Prudente: Hai stabilito tu le regole del gioco: trovare le due foto in questa pagina "che hanno anche in comune un curioso particolare..." Io ho trovato più di una coppia di foto che integra con ragionevole certezza le regole che tu hai stabilito ed io accettato. Invece nella tua coppia di foto è quanto meno lecito dubitare sull'elemento fondamentale, che non sono io a dover provare (io ho proposto le Dolomiti e contrabbassi). Sei tu a sostenere (senza evidenze) che nella tua foto c'è un maschietto. Infatti, se indossare un vestitino attillato a fiori, corto sulle ginocchia, con le bretelline sottili e grandi margheritoni disegnati, non provasse il genere della bambina (nemmeno ai tempi delle foto in bianco e nero) allora come si può sostenere che sia un maschietto per via dei capelli che non sono lunghi ed anzi non si vede affatto come siano?
Inserito il - 27/08/2018 : 00:32:59 Prudente:
Ibla: Tu la segui la moda, Prudente? No? No, nel senso che non vesti all'ultima moda o nel senso che non ti aggiorni?
Penso di non averle mai seguite. Da bimbo indossavo la divisa scolastica. Al liceo forse tentavo di seguirla un po' di più nel ridicolo tentativo di integrazione sociale con i figli di papà che ero costretto a frequentare. Sicuro che non mi aggiorno (alle mode). Anzi, mi accorgo e mi incuriosisco delle mode solo quando ormai sono tramontate. Mi interrogo allora su cosa le abbia fatte tramontare o se possano ancora trovare uno spazio oggi, insomma solo in questo caso le adotterei volentieri se possibile. Comunque ne resto a questo punto in un certo senso affascinato per come possano "firmare" un arco temporale. Ma non mi riferisco solo all'abbigliamento. Qualche giorno fa in tv passavano Harry ti presento Sally. I vestiti di Mag Ryan, mi hanno ricordato quelli di Margherita Buy in Maledetto il giorno che t'ho incontrato, e così mi sono ricordato che in quegli anni anche qualche mia amica si vestiva con quelle mantelline, gli impermeabili lunghi con le spalline, i pantaloni a vita alta, i cappellini a bombetta, quei colori nocciola, marron, avana... e c'erano i cordless bianchi con l'antenna, i televisori con tubo catodico, le prime mtb... ma in quegli anni non mi accorgevo che tutto questo fosse di moda. Riconoscevo che i pantaloni a zampa d'elefante fossero stati di moda e tramontati, ma non mi accorgevo della moda del momento. Posso dire che la moda per me è all'incirca come la gioventù: mentre la vivi è solo la normalità; la capisci meglio solo dopo che è passata. Forse.
(Rispondo al post precedente. L'ultimo l'ho letto solo adesso.Velocemente. Ma merita di essere riletto con più calma. Dopo.)
Allora, Prudente... Al di là di capelli corti o lunghi, di bretelline larghe o strette, di vestitini o pagliaccetti con o senza fiori, la mia mente a prescindere da tutto questo ha deciso che quel bambino fosse un maschio. Nello scoprire l'attinenza di una foto con l'altra per la presenza in entrambe di due bambini sulle loro prime bici, di una femminuccia e di un maschietto col caschetto nella mia, essa ha visto di riflesso un maschietto nel bambino col caschetto nell'altra. S'è convinta così. Ha visto quello che ha voluto vedere. E' andata così. Almeno credo. Poi, scoperto di essersi ingannata e che ancora una volta l'idealizzazione della realtà crollava miseramente dinanzi alla lucida razionalità, ha usato per reagire alla delusione l'arma dell'ironia. Fa sempre così! Ma alla fine scopre sempre che il bello della comunicazione è proprio riuscire in un modo o nell'altro a entrare in contatto e con animo leggero, spoglio dagli inutili fronzoli sotto il cui peso rimane schiacciato senza riuscire a sollevarsi verso l'altro.
Riguardo alle 350 biciclette... Non se ne parla nemmeno stavolta postarne l'argomento. Tanto loro non scappano, abbarbicate su quei muri a ricordare altri muri: quelli alzati contro la libertà.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
"Ecco, la musica è finita, gli amici se ne vanno..."
E io non ho sonno e quindi scrivo finché almeno non crollerò colpita alla nuca come un povero coniglio...
P:Da bimbo indossavo la divisa scolastica.
I: Divisa?! Frequentavi un college inglese?
P: con i figli di papà che ero costretto a frequentare. I: in che senso costretto?
P: ...mi accorgo e mi incuriosisco delle mode solo quando ormai sono tramontate.
... Qualche giorno fa in tv passavano Harry ti presento Sally. I vestiti di Mag Ryan, mi hanno ricordato quelli di Margherita Buy in Maledetto il giorno che t'ho incontrato
I:Strano! Tu non noti come si veste chi ti passa accanto nella vita reale di tutti i giorni mentre ricordi perfettamente com'era vestita la Buy in un film visto in passato riconoscendo gli stessi suoi abiti in quelli indossati dalla Ryan in un altro film visto di recente mostrando di essere invece un acuto osservatore nell'imitazione della vita reale! Chissà cosa ne penserebbe Jung...
Com'è questo film, Prudente? A me piacciono molto sia Verdone che la Buy ma "Maledetto il giorno che t'ho incontrato" non m'è mai capitato di vederlo.
P: Posso dire che la moda per me è all'incirca come la gioventù: mentre la vivi è solo la normalità; la capisci meglio solo dopo che è passata. Forse.
