Il nostro FelicettoGiramondi mi ha messo molto gentilmente a disposizione una Gazelle EasyGlider ed una Chamonix per un test prolungato Sono andato a Vicenza da lui e ho incontrato l’altrettanto gentile e competente Matteo, responsabile delle vendite; sono tornato, in treno, con la EasyGlider; dopo un paio di giorni di prove sono tornato a Vicenza, in sella, e sono rientrato in treno con la Chamonix; stesse prove e poi, sempre in sella, sono tornato a restituire anche quest’ultima Con ognuna delle due ho fatto circa 200 km ed ecco qui il mio report
Premetto che, per ognuna delle bipa, mi hanno fornito una batteria di scorta che mi ha permesso di fare le prove di autonomia … senza dover girare mille volte intorno all’isolato, non sapendo quando sarei rimasto a secco
Per prezzi e ulteriori informazioni riferirsi all'importatore italiano www.noord.it Vicenza
Questa è la Gazelle modello EASY GLIDER
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CICLISTICA
La prima impressione salendo in sella è di una bipa molto comoda e morbida, con posizione in sella di tipo “olandese” cioè a busto eretto e pochissimo peso scaricato sulle braccia L’ammortizzazione funziona egregiamente per merito delle ruote di grande diametro, del buon ammortizzatore anteriore (regolabile e che non presenta gioco) e per la sella con cannotto ammortizzato La capacità di assorbimento delle asperità è confermata anche dopo lunghi percorsi; la posizione in sella a busto verticale va valutata in base alle preferenze personali La morbidezza dell’insieme non si addice molto ad un uso sportivo (che non è comunque il target di questa bipa)
Il telaio è ben “legato” senza tintinnii ne sbatacchiamenti di nessun tipo, anche sulle buche più severe
La stabilità in marcia è ottimale, anche a velocità elevate (provata fino a 50km/h senza alcun problema) Non si innescano oscillazioni nel manubrio guidando senza mani
Piega del manubrio, altezza sella e inclinazione sella sono regolabili con sistemi rapidi e senza necessità di attrezzi La sella è al gel e risulta accogliente (ma come per ogni sella è un dato molto personale)
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le manopole sono di tipo ergonomico
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il cambio è uno Shimano Nexus a 8 rapporti inserito nel mozzo posteriore, con possibilità di cambiare da fermo
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i rapporti sono piuttosto corti : in prima marcia a 66 pedalate al minuto si viaggia a 6.2km/h e in 8.a , sempre a 66 ped/min, si marcia a 23km/h
I freni sono degli Shimano RollerBrake alloggiati a fianco dei mozzi delle ruote e con il disco di dissipazione del calore che li fa assomigliare a dei freni a disco la frenata rimane ottima anche in caso di lunghe discese ma è meno aggressiva (e forse un po’ più lunga) dei classici V-brake la loro presenza complica lo smontaggio delle ruote e la loro manutenzione (peraltro rara) richiede un meccanico competente
Il cavalletto è del tipo monopiede e, insolitamente, consente la rotazione completa dei pedali quando è estratto
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il portapacchi è dotato di comodi elastici ed ha una portata di 25kg
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Ottima e dalla forte impressione di solidità tutta la componentistica
La bipa senza batteria pesa 24.4 kg e la batteria 2.8 kg per un peso totale di 27.2 kg
Nota negativa: il sollevamento (per cui anche il trasporto in treno) è molto difficoltoso per via del peso complessivo e soprattutto per la mancanza totale di punti di appiglio nella zona centrale del telaio
Curiosità: il campanello è a rotazione della parte più interna della manopola di sinistra; molto comodo e per nulla ingombrante sul manubrio
PARTE ELETTRICA :
MOTORE
La motorizzazione è la Panasonic che integra il movimento centrale, su cui misura lo sforzo esercitato sui pedali, e che agisce sulla catena, sfruttando così i rapporti del cambio
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Non dà mai la sensazione di una grande forza, ma è molto morbido nell’erogare la potenza
La rumorosità è molto bassa soprattutto alle basse velocità; diventa un pochino più sensibile verso i 23km/h e, sulle salite, si sente il rumore variare in funzione della diversità di spinta che si esercita nel giro dei pedali (è un suono tipo woon woon woon … che aiuta ad imparare ad eseguire una pedalata “rotonda” cioè non solo spingendo in giù ma anche in avanti e indietro)
CABLAGGI
Sono eseguiti con molta cura e il più possibile nascosti all’interno del telaio
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CRUSCOTTINO CON I COMANDI
E’ il classico cruscottino Panasonic
