La TC Mobility di Bolzano [ www.Frisbee.eu ] ha ampliato la gamma dei suoi prodotti e me li sta gentilmente mettendo a disposizione; questa è la volta di un modello leggero e con sensore di sforzo (torque sensor) Per le novità che la distinguono dagli altri modelli della gamma, ho prolungato i test per un totale di 440 km percorsi
Il modello si chiama
Frisbee YUPPI
IN BREVE
Anche la Yuppi, dopo la Miki, è sensibilmente diversa dai modelli prodotti finora: batteria dietro al cannotto sella, motore posteriore a doppia riduzione, cruscottino a manubrio, batteria a 24V, sensore di pressione esercitata sui pedali … Questo è un modello che si colloca alla base della gamma di produzione, con un prezzo contenuto ma con caratteristiche interessanti Strizza l’occhio a chi proviene dal mondo del pedale e non da quello motoristico: la buona scorrevolezza, la necessità di esercitare sempre un po’ di sforzo sui pedali, l’assistenza che parte immediatamente ma che si affievolisce all’aumento della velocità lasciando spazio all’attività dei muscoli … tutto ciò la rende immediatamente amichevole per chi è appena sceso da una muscolare
La velocità di crociera è un po’ bassa (intorno ai 22km/h) ma è adatta per un uso cittadino L’autonomia è buona : 53 km al livello massimo di assistenza, 64 al minimo La marcia su fondi dissestati è discreta : le gomme sottili non aiutano ad assorbire le asperità, ma il telaio compensa e la sella è ben ammortizzata
Il motore è da 250W a 24V e spinge sempre morbidamente Il peso è di 20.7kg senza batteria e 23.3 con la batteria da 10Ah ; è disponibile anche una batteria da 5 Ah Il cambio è a 6 rapporti a deragliatore ed è molto preciso; il range è esteso ma la 6.a è un po’ corta L’avvio dell’assistenza avviene alla semplice pressione sul pedale da fermo e l’accelerazione è buona Ci sono tre livelli impostabili con un pulsante sul cruscottino; sono tre livelli di sensibilità del sensore di sforzo e con ognuno è possibile raggiungere la velocità di crociera
Si superano senza sforzo salite fino al 10% su cui si riparte assai facilmente Con contributo muscolare ancora sostenibile si sale sul 17% La ripartenza su salite ripide è facilitata dall’avvio immediato dell’assistenza e dalla brevità dei rapporti del cambio L’impianto di illuminazione è a led alimentati dalla batteria principale e fà una buona luce
Qui c’è la consueta SCHEDA con tutte le caratteristiche
CICLISTICA
Il telaio ha lo scavalco basso come tutta l’attuale produzione TCM ed è in acciaio La sistemazione della batteria dietro al cannotto sella, implica un allungamento totale della bipa e particolarmente del carro posteriore; questo diminuisce leggermente la manovrabilità
Le ruote sono da 26” e piuttosto sottili (1.50”); non ci sono ammortizzatori ma la geometria aperta del telaio e l’acciaio di cui è costituito consentono di viaggiare comodamente senza accusare troppo le asperità della strada
La sella è imbottita e ammortizzata con elastomeri, con forma “unisex” e scavo antiprostatite
La regolazione è semi-rapida senza attrezzi
La posizione in sella è a busto piuttosto verticale (olandese), ma, montando una pipa del manubrio più allungata (opzionale) , si può trovare una posizione inclinata in avanti
Il manubrio è dritto e stretto: utile per destreggiarsi nel traffico cittadino o per manovrare in spazi angusti
Il cambio è a deragliatore (Shimano) a 6 rapporti; mi ha piacevolmente sorpreso per rapidità e precisione
Il comando del cambio è a rotazione (Shimano Revoshift) posto a destra: rapido e leggero da azionare L’indicatore della marcia inserita è ben visibile (ma non di notte)
Il range dei rapporti è buono e le marce, in linea con le prestazioni di questo modello, sono piuttosto corte A 22.5 km/h la cadenza di pedalata è di 74 ped/min (avrete già capito perché ho considerato proprio questa velocità) La prima marcia è corta e consente, alla cadenza di 40 ped/min, di viaggiare a 6 km/h
Il movimento centrale è del tipo a cartuccia sigillata
Lo smontaggio della ruota anteriore richiede solo l’uso di una chiave per i dadi di bloccaggio
Lo smontaggio della ruota posteriore richiede il distacco dei connettori del motore e del sensore di sforzo (uno per lato)
poi, con una chiave “a brugola”, si svitano i quattro bulloncini che trattengono i supporti della ruota (due per lato)