I: Penso che si capisca meglio solo dopo ogni "un arco temporale" della propria vita, perché solo dopo hai una visione completa di come sia cominciato, evoluto e concluso: è come guardare un film alla fine soltanto del quale potrai fare una critica sugli interpreti, sulla trama, sulla regia e decidere se sia valsa la pena averlo visto (vissuto) o meno. In ogni caso, relativamente al periodo della gioventù, c'è da dire che se ci fosse concesso in qualche modo di viverla con l'esperienza, la maturità e la mentalità di un vecchio, vivremmo solo una vita da vecchi e giunti nella vera e propria età della vecchiaia non avremmo certo un vasto repertorio di film da guardare, d'avventura e d'amore, drammatici e comici, ma sempre e soltanto lo stesso film, di una monotonia... mortale!
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350 biciclette sono quelle dipinte sui muri della città di Rosario da Fernando Traverso, un artista militante politico negli anni 70, che avendo perso ma nel vero senso della parola il suo amico col quale andava spesso in bicicletta e di cui trovò un giorno solo la sua bicicletta appoggiata ad un albero, decise che avrebbe dipinto la sera dopo il lavoro, sui muri della città delle bici uguali a quella dell'amico scomparso, fino a raggiungere il numero dei desaparecidos di Rosario, 350, appunto, durante gli anni dei regimi militari in Argentina. Per non dimenticare.
Un vero peccato però che la memoria storica dell'essere umano sia molto... labile.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
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No. Andavo a scuola dai "preti". C'erano divise, classi e ingressi, diversi e separati fra maschi e femmine (all'educazione delle quali provvedevano le suore). Volavano botte da orbi (ma che io sappia nessuno di noi ha mai rischiato le chiappe: poteva andare peggio). Io me la cavai sempre. Solo una volta presi un paio di ceffoni da farmi ruotare la testa. Avevo trascorso la ricreazione su un praticello all'ombra con altri 4 o cinque compagni (tutti schiaffeggiati in rassegna). Non pensavamo che fosse obbligatorio prendersi a calci appresso al pallone su un campetto d'asfalto (dove tra l'altro finivo spesso per cadere, bucare i pantaloni, beccarmi i rimproveri a casa e ritrovarmi con le toppe alle ginocchia per il resto dell'anno). Altri tempi. Altri metodi educativi. Ma non mi è rimasto alcun livido di quei maestri. Anzi.
in che senso costretto?
già, a volte me lo domando anche io. A proposito, a quei tempi anche mio padre portava la divisa. Ci sono diversi modi di costringere qualcuno. Magari su questi temi il livido ha solo cambiato colore. Fatto sta che non mi saprei rispondere abbastanza lucidamente.
Strano! Tu non noti come si veste chi ti passa accanto nella vita reale di tutti i giorni mentre ricordi perfettamente com'era vestita la Buy in un film visto in passato riconoscendo gli stessi suoi abiti in quelli indossati dalla Ryan in un altro film visto di recente mostrando di essere invece un acuto osservatore nell'imitazione della vita reale!
Ieri (non molto lontano da Rocca di Papa) ho visto passeggiare una signora sulla sessantina, capelli orgogliosamente bianchi, bermuda color ruggine, scarpe da trail grigie, due smartphone fra le mani, uno dei quali con la cover rossa. Aveva l'aria molto indipendente, libera, rilassata. Non ricordo se indossasse una maglietta o una camicetta ma questo non significa che non io non noti come si veste chi mi passa accanto. Solo non mi sono chiesto se fosse alla moda. Invece in tv guardo molto l'approfondimento giornalistico e qualche film. Ho notato che Toninelli indossa sempre una giacca troppo stretta di braccia. Non so se è una moda. Credo che voglia sembrare muscoloso. Il fatto è che gran parte della "vita reale" è imitazione delle rappresentazioni. Come possono essere autentiche le scene di ieri a Rocca di Papa? sembravano i provini di qualche cinepanettone. Poteva essere una cronaca di "vita reale" con presupposti inquietanti... per fortuna si è sciolta in un teatrino grottesco. Come gliela spieghi la vita reale ai cavernicoli? Sono già schiavi delle loro convinzioni. E pensare che Platone dovrebbe essere un loro riferimento culturale... Come vedi, rispetto a certe "realtà" i film sono una rappresentazione molto più sincera. :)
Chissà cosa ne penserebbe Jung...
Chissà cosa ne penserebbe uno psicanalista qualsiasi. Cosa penserebbe di me Adler? che sono stato detronizzato? O Freud? che i miei genitori hanno fatto un disastro con la mia educazione? E cosa ne direbbero Recalcati o Raffaele Morelli? :DDD
A me piacciono molto sia Verdone che la Buy ma "Maledetto il giorno che t'ho incontrato" non m'è mai capitato di vederlo
Strano. E' una delle prime commedie romantiche di Verdone, forse la più riuscita. Non è girato a Roma ma fra Milano e la Cornovaglia. La qualità della fotografia delle scene in Cornovaglia è suggestiva. La sceneggiatura forse è un po' banale, con qualche clichè di troppo, ma gli attori sono irresistibili.
...è come guardare un film alla fine soltanto del quale potrai fare una critica sugli interpreti, sulla trama, sulla regia e decidere se sia valsa la pena averlo visto (vissuto) o meno.