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i tre led superiori segnalano lo stato di carica della batteria; il pulsante giallo “Power” serve ad accendere e a spegnere l’assistenza I tre led inferiori si accendono in sequenza premendo il pulsante “Mode” e indicano il livello di assistenza selezionato I pulsanti hanno un azionamento sicuro e facilmente raggiungibile con il pollice della mano sinistra senza staccare la mano dal manubrio
BATTERIA
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E’ una litio ioni–manganese 26V 10Ah 260Wh prodotta dalla Panasonic, ma l’involucro è diverso da quelle usate ad esempio sulle Flyer
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Infatti questa batteria è alloggiata in un semiguscio che la raccorda alla carrozzeria
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L’involucro è facilmente smontabile con un gancio a scatto
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In effetti la seconda batteria mi è stata data senza questo involucro, per diminuire gli ingombri, e le operazioni per la sostituzione sono state comunque rapide e facili
Sulla batteria è presente un indicatore a 5 led per il controllo dello stato di carica, che si è rivelato ben lineare nell’indicazione Per attivare l’indicazione è necessario premere il pulsante posto a lato dei led: giusta soluzione per evitare inutili consumi dato che l’indicazione è invisibile stando in sella ed è riportata sui led del cruscottino (sempre in funzione ad assistenza attivata)
La ricarica può essere effettuata con la batteria montata sulla bipa attraverso uno sportellino morbido posto a lato dell’involucro della batteria stessa
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Si può poi caricare la batteria nel suo semiguscio, a batteria estratta oppure, a semiguscio staccato, sulla batteria stessa Questi connettori sono fra loro diversi ed il caricabatteria è dotato dei raccordi necessari Esso è piuttosto ingombrante da portare a bordo
Il tempo di ricarica da batteria esaurita è stato un po’ meno di 6 ore
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MODALITA’ DI ASSISTENZA
L’erogazione della potenza del motore è bene illustrata in questo grafico contenuto nelle istruzioni di uso
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La differenza fra il modo Eco (potenza fornita pari al 50% di quella muscolare impiegata) e Normale (100%) è avvertibile; molto meno fra il modo Normale e Boost (130%)
Il controllo della velocità è in realtà un controllo della cadenza della pedalata (non c’è alcun sensore sulle ruote o comunque a valle del cambio) La cadenza a cui non si percepisce più la spinta del motore mi è sembrata verso le 66 pedalate al minuto (6 km/h in 1.a - 23km/h in 8.a) Questo implica che non si riesce a raggiungere la velocità massima con un rapporto inferiore e una pedalata agile, ma che velocità e cadenza sono legate in modo fisso dai rapporti del cambio (a meno di non sobbarcarsi tutto lo sforzo necessario senza più assistenza)
AVVIO DELL’ASSISTENZA
Essendo presente il controllo dello sforzo esercitato sui pedali , l’avvio dell’assistenza inizia a mezzo fermo non appena si spinge su un pedale; ne risulta un avvio immediato e una immediata spinta nelle partenze in salita La notevole sensibilità di questo controllo e la mancanza del cut-off sui freni, richiede che, quando si è fermi ad esempio ad un semaforo, si tengano entrambi i piedi staccati dai pedali per evitare scatti in avanti indesiderati della bipa o consumi inutili di energia nel caso si tengano tirati i freni
Poiché il motore scarica la sua potenza attraverso il cambio, è importante partire con un rapporto corto altrimenti l’accelerazione risulta troppo debole; per questa caratteristica risulta molto indicato il cambio a mozzo azionabile a mezzo fermo come quello installato
Nella tipica ripartenza da un semaforo, a mio parere, il modo d’uso migliore è inserire la terza marcia In questo modo la bipa parte con decisione per il rapporto piuttosto corto ma richiede un certo sforzo sui pedali Subito dopo bisogna passare alla marcia successiva perché altrimenti l’assistenza, raggiunte circa le 66 pedalate al minuto, non consente più di accelerare con uno sforzo ragionevole; occorre quindi riprendere a spingere sui pedali per arrivare nuovamente a quella cadenza e così via fino alla velocità di crociera Se invece si parte in prima, si raggiungono le 66 pedalate al minuto molto rapidamente con una velocità di circa 6 km/h e ci si trova in pieno incrocio con la bipa che sembra non volerne più sapere di accelerare
Con il mio solito test di accelerazione, esercitando uno sforzo sui pedali sensibile ma non forte, ho ottenuto un tempo di 11.2 secondi per percorrere i primi 50 metri
PENDENZE SUPERABILI
L’avvio immediato dell’assistenza favorisce le partenze da fermo in salita e il motore centrale asservito al cambio favorisce il superamento di forti pendenze