La stabilità in marcia è ottimale, anche a velocità elevate (testata fino a 54.1 km/h senza alcun problema) La marcia senza mani è facile e molto stabile anche con il cestino anteriore montato e con alcuni chili sul portapacchi posteriore
I pneumatici (da 26” x 1.5” ) sono marca Kenda Kwest con protezione antiforatura : scorrevoli e senza problemi di aderenza
La valvola è la "Schrader" di tipo automobilistico
Il cavalletto è monopiede posteriore; è dotato di dispositivo di sicurezza che ne impedisce lo sgancio se si parcheggia in discesa; la stabilità non è molto elevata, ad esempio nel caricare un bimbo sul seggiolino posteriore
Di serie è montato un portapacchi posteriore certificato per una portata di 15kg
è dotato anche di molla per i piccoli oggetti (“portagiornale”)
Il cesto anteriore di cui era fornita la bipa in prova è opzionale, ma di serie sono già predisposti gli attacchi
La corona è dotata di doppio anello di protezione antideragliamento
Il campanello è stato montato sul lato destro del manubrio ma aveva il senso di azionamento sbagliato: ho dovuto perciò rovesciarlo per poterlo azionare col pollice … senza acrobazie
La componentistica è di livello medio ma l’assemblaggio è curato
IMPIANTO FRENANTE
Il freno anteriore è un V-Brake Come su altri modelli TCM, è montato posteriormente alla forcella , consentendo così il montaggio anteriore del lucchetto ad arco
Il freno posteriore è a tamburo sul mozzo posteriore ed è dotato di dissipatore di calore
Le leve-freno sono “a quattro dita”, morbide da azionare; entrambe sono dotate degli switch di cut-off del motore
La frenata risulta molto efficace: l’anteriore è ben modulabile e potente, il posteriore è più progressivo ma arriva facilmente al bloccaggio Non c’è, invece, nessuna tendenza al ribaltamento Entrambi i freni non soffrono nelle lunghe discese e non presentano “evanescenze” quando si surriscaldano La consueta prova di frenata ha fatto registrare uno spazio di arresto da 25km/h di 3.45 metri (valore buono); ricordo che per la normativa EN 14764, deve essere inferiore a 7 m
qui il filmato “on-board”
frenata
Ed ora la PARTE ELETTRICA
CENTRALINA
La centralina è sistemata nella parte inferiore dell’alloggiamento della batteria, direttamente sotto ai contatti La posizione è ben protetta anche da urti accidentali
All’accensione viene selezionato automaticamente il livello intermedio di assistenza Dopo circa 15 minuti di inattività, la centralina si disconnette automaticamente
BATTERIA
La Yuppi viene fornita con una batteria al litio da 24V 10Ah 240Wh litio polimeri oppure, opzionale, con una da 5Ah 120Wh
E’ alloggiata nell’apposita struttura dietro al tubo sella (e questa collocazione implica un allungamento del carro posteriore)
L’estrazione avviene facilmente agendo sulla chiave (lato destro) che la sblocca e la fa ruotare lateralmente (verso sinistra) La chiave ha solo funzioni di blocco meccanico e di antifurto: non ha alcuna azione elettrica
Il suo peso è molto contenuto: 2.6 kg per la 10Ah e 1.4 kg per la 5 Ah E’ facilmente trasportabile tramite una comoda maniglia
I contatti sono ben protetti e alloggiati molto all’interno, ma non è possibile interrompere la loro alimentazione
Qui si vede il fusibile
Non sono presenti indicatori di carica: per conoscerne lo stato occorre leggere l’indicazione sul cruscottino a manubrio
La ricarica può essere eseguita a batteria montata o estratta ma il connettore è in una posizione un po’ scomoda , troppo nascosto sotto alla maniglia
Il caricabatteria è di tipo usuale, senza ventola
Pesa 530 grammi compresi i cavi; assorbe dalla rete al massimo 90W, eroga una corrente massima di 2A e ricarica la batteria da 10Ah completamente scarica in 6 ore e 30 minuti; per la 5Ah il tempo di ricarica massimo si riduce a 3h 20’ La sua dimensione è contenuta e ben si presta ad essere portato con se I cavi sono di lunghezza normale e la spina di rete è di tipo “italiano” E’ dotato di una spia che si accende di color rosso durante la carica e diventa verde a carica ultimata
COMANDI e REGOLAZIONE DELL’ASSISTENZA
Sulla sinistra del manubrio è presente un cruscottino a led
Un pulsante a membrana accende e spegne la centralina; l’avvenuta accensione è segnalata dall’accensione dei led dello stato di carica e del livello di assistenza