In realtà riesco a farmi già un'idea anche durante la visione. Infatti ho già capito cosa intendi.
decise che avrebbe dipinto la sera dopo il lavoro, sui muri della città delle bici uguali a quella dell'amico scomparso, fino a raggiungere il numero dei desaparecidos di Rosario, 350, appunto, durante gli anni dei regimi militari in Argentina. Per non dimenticare. Un vero peccato però che la memoria storica dell'essere umano sia molto... labile.
La storia dei desaparecidos è tristemente famosa in tutto il mondo. Ma quante "pagine nascoste" (un film di Sabrina Varani) sono state rimosse senza elaborazione dai nostri stessi album di famiglia prima che dai libri di storia? Sai che a Roma c'è una via (a San Giovanni) che si chiama via Amba Aradam? ma chissà quanti odierni Attilio Profeti c'erano ieri a Rocca di Papa a rappresentare il male volendo o senza nemmeno volerlo. Siamo sempre là: dentro la caverna platonica, vittime di fake news e pagine di storia non elaborate o rimosse del tutto.
Insomma non sono le tragedie del passato a preoccuparmi. Mi inquieta nel profondo l'incoscienza di oggigiorno, la banalità del male. Il cigno nero che prende forma. Non mi fa paura la pistola di Alì Agca, ma la sincerità di Viganò. Liv Ullmann spiegava un concetto interessante in "Conversazioni private": c'è una sincerità detta per ferire.
E quindi Luc, Bicicletta come libertà... anche di farne dei portavasi! Bella la terrazza! La foto l'hai fatta tu? Dove? Mi piacciono quei tetti che si intersecano fra di loro e mi piacciono anche gli abbaini che si affacciano su una distesa di tetti con le tegole antiche. Per un attimo mi hanno fatto venire in mente la scena di un film...
... mmm... sono stati i mattoni rossi a falsare il ricordo In realtà, comunicanti erano solo le scale antincendio!
@lby:
Ibi! Non dirmi che anche la borraccetta è la stessa di allora!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Sappi Prudente che da un momento all'altro arriverà una mia amica coi cornetti caldi... Alle 11? Ma io non ho ancora fatto colazione! E quindi scusa fin da adesso se ad un certo punto lascerò il discorso a metà.
Prudente: No. Andavo a scuola dai "preti"...
Stavo sorseggiando il caffè quando l'ho letto e... ho rischiato di strozzarmi! No, scusa Prudente, e dico scusa per il tuo "anzi" dopo la questione dei lividi, ma io soffro di una specie di idiosincrasia verso certe categorie di persone... ma noo, niente di personale verso l'individuo singolo ma è proprio la parola categoria che mi mette una certa agitazione addosso e i suoi sinonimi... gruppo, ordine, serie, classe, divisione, parrocchia. Sto facendo caso adesso al doppio significato delle ultime due accezioni del termine... "Volavano botte da orbi" dici e non è una novità e nemmeno che come dici ancheerano "Altri tempi. Altri metodi educativi." Ma a parte che già da tempo c'era una certa Montessori che indicava metodi ben diversi di educazione e che se solo l'avessero ascoltata avresti potuto continuare a fare "liberamente e felicemente la tua ricreazione all'ombra sul tuo praticello, ma vogliamo parlare di chi questi signori si sono sempre vantati di rappresentare? Gesù Cristo! E seppure a malincuore ho frequentato anch'io ambienti catechistici ma solo per poco, poi mi sono sganciata, e ricordo ancora certe storielle imparate a memoria e a memoria non significa capire, e insomma quella dove Gesù con le braccia spalancate, ricordo perfettamente l'immaginetta, diceva: "Lasciate che i pargoli vengano a me"! Per prenderli a ceffoni? Non credo. E a proposito del discorso di imparare a memoria, che te ne pare del fatto che mi dovevano fare spappolare il cervello la notte, nel cercare di venire a capo del mistero della trinità? Mi ero convinta di presentarmi un giorno con la soluzione del caso, come Sherlock Holmes, di cui già allora ero una fervida ammiratrice, e di farmi volere più bene da quel corvaccio a cui come premio avrei chiesto di non raccontarmi più quelle storiacce sull'inferno dove sarei finita se non la smettevo di chiacchierare durante le sue edificanti lezioni. E i bambini non battezzati nel limbo?! Cavolo! Questo si faceva le canne secondo me prima di venire al catechismo! No, niente, non ne venni mai a capo di questo dogma delle tre persone dentro una sola e così finii per abbandonare il caso e anche... il prete! Ma mai Sherlock! Uno schiaffone invece, con relative cinque dita stampate sulla guancia, a me lo diede la maestra delle elementari. E fu il primo e l'ultimo. Mi buttò anche fuori dalla classe. Motivo? Ehm... sempre quello della chiacchiera! E io pensai bene di tornarmene a casa visto che in classe non mi ci voleva. Non se l'aspettava. Perché era abituata male con alcuni bambini un po' duri di comprendonio i quali ovviamente a forza di sberle si rincitrullivano sempre di più! E a casa muti, altrimenti... altre sberle! Io invece andai a raccontare tutto a mio padre che non conosceva la Montessori ma gli bastava conoscere me, la sua ehm... adorabile figlioletta! E così mi prese per mano e mi riaccompagnò a scuola dove fece... un bel cazziatone alla maestra. Con i modi, ovviamente, perché era una persona buona ed educata. La mia chiacchiera però a quella zitella acida, pace all'anima sua, piaceva a convenienza perché chiamava sempre me per la lettura, alla lavagna e come prima voce del coro! Ahahah! C'è da morire quando mi rivedo a dirigere dalla cattedra quel coretto di stonati! Beh, che vuoi che ti dica Prudente, su quell'altro coretto, stonato pure lui ma nel cervello? Usando la tua metafora del teatro a me viene da pensare dinanzi a certa "compagnia", a quello dell’assurdo in cui dialoghi surreali danno alla rappresentazione il senso del comico e del tragico insieme. Ma la comicità che ispira non muove alla risata bensì al sorriso. Amaro.
