appare, superflua, inutile.
Poi mi capita una pagina davanti agli occhi e le parole che comincio a leggere mi rincuorano, mi ridanno speranza che le menti libere esistono ancora, le menti capaci di guardare oltre le apparenze, che non si lasciano ingabbiare e che pensano non in modo sommario, generalizzando, non in modo superficiale e riduttivo facendo minestroni di pessimo gusto privo di ogni genuinità.
Ecco la bellissima pagina di Francesca de Carolis:
La musica, l’uomo. i muri…
Guardando, nei giorni scorsi, l’immagine del giovane migrante che suona il violino.L’avrete visto in molti. E’ a pochi chilometri dal confine con la Grecia, bloccato dalla polizia turca insieme ad altre migliaia di profughi. L’avrete sentito. A due passi dal cordone di polizia tenta note incerte. Ma è Vivaldi, la Primavera. Che subito si riconosce… Poco prima, o poco dopo, leggendo di altra musica. Del coro di bambini, questa volta, fra i grandi in attesa dell’apertura di un varco per la Slovenia. E trascinano tutti in un unico grido…
Qua e là, per le vie del web che a tutto ci sembrano autorizzare, alcuni commenti infastiditi. “Sceneggiate”, costruite ad arte, soffia qualcuno. Qua e là, ancora, parole, che sembrano nutrite di ferocia. Eppure, eppure… Forse è solo paura. E non della folla di persone che preme per passare, che chissà che verrà a fare. Ma paura della musica. Paura, vien da pensare, delle note che sono lì a bussare sui confini. Perché? Perché è difficile difendersi dalla forza ancestrale del linguaggio musicale… Già. Sapete, cosmologie arcaiche narrano che l’uomo è nato dal suono. Da un soffio, da un canto, da una melodia, da un flauto di bambù, da un battito di tamburo… E un canto e un controcanto hanno dato origine all’umanità. E se l’uomo è nato dal suono, la sua essenza sempre rimarrà sonora. Tutto il resto sono orpelli del mondo materiale che l’anima vera un po’ camuffa, se, per dirla con Schneider, “la realtà dei sensi impedisce alla maggior parte dei mortali di riconoscere l’essenza sonora e luminosa della realtà metafisica”.
E questi suoni contemporanei intonati ai confini, le note del violino, il coro di piccole voci, sembrano inconsapevole, istintivo richiamo a quell’essenza sonora, profonda e luminosa. Nel cui linguaggio riconoscersi e ritrovare unità. Note che trovino vie, nel reticolato di muri che nel tempo della storia sono stati costruiti. E come difendere le nostre storie frantumate e così ben divise e protette fra confini, da quel richiamo, dal contatto con l’essenza profonda di noi che non sappiamo più riconoscere, né gestire? Eppure, eppure… Non sarà un caso che i riti, le cerimonie che tanto ci commuovono e ci danno l’illusione di momenti di unità profonda, traggano la loro efficacia, la loro forza dalla musica.
Ricordate Rostropovich? Corso sotto il muro infranto di Berlino con il suo violoncello. A sanare con la musica quella cicatrice sul cuore che era stato per lui, ha poi detto, il muro di Berlino. E scelse Bach, musica assoluta. Ho letto che disse allora Rostropovich “Non sono andato a Berlino a suonare per la gente, sono andato lì a suonare affinché Dio mi ascoltasse, direttamente dal Muro di Berlino. Una specie di preghiera di ringraziamento a Dio. E davvero, dopo quel giorno, le mie due vite si sono riunite”.
Musicisti, come sacerdoti, come sciamani, in contatto diretto col divino. Le mitologie attribuiscono loro nascite straordinarie. I primi nove musicisti, sapete?, furono vomitati dal canto dei vulcani, E come l’esplosione di un vulcano, ricordate?, è stato il concerto sulla porta di Brandeburgo, poco dopo la caduta di quel muro. The Wall… e ancora si sbriciolano emozioni. (...)
Per cercare il suo varco il giovane violinista sul confine della Grecia ha scelto la Primavera di Vivaldi, che è suono del risveglio della terra. Lo stesso brano lo suonava, lo incontravo spesso fra una corsa e l’altra della metropolitana, un piuttosto maturo violinista zingaro, lì a raccattare un po’ di quattrini. Bravissimo lui, davvero. Anche lui, lì a cercare di parlare all’essenza sonora di ciascuno di noi, per farsi da noi riconoscere. Anche lì, sulla metropolitana, qualcuno che si commuoveva, qualcun altro che s’irritava… perché, l’avete letto anche voi immagino, Tolstoj, la sua ‘Sonata a Kreutzer’: “Dicono che la musica abbia per effetto di elevare l’anima. Sciocchezze, non è vero. Non la eleva né l’abbassa. Agisce, agisce tremendamente…”. Esasperando infine l’anima, e ognuno si esaspera nel bene o nel male, nella direzione che sa…
Mi piacerebbe sapere che fine ha fatto il giovane musicista sul confine, e in che direzione la sua musica abbia spinto gli animi lì intorno. Se il suo incerto suono abbia infine infranto un muro, riallacciando parole, con l’essenza profonda delle persone di là dalla barriera.
Ibla: P.S.: L'importante è che " il velo" non copra la mente ottenebrandola, rendendo cieco chi sta a guardare,senza vedere.
L'importante sarebbe che esistesse un Dio così grande da proteggere i bambini che " il libero arbitrio " non hanno avuto il tempo di capire che cavolo fosse!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
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Ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere, la musica lo esprime. (Victor Hugo)
Senza musica la vita sarebbe un errore. (Friedrich Nietzsche)
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
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Rockrider 5.2 + kit bafang swxh Alcedo + batt. 9 Ah 36v Flyer in the dirt (Flyer S street + dual drive 27 - Custom MTB) Kalkhoff Pro Connect Alfine 11 speed ------------------------------- Per arrivare là, dove nessun uomo è mai giunto prima...con un motore a scoppio