Questa è la prova di partenza da fermo su rampa al 12%
Anche in modalità ECO (minore assistenza), la partenza – purchè eseguita in prima marcia – è agevole senza richiedere sforzi da polpacci allenati
Anche la rampa al 27% viene superata con partenza da fermo, con qualche problema di equilibrio per la molto bassa velocità Voglio precisare che questo è un valore di pendenza molto elevato, in cui ci si imbatte molto difficilmente
lo sforzo necessario è, in questo caso, consistente
La poca potenza di picco del motore con la contropartita dell’asservimento al cambio, implica basse velocità di percorrenza delle salite La strategia migliore è quella di lasciar calare la velocità e scalare rapporti per mantenere una cadenza di pedalata piuttosto lenta (verso le 50 pedalate al minuto); così facendo lo sforzo in salita rimane molto basso anche per pendenze consistenti Questo implica che le velocità di percorrenza delle salite sono piuttosto basse, simili a quelle ottenibili con una bici muscolare, ma con sforzo assai minore Chiaramente in questo caso l’autonomia si riduce drasticamente (in salita bisognerebbe calcolare l’autonomia in tempo e non in chilometri) Sul mio solito cavalcavia al 4% ho ottenuto una velocità di 17km/h in 5.a con uno sforzo appena maggiore a quello in pianura
VELOCITA’ e AUTONOMIA
Una precisazione necessaria: lo sforzo sui pedali che definisco “modesto” è circa quello che mi servirebbe per andare a 18-20 all’ora su una muscolare da biciclaio e non da supermercato
Nelle mie prove ho ottenuto una autonomia di 95km su strade pianeggianti in modalità ECO e con una velocità di circa 23-24km/h Ho spinto con una certa energia sui pedali e l'ho fatto per ottenere una velocità media che reputo necessaria ad una bipa (la media è stata 22.7). Alla fine delle prove mi sono ritrovato un po' stanco Se avessi voluto spingere di meno sui pedali (per non sudare nemmeno un po') avrei dovuto viaggiare a circa 20km/h e avrei “prosciugato” la batteria in meno chilometri
In modalità “boost” ho viaggiato con uno sforzo simile al caso precedente ottenendo velocità di 24-25km/h e una media di 23.8 ; in questa condizione l'autonomia è scesa a 75 km
Mi sembra, perciò, che i dati forniti dal Costruttore siano corretti (40-70km) se si lascia lavorare il motore e si spinge poco (ma così le medie orarie non sono … da primato)
PEDALABILITA’ AD ASSISTENZA DISINSERITA
Il posizionamento centrale del motore non ostacola la scorrevolezza della bipa anche se penalizza leggermente il percorso della catena perciò del movimento dei pedali Anche la presenza della dinamo a mozzo crea un piccolo effetto frenante La pedalabilità senza assistenza risulta comunque ottima Il peso complessivo si fa avvertire sia in partenza che in salita
IMPIANTO LUCI
Il fanale anteriore è del tipo automatico (si accende da solo quando c’è buio, ma si può forzare l’accensione con un selettore) E’ del tipo a unico led e produce una sufficiente illuminazione della strada con un fascio un po’ stretto ma ben allungato Ha anche la funzione di “persistenza” perciò rimane acceso per un certo tempo anche a bici ferma, ma con una intensità molto inferiore a quella in marcia, utile solo per farsi vedere e non per illuminare A velocità molto basse l’illuminazione è insufficiente, come con tutti i sistemi a dinamo (che in realtà è un alternatore)
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Sulla sospensione anteriore ci sono integrati due catadiottri bianchi ben efficaci L’alimentazione viene fornita da una dinamo a mozzo Shimano
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che penalizza un poco la scorrevolezza della ruota anche a luce spenta
Il fanale posteriore è realizzato con un unico led rosso a luce fissa E’ alimentato da due batterie stilo (AA) E’ anch’esso del tipo automatico ma con un sensore di vibrazione per cui si accende non appena si muove la bici
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ha, come il fanale anteriore, il commutatore per poterlo mantenere acceso anche in assenza di vibrazioni Al cessare del movimento rimane acceso per alcuni minuti
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ANTIFURTO
E’ dotata di un solido lucchetto ad arco (la stessa chiave serve per estrarre la batteria) Ma sul lato opposto alla chiave è possibile fissare una catena per ancorare la bipa ad una struttura fissa, con un perno che entra nello stesso lucchetto ad arco Molto comodo perché si usa una sola chiave ma forse meno efficace contro i ladri a cui basta scassinare un’unica serratura
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(questo test si completa, con alcune considerazioni comparative, nella prova della Gazelle Chamonix)
Pix su Frisbee Atlas, su pieghevole 20" Kawasaki con kit Bafang centrale e su Cargo muscolare "artigianale"