Ah, a proposito della sessantenne descritta da te con tale dovizia di particolari da lasciarmi molto impressionata, devo dire che per un attimo ho pensato:"Sì, vabbé! Ha notato tutti 'sti particolari trattandosi di una donna e che magari ha fatto pure colpo su di lui!" Senonché poi mi sono dovuta ricredere e riconoscerti grandi doti di acuto osservatore quando ho letto delle maniche strette di Toninelli! Ahahah! E' vero! Sono andata a verificare su tre video diversi! Beh, m'hai fatto ridere... E dire che ti facevo più uno tutto d'un pezzo e poco incline alla comicità! Ma magari non è voluta... E' quella che fa ridere di più però.
Dici:"In realtà riesco a farmi già un'idea anche durante la visione" (del film).
Anch'io veramente ma voglio arrivare fino in fondo prima del giudizio definitivo, sperando che qualcosa cambi. Difficilmente poi questo avviene.
Devo chiudere... E non posso nemmeno rileggere! Vabbé... che avrò potuto mai scrivere da dover cancellare?!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
E quindi Luc, Bicicletta come libertà... anche di farne dei portavasi! Bella la terrazza! La foto l'hai fatta tu? Dove? Mi piacciono quei tetti che si intersecano fra di loro e mi piacciono anche gli abbaini che si affacciano su una distesa di tetti con le tegole antiche. Per un attimo mi hanno fatto venire in mente la scena di un film...
... mmm... sono stati i mattoni rossi a falsare il ricordo In realtà, comunicanti erano solo le scale antincendio!
La foto l'ho fatta a Torino zona piazza Crispi lungo una breve pista ciclabile, per chi conosce la città! Storico quartiere popolare/operaio chiamato "barriera di Milano" perchè adiaciente al corso che conduce all'imbocco autostradale appunto (TO-MI); Chiamato anche il "borgo del fumo", dove esistevano le grandi fabbriche: ex fonderie le ex grandi motori, ecc. ecc.
Il resto, praticamente.... come il giorno e la notte!
Buon pomeriggio!
Pieghevole Hinergy Click 20", 36V 250Watt, 7vel. Batteria Long, con celle Samsung 36V 11,6 Ah. Tandem pieghevole Graziella 20", con Kit Bafang motore centrale BBS01 36V 250W 15A. -VENDUTO Agosto 2023!
io soffro di una specie di idiosincrasia verso certe categorie di persone...
... E dire che ti facevo più uno tutto d'un pezzo e poco incline alla comicità!
In realtà nel mio messaggio precedente ci sarebbero molti nodi che non ho saputo sciogliere finendo col rimanere implicito. Non sono tutto d'un pezzo. A pezzi magari ... Quindi forse confuso. Disorientato dal presente. Per non dire dal futuro. Aggrappato a pochi princìpi come un naufrago al salvagente. Non riesco ad essere anticlericale per partito preso. Non ho mai preso nessun partito per la verità. Sì, chi ha studiato la storia sa bene che il primo "pontefice" di Roma risale a circa 600 anni prima della nascita di Cristo (tra l'altro quel primo sacerdote si chiamava "sommo pontefice" perchè aveva in concessione il primo ponte sul Tevere, all'isola tiberina, e probabilmente pregava perchè non crollasse e infatti non crollava... all'epoca non c'erano i Benetton, c'era il Pontifex Maximus). Il che significa che anche il Cristianesimo è stato strumentalizzato a fini politici per perpetuare il potere temporale degli imperatori romani, con tutto il corollario di tradizioni religiose e politiche più arcaiche (o manesche). L'ho fatta breve e rozza. Infatti non tutti i pontefici della storia hanno (solo) strumentalizzato il Cristianesimo con queste contaminazioni arcaiche (o manesche). E comunque, "la chiesa" ha il merito di avere promosso la diffusione di quei principi giusnaturalistici e "umanitari" che oggi riconosciamo come "civiltà". Ad es. prima che si affermassero i princìpi cristiani a Roma il recupero crediti si faceva "per manus iniectio": https://it.wikipedia.org/wiki/Legis_actio_per_manus_iniectionem (non ditelo a Salvini altrimenti prende spunto). Certi preti educavano a ceffoni, è vero, contravvenendo agli stessi princìpi che pretendevano di insegnare. La contaminazione con i metodi più arcaici purtroppo ogni tanto riaffiora. Ho preso ceffoni (non solo fisicamente) anche da mio Padre. So che sbagliava (per stanchezza? per frustrazione? per ineducazione? per tradizione?...). Eppure non riesco ad essergli ostile. Mi ha insegnato comunque molto. E nemmeno si può fare di ogni paternità un fascio. Infatti tu hai sperimentato altri metodi. Cosa voglio dire? la vita è per tutti una storia senza lieto fine. Nel frattempo, ciascuno cerca di fare del proprio meglio. Non sempre ci si riesce. Non sempre si è in mala fede. Raffaele Morelli direbbe che è inutile torturarsi col passato. Meglio capire, perdonare e vivere sereni il lasso di tempo che ci è concesso. Eppure no. C'è chi preferisce avere sempre un nemico: un meridionale, un negro, un frocio, un ebreo, un cristiano, un islamico, un comunista/fascista, una zingara... qualcuno da mettere nel mirino, da trattare come nella Roma precristiana. In mancanza, va bene anche un familiare. Per non complicarsi la vita poi è preferibile scegliersi un nemico più debole.