Il cruscotto fornisce, con 4 led rossi, l’indicazione dello stato di carica della batteria
Un ulteriore pulsante (sempre a membrana) commuta sequenzialmente il livello di assistenza Tre led indicano i tre livelli
Un terzo pulsante, con relativa spia rossa, accende le luci
La visibiltà delle segnalazioni è ottima sia di giorno in piena luce che di notte, ma la retroilluminazione dei pulsanti è molto debole e, in pratica, di notte vanno trovati “a memoria”
L’azionamento dei pulsanti è suffcientemente facile, ma diventa un po’ difficoltoso quando si indossano i guanti per lo scarso rilievo e la corsa limitatissima I comandi si raggiungono facilmente senza staccare la mano dal manubrio
MOTORE
E’ un hub posteriore, geared, da 250W, a 24V, brushless, sensored Come sugli ultimi modelli Frisbee, questo motore ha una doppia riduzione interna Cioè oltre al sistema ad ingranaggi planetari, ha una ulteriore coppia di ingranaggi Ne deriva una velocità di rotazione del motore più elevata di quella dei consueti motori geared montati sulle Frisbee classiche I risultati pratici sono una diminuzione netta del peso (la TCM dichiara una diminuzione di 2kg) e migliori prestazioni dinamiche
La spinta è sempre molto morbida e non mette mai in imbarazzo anche se si sta manovrando in spazi stretti Durante la marcia il motore è piuttosto silenzioso
rumorosità in marcia
in partenza e sotto sforzo la rumorosità aumenta (vedi più avanti filmato “avvio assistenza su strada”)
Il motore è dotato di un connettore per poter agevolmente smontare la ruota
CABLAGGI
I cablaggi sono ordinati ma non tutti passano all’interno del sottile telaio
Nella parte del movimento centrale i cablaggi sono esterni ma di fatto non si vedono
Questo modello ha il sensore di sforzo montato sull’asse della ruota posteriore (vedi più avanti) Ma ha anche il sensore di rotazione dei pedali, di nuovo tipo molto piccolo e protetto
MODALITA’ DI ASSISTENZA
Per la prima volta sulla produzione TCM, è presente un sensore di coppia applicata ai pedali
Esso è formato da un gruppo che incorpora il sensore ed il forcellino posteriore Per la sua disposizione, il sensore misura soltanto la trazione che esegue la catena sull’asse della ruota
(nella foto è il gruppo in alluminio montato a destra dell’asse ruota)
Per dare un’idea del funzionamento (che è comune a molti sistemi recentemente applicati anche da altri Costruttori) metto una foto del sistema Idbike
Foto sensore torque
E, per cercare di capire come funziona, unisco questo disegno
Quando la catena viene messa in tensione, il supporto (che è di materiale opportunamente elastico) si deforma e il sensore misura questo spostamento Come si intuisce, il peso della bipa o eventuali sobbalzi, non influiscono sulla lettura
Poiché quando si accende la centralina viene fatto lo “zero” dell’indicazione del sensore (per compensare le variazioni termiche), è meglio accendere senza tenere i piedi sui pedali per non falsare la taratura [ho provato, per vedere cosa succedeva, ad accendere mentre spingevo forte a bipa frenata: poi per ottenere l’assistenza dovevo spingere come Ivan Basso]
Questo modello di bipa è pensato per risparmiare carica della batteria, perciò il motore non ha mai spinte vigorose ed è richiesto sempre un certo contributo sui pedali
L’erogazione della potenza del motore viene modulata in base alla spinta esercitata sui pedali e al livello impostato sul cruscottino La logica interna poi provvede a dosarla in base alla velocità di rotazione dei pedali (con un algoritmo che non sono riuscito a decifrare) In realtà la differenza fra i tre livelli è poco avvertibile, ma si evidenzia in termini di autonomia (e di leggera maggiore stanchezza a fine giro)
L’assistenza, come consueto con i sistemi “torque sensor”, inizia appena si esercita una pressione sui pedali anche da fermi Ai semafori, se si tiene il piede sul pedale, l’assistenza non si avvia; ma basta sbilanciarsi un po’ (ad esempio quando ci si gira a guardare qualcosa e si appoggia un po’ più di peso sul pedale) perché si avvii il motore Meglio tenere un freno lievemente azionato per evitare qualsiasi sorpresa (o entrambi i piedi a terra)
E’ sempre necessario esercitare una spinta sui pedali per ottenere la marcia del motore, ma è uno sforzo leggero e, per chi è abituato a pedalare, è istintivo dosare la spinta per avere maggiore o minore assistenza