Vado avanti. Mi hai ingravidato di spunti intellettuali che non voglio abortire anche se non ho la forza di farli crescere in queste poche righe. La libertà senza giustizia sociale è libertà di morire di fame. La giustizia sociale senza libertà è una contraddizione destinata a fallire. Oggi rischiamo di perdere entrambi, alla chetichella, senza nemmeno accorgercene... votando banalmente. Se la bussola la perdessero anche i leader spirituali, amen! Ecco il cigno nero che può riportarci indietro nella (in)civiltà. Dunque non voglio essere anticlericale (anche se...)
Io invece, sognatore fuori dalla realtà dopo averla intuita, vorrei proprio un "mondo migliore". Per questo è importante capire Rocca di Papa. Capire il nostro passato, perdonare i ceffoni, abbracciare anche gli Attilio Profeti con cui non abbiamo fatto i conti, perdonarci tutti in via Amba Aradam, capire che l'unico modo di vivere bene (e non da mal viventi) è aiutarci a sopportare il peso della vita. Il passato deve servire a capire non a torturare o torturarci. “C’è già la vita che pensa a fare del male e a far soffrire le persone...?” (Il caso Paradine)
Lo leggi questo forum? Sai che per il tentato furto di una bici, si potrebbe arrivare allo scorrimento di sangue o scatenare l'intolleranza razziale? (dimenticando che quando non c'erano gli immigrati eravamo comunque quelli "con l'autoradio sempre nella mano destra" perchè se no ce lo rubavamo fra i italiani) . E neppure io ho avuto il coraggio di difendere il buon senso... "Il buon senso c"era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune".
Modificato da - prudente in data 31/08/2018 18:02:55
E intanto una mia immagine in attesa del mio commento al tuo:
io sono soltanto anti...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
"E certo, Giordano! Specie se è nato libero e viene poi catturato e rinchiuso in una gabbia dove avere le ali e la sua stessa vita non avranno più senso. Se poi ci nasce in gabbia... beh, provate a immaginare la vostra esistenza se foste partoriti in carcere e per qualche legislatore, uno di quelli geni fra tanti, doveste vivere per sempre con chi nella fattispecie fosse stata condannata all'ergastolo. La parola esistenza sarebbe quantomeno inappropriata! Dite che per l'essere umano è diverso? Macché! Ogni essere vivente privato della sua libertà soffre e muore lentamente dentro di sé. Persino il piccolo scarabeo se non può più spingere avanti la sua pallina di sterco!
E perfino una zucca, vegetale, rispetto alla... zucca di certi esseri umani, ha già nel seme da cui nascerà, il gene dell'anelito verso la libertà. Guardate se dico fesserie:
E' nata fuori dal recinto dell'orto! Eheh! C'è da morire. Come non... sostenerla?!
E quest'altro?
Si lasciò scivolare giù sulla terra inzuppata d'acqua e decise che sarebbe cresciuto in orizzontale invece che in verticale! E chi poteva... smuoverlo, dalla sua decisione! E' venuto su, anzi, giù, una meraviglia e invece che un albero solo me ne sono ritrovati tanti quanti erano i rami che via via gli spuntavano verso su!
L'essere umano invece ha 'sta malattia di costruire gabbie! E non solo per il corpo ma quel che è peggio per la mente.
E a me, caro Prudente le gabbie mentali non vanno proprio giù! La religione è per me una delle peggiori e non a caso tra le guerre più sanguinarie vanno annoverate quelle di religione. Ora, se tu mi dici "Non riesco ad essere anticlericale per partito preso", e, correggimi se mi sbaglio, sembra così che consideri me anticlericale per partito preso, a me pare invece che sia tu "proclericale" per partito preso. Nel senso che "malgrado tutto" non riesci a sganciarti dall'immagine che di essi è fortemente idealizzata in te per ciò e per chi essi rappresentano. E difatti riconosci alla Chiesa una tale forza morale nell'esercizio di un potere spirituale che ritieni talmente reale che dici poi: "Se la bussola la perdessero anche i leader spirituali, amen!" Ma perché, secondo te la bussola non l'hanno già persa ripetutamente? Sempre che una bussola che indicasse loro la retta via l'abbiano mai avuta! "Per partito preso" significa, ma tu lo sai benissimo, che uno non cambia idea su qualcuno che non si è comportato bene nemmeno se poi quest'ultimo si ravvede e cambia registro. A te risulta che il registro sia cambiato da quando " Dante imprecò dalla quarta bolgia dei simoniaci: " “Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre”, attribuendo la radice e la responsabilità dei tanti peccati di cui la Chiesa si andava macchiando. a quel patto scellerato (Editto di Milano del 313) grazie al quale Costantino offrì alla Chiesa molto potere e tanta ricchezza, ufficialmente per consentirle il libero esercizio del culto nei territori italiani, di fatto per fondere in un unico potere imperiale il Trono e l’Altare"? A te sembra forse che il potere temporale nel tempo l'hanno mollato o che invece non ci troviamo davanti ad un potere grosso, grande, immenso a tutto discapito di quello spirituale? E nel tempo, quanta ricchezza ha accumulato la tua santa Chiesa? Ma tu lo sai e anche meglio di me, nel caso però tu o qualcun altro voleste rinfrescare la memoria come ho fatto io che ce l'ho labile in fatto di numeri specialmente, c'è un breve riepilogo per esempio qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/26/papa-francesco-e-potere-temporale/542696/.
Poi... Mi dici: " "la chiesa" ha il merito di avere promosso la diffusione di quei principi giusnaturalistici e "umanitari" che oggi riconosciamo come "civiltà". Già, il diritto naturale con le sue regole non scritte, implicite nella natura dell'uomo, ispirate ai principi di giustizia ed equità- E i 10 comandamenti consegnati a Mosè? Da Dio personalmente! Eh! E quelli sono pure importanti! Già...
"Non uccidere"... Ma mi pare che quel "diritto naturale" alla libertà dell'uomo specie quello relativo al "pensiero", l'abbia dato alle fiamme purificatrici dell'anima di grandi pensatori, di... streghe! O no?! Per non parlare delle torture su richiesta del tribunale dell'inquisizione! Tu dici... acqua passata...! Certo!
Ma, considerare peccato per esempio essere gay, ma solo per fare un esempio, mi pare che si possa parlare di acqua che scorre ancora fresca, fresca. E i "suoi" li nascondeva! A proposito...
"Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo"... E, direi, specie se il prossimo da salvaguardare è un bambino! E invece ha preferito salvaguardare la sua immagine. Fasulla! Dici:"c'è una sincerità detta per ferire"... Ma chi ferisce chi, Prudente? Spero tu stia parlando delle ferite insanabili subite da chi venne ... insabbiato insieme alla verità occultata per 70 anni, "testimoniando il falso", appunto.
Potrei continuare con gli esempi in cui appare chiaro come sia la materia che prende il sopravvento sullo spirito e dietro la facciata del potere spirituale, subdolamente si nasconda ben altro potere. Ma per carità, ognuno è libero di "aggrapparsi" al salvagente che preferisce anche a quello chiamato "religione" pur di esorcizzare l'atavica paura della morte e di quello che c'è dopo,(a voler essere anch'io rozza nello sforzo di essere sintetica, cosa non facile data la vastità dell'argomento. Ma la sede dove siamo graziosamente ospiti, non è sicuramente la più idonea per certe dissertazioni). A proposito di rispetto... Il mio, in quella discussione da giovincelli testosteronici, non fu certamente portato al senso comune contro cui invece mi ero scagliata. Perché anzi, più è comune il senso, e più vedo la spettrale presenza della gabbia che mi sgomenta. Ho cancellato perché ha prevalso il senso di rispetto verso il senso di ospitalità di chi ha mostrato che nella gabbia non ci sta.
Per concludere quindi, Prudente, "per partito preso" non è una locuzione che penso si addica al mio essere... diffidente, ecco, verso chi della gabbia mentale ha fatto il punto di forza che non è, per me, quella forza spirituale di cui tu parli.
E in ogni caso, a proposito della tua citazione (sul senso comune) di manzoniana memoria, io non mi affiderei mai alla sua "divina provvidenza" nemmeno se credessi nell'esistenza di un dio. Per quanto mi riguarda io bevo ad un'unica fonte, quella che Hannah Arendt, (da te citata in un'altra discussione dove la citazione sempre per colpa della "gabbia" venne travisata). ), definisce "dialogo silenzioso tra io e io, che da Socrate è stato chiamato "pensare"...(http://www.filosofico.net/are1njklasddt2.htm). Se fare e pensare ad un certo punto di una determinata situazione della mia vita entrano fra di loro in un conflitto che non mi fa stare bene con me stessa, allora è meglio che cominci a... pensare, fare uscire la mente fuori dalla gabbia e a capire cosa c'è che non va. Che non va per me e non per il senso comune.
Persino un insetto aspira alla fresca purezza dell'acqua che sgorga dalla fonte piuttosto che a quella stagnante e contaminata...
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Quando il morale è basso, quando il giorno sembra buio, quando il lavoro diventa monotono, quando ti sembra che non ci sia più speranza, monta sulla bicicletta e pedala senza pensare a nient'altro che alla strada che percorri.
(Sir Arthur Conan Doyle)
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
prudente: Io invece, sognatore fuori dalla realtà dopo averla intuita, vorrei proprio un "mondo migliore".
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Steve McCurry:"E' la diversità a rendere il mondo meraviglioso."
Il famoso fotoreporter statunitense Steve McCurry (conosciuto soprattutto per la foto della “Ragazza afgana“) ha pubblicato sul suo blog personale una raccolta fotografica con tema la bicicletta, chiamata The World’s Ride, includendo alcuni dei suoi scatti più emozionanti effettuati negli anni. Un giro del mondo a raccogliere immagini sul rapporto uomo-bici attraverso il suo obbiettivo.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Già... L'Equilibrio... Senza pedali, senza rotelle e persino senza telaio! L'Essenziale:solo due ruote. E via! Verso la libertà!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
La bicicletta. [...] Tornai dalla mia parente: "Ce l'hai una bicicletta?". "Ne ho due". Una la presi io e l'altra mio cugino Alfredo. Erano di una marca che non avevo mai sentito nominare, ma mi diedero a prima vista un'impressione di solidità, davano sicuro affidamento. Salutati i parenti, iniziammo il disagiato viaggio verso Porto Empedocle. Non c'era più asfalto, se l'erano portato via i cingoli dei carri armati e il suolo era letteralmente coperto da frammenti metallici. Pensai che avrei forato almeno un centinaio di volte prima di arrivare. Il viaggio si prospettò subito irto di difficoltà perché procedevamo in senso inverso a un flusso ininterrotto di camion, jeep e carri armati americani che spesso e volentieri ci buttavano fuori strada. A metà del percorso Alfredo non se la sentì di proseguire con quel ritmo e decise di prendersela con calma. Io invece proseguii alla disperata. Ricordo che attraversai un tratto attorno al quale si era svolta una battaglia tra carri armati, gli alberi erano stati tutti troncati e bruciati, c'erano quattro nostri carri sventrati. Dalla torretta di uno di essi fuoriusciva a metà il corpo di un nostro soldato ucciso, le braccia penzoloni, la giacca che gli copriva la testa. Dalle tasche gli era caduto un mazzetto di lettere. Mi fermai, raccolsi le lettere, me le misi in tasca, ripromettendomi di spedirle alla famiglia appena avessi potuto."
“Arrivai ad Agrigento e la fortuna volle che la prima persona che incontrassi fosse un parente. Gli domandai ansiosamente notizie di mio padre. Mi disse che la sera prima avevano cenato assieme. Allora la stanchezza della lunga corsa in bicicletta mi crollò addosso di colpo. Per percorrere (in discesa!) i sei chilometri da Agrigento a Porto Empedocle ci impiegai quasi quanto ci avevo messo a fare la strada da Serradifalco ad Agrigento!Non forai mai, la bicicletta non subì nessun guasto meccanico. Un miracolo che si ripetè quattro giorni dopo quando rifeci la stessa strada per andare a dire a mia madre che papà era vivo. Ma che splendida bicicletta! Era robustissima e leggera, elegante, funzionale."
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Mooooolto più modestamente dopo 4 giorni di bipa 5000 mD+ e 250 km mi sono preso una pausa. Ho deciso, dopo tre o quattro lustri libero dalla catena il mio primo arrampichino. Le crepe sui copertoni come rughe sul viso. La polvere bianca come la brizzolatura dei capelli. Il cigolio della catena come l'indurimento delle ginocchia. Diversamente dal famoso ritratto è invecchiata insieme a me. Ma poi, una gonfiata, una spolverata, una spruzzata d'olio e le rughe la brizzolatura l'indurimento spariti, come d'incanto. Allora sono io il suo ritratto invecchiato. E le mie di catene sono state meno clementi. La maledizione di Dorian Gray ha colpito ancora. Assieme siamo andati a bere un cappuccino in piazza, come tanto tempo fa. P.S. L'interno della borraccia odorava ancora di plastica e aceto, residuo del quartino avanzato dall'ultimo pranzo assieme in qualche rifugio.
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“L’età della pietra non finì perchè finirono le pietre". Ahmed Zaki Yamani
Modificato da - @lby64 in data 15/09/2018 10:39:08
Che incredibile storia legata ad una bici... anche la tua Ibi! Moooolto nostalgica e poetica. E dove c'è poesia c'è sicuramente un'anima ritenuta più importane del suo contenitore. Certo che il lifting alla tua bella bici ha fatto un vero e proprio miracolo! Cavolo! Sembra nuova! E verrebbe proprio da dirle:"Non sei cambiata affatto!" Detta invece alle persone questa frase è sempre una gran bugia che serve magari a togliersi dall'imbarazzo di non sapere che dire dopo tanto tempo che non la vedi! Tranne che non sia Highlander quello a cui la dici o che non abbia fatto... il lifting. Ma in questo caso il cambiamento è anche peggiore, nel senso che non riconosci più lo sguardo di quella persona, l'espressività del volto. C'è gente che subisce delle vere e proprie torture sottoponendosi a continui interventi perché mentre stira da un lato gli crolla intanto un altro pezzo da un'altra parte! Ahahah! No, mi viene da ridere pensando a certi politici la cui faccia dà ormai la sensazione raccapricciante che alla maschera di sempre se ne sia aggiunta un'altra... di plastica! Ehm... in realtà è molto triste tutto ciò... Comunque sia, a me farebbe impressione anzi diciamo pure, senso, "abbracciare" e sfiorare una simile faccia ma in ogni caso a prescindere dalla... plastica! Anche solo idealmente, il mio abbraccio non può rivolgersi solo ad un... contenitore vuoto. No, è che m'è venuto in mente un altro discorso fatto prima e su cui mi era sfuggito soffermarmi. E invece Ibi, maa... nella borraccia della bici, dalle tue parti si usa mettere il vino? Eheh!
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Lo so che a dirlo oggi sembra assurdo ma a quei tempi sudando come bestie in alta quota bevavamo acqua con un po di vino come un Gatorade ruspante ante litteram o la coca degli andini e funzionava alla grande. Antro che 3€ per una bustina di sali del caxxo. Provare x credere! Tradizione mutuata dai nostri avi agricoltori che così riuscivano a lavorare duramente tutto il giorno (e lo stato imponeva loro pure il dazio se la fiasca veniva portata in campagna da casa). Ma sai che risate in compagnia poi? E se il vino si avanzava dal pranzo, via nella borraccia. Il problema era che diversamente dalle bottigliette in pet odierne le borracce dei ciclisti puzzavano di plastica da morire e forse ci siamo pure avvelenati, vai a sapere. Un altro mondo... Eravamo veramente rarissimi, la montagna come fenomeno di massa era agli albori. Oggi al confronto i rifugi sono diventati degli alberghi con spa.
“L’età della pietra non finì perchè finirono le pietre". Ahmed Zaki Yamani
Modificato da - @lby64 in data 16/09/2018 09:54:29
I par usei la gent in bicicleta. Apena al pé al toca ancor la tera a turna in ment col ch’i evum vrü smangà. …
DALLE MIE PARTI
Sembrano uccelli la gente in bicicletta. Appena il piede tocca ancora la terra torna in mente quello che avevamo voluto scordare.
(Cesare Zavattini)
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“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
La terra come dolcemente geme ancora, se fra l’erba un delicato suono di biciclette umide preme quasi un’arpa il mattino! Uno svariato, tenue ronzio di raggi e gomme è il lieve, lieve trasporto di piume che il cuore un tempo disse giovinezza – è il sale che corresse la mente. E anch’io ebbi ardore allora, allora anch’io col mio pedale melodico, sui bianchi asfalti al bordo d’un’erba millenaria, quale mare sentii sulla mia pelle – quale gorgo delicato di brividi sul viso scolorato cercandoti!… Ma fu storia di giorni – nessuno ora più mi soccorre a quel tempo ormai diviso. … (“Le biciclette”, da ‘Gli anni tedeschi’, ne Il passaggio d’Enea di Giorgio Caproni)
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“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
"...Quando il bambino era bambino, le bacche gli cadevano in mano come solo le bacche sanno cadere, ed è ancora così, le noci fresche gli raspavano la lingua, ed è ancora così, a ogni monte, sentiva nostalgia per una montagna ancora più alta, e in ogni città, sentiva nostalgia per una città ancora più grande, ed è ancora così..."
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Si ricompone un ritmo. Primavera nella gaia città, dove un fanciullo accorre se passa una fanfara. Dove le chiese dimenticano i fedeli, e nelle aiuole dormono abbandonate biciclette. (Sandro Penna)
Avete mai provato, in un’aria serena
e in un paese puro, – ma però non vi date
sentimento di sorta, – a guardar fissamente
d’improvviso un ragazzo? L’innocenza
forse risalirà con la sua bicicletta
la lenta strada, e poi vi sarà tolta
d’un tratto dalla polvere di un camion.
Quando poi schiarirà, cercate ancora
sulla strada, o nel cuore, il vuoto incanto.
Fingerà la natura un suo tramonto.
E tutto vi parrà – ma non vi date
sentimento di sorta – falso e vero.
(Sandro Penna)
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Il piacere della bicicletta è quello stesso della libertà, forse meglio di una liberazione andarsene ovunque, ad ogni momento, arrestandosi alla prima velleità di un capriccio, senza preoccupazioni come per un cavallo, senza servitù come in treno. La bicicletta siamo ancora noi, che vinciamo lo spazio e il tempo; ……
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
La rivoluzione è l’armonia della forma e del colore e tutto esiste, e si muove, sotto una sola legge: la vita.
2009 Esperia al piombo Comperata 349 euro venduta 100 euro 2014 Bottecchia be 2 Lady fatti 3972 Km da agosto Comperata 500 euro venduta 100 euro 2016 Bipa artigianale Miura72 full mot BBS01 febbr fatti circa 10.772 Km 2017 Winora Sinus Dyo-9 da Luglio fatti 11272 Km Bosch Gen 2 Active Line 40 Nm 2019 Telaio Cube motore HillRaser 250W 48V Novem fatti 9272 Km, con il motore BBS02 750W 48V 986 Km 2023 Conway Cairon Suv FS 5.7 da Aprile fatti 3272 Km Bosch Gen 4 Performance Line CX 85 Nm
Sai Miura che quello che hai scelto è uno dei miei quadri preferiti di Frida Kahlo?
“Frida Kahlo, un nastro intorno ad una bomba”: Così la definì André Breton e l'immagine in effetti le calza a... pennello!
Figlia di quella Rivoluzione messicana contro la dittatura del generale Diaz, forte fu sempre in lei l'ideale di Libertà.
E mai tradì la libertà di essere sempre se stessa.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
[...] Imagine there’s no countries – Immagina non ci siano paesi It isn’t hard to do – Non è difficile da fare Nothing to kill or die for – Niente per cui uccidere o morire And no religion too – E nessuna religione Imagine all the people – Immagina che tutte le persone Living life in peace – Vivano la vita in pace
[...] You may say I’m a dreamer – Potresti dire che sono un sognatore But I’m not the only one – Ma non sono l’unico
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
Andavo per la strada crepitando: il sole si sgranava come mais ardente la terra era calda un infinito circolo con cielo in alto azzurro, disabitato.
Passarono vicino a me le biciclette, gli unici insetti di quel minuto secco dell’estate, riservate, veloci, trasparenti: mi sembrarono soltanto movimenti dell’aria.
Operai e ragazze alle loro fabbriche andavano consegnando gli occhi all’estate, le teste al cielo, seduti sulle elitre delle vertiginose biciclette che fischiavano attraversando ponti, rosai, rovi e mezzogiorno.
Pensai al pomeriggio quando i ragazzi si lavano, cantano, mangiano, alzano una coppa di vino in onore dell’amore e della vita, e alla porta aspettava la bicicletta immobile perché soltanto di movimento è la sua anima e lì caduta non è insetto trasparente che percorre l’estate, ma scheletro freddo che solo recupera un corpo errante con l’urgenza e la luce, cioè, con la resurrezione di ogni giorno.
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)
La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000
...La tempesta primaverile scuote d'un latrato di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).