L’assistenza decresce lentamente al crescere della velocità : è perciò facile trovare l’equilibrio fra la spinta del motore e lo sforzo che si è disposti ad esercitare
Con ognuno dei tre livelli di assistenza si raggiunge la medesima velocità, intorno ai 22 - 23 Km/h
AVVIO DELL’ASSISTENZA
L’avvio dell’assistenza è immediato alla pressione sui pedali Questo facilita molto le ripartenze, soprattutto in salita Il motore non spinge mai in modo vigoroso ma sempre progressivo
La spinta non cambia selezionando i vari livelli ma cambia la curva di risposta del motore durante la fase di accelerazione
avvio assistenza su strada
La ripresa dell’assistenza dopo uno stop della pedalata è immediata
Non ho potuto eseguire le consuete prove di avvio e modulazione assistenza “al banco” perché , a vuoto, non si riesce ad esercitare sforzo sulla catena Alcune prove le ho comunque eseguite forzando il sensore … ehm … con un legno e misurando lo sforzo con un dinamometro (nella foto si vede poco, ma è meglio così altrimenti non mi danno più bipa da testare)
prova avviamento – frame da filmato
La sensazione che fornisce questo tipo di sensore è che la propria forza muscolare sia diventata improvvisamente portentosa … tipo pozione magica di Asterix Occorre però sempre esercitare una spinta per ottenere l’assistenza da parte del motore
Interrompendo la pedalata, l’assistenza cessa immediatamente; lo stesso avviene agendo su una quasiasi delle leve dei freni
ACCELERAZIONE
Ecco il grafico della velocità in funzione della distanza percorsa e del tempo Ho eseguito la prova esercitando il più possibile il medesimo sforzo necessario per viaggiare a velocità di crociera (85W) perciò leggermente superiore al mio solito che è intorno ai 70W
Il tempo per percorrere 50m da fermo è risultato 10.7” con velocità di uscita di 23.5 km/h : non male considerando la velocità di crociera più bassa dei 25km/h canonici
NEL TRAFFICO
Nel traffico è molto maneggevole; si regola facilmente e istintivamente la velocità modulando la spinta sui pedali fino a velocità bassissime La spinta del motore non è mai vigorosa e a volte si desidererebbe qualcosa di più, ma, se ci si ricorda di fermarsi ai semafori scalando un paio di rapporti, l’accelerazione è ottima e ci si districa bene dalle macchine in accelerazione Devo dire che se ci si ferma con un rapporto lungo, si riparte comunque bene … a spese degli amperora
COMPORTAMENTO IN SALITA E PENDENZE SUPERABILI
I valori di sforzo necessari con le varie pendenze sono raggruppati in questa tabella
La partenza in piano richiede uno sforzo di 17 kg (in 5.a) che è poco più del peso della gamba; se si parte in prima, lo sforzo cala a 14 kg che è il minimo valore per attivare il torque-sensor
Il cavalcavia al 4% viene superato, impostando il massimo valore di assistenza, a 19 km/h in 6.a marcia e richiede una potenza di circa 75 W (è appena di più di quanto spingo nelle mie consuete prove di autonomia) La ripartenza richiede uno sforzo molto leggero, uguale a quello per partire in piano (18 kg) ma in 5.a marcia
Ecco il filmato
cavalcavia 4%
La pendenza al 10% richiede un identico impiego di energia: 13 kg e 73 W però questa volta in prima marcia e a 10 km/h La ripartenza, sempre in 1.a, richiede di spingere appena quanto serve per attivare il sensore : esattamente come in pianura 14 kg
Il tratto al 13.5% richiede uno sforzo maggiore, seppur sempre contenuto: 28kg che equivalgono a 140W a 9km/h; questa potenza, per chi non è allenato, comincia ad essere difficilmente sopportabile per lungo tempo Per ripartire serve uno sforzo analogo: 30 kg; visto che è necessario applicarlo solo per qualche secondo, è un valore alla portata di chiunque
salita 10 e 13.5 %
Il superamento della salita al 17% richiede uno sforzo di 30 kg ed una potenza di 130W a 8 km/h; è come il caso del 13.5%, ma qui il motore comincia ad essere al limite La partenza da fermo richiede quasi 40 kg di spinta : ancora fattibile anche da chi non è allenato
La severa rampa al 27% viene superata se il motore è già alto di giri, ma richiede comunque di spingere con tutto il proprio peso La ripartenza, anche se dal tratto a pendenza inferiore, non mi è riuscita perché il motore non aveva preso abbastanza velocità Siamo proprio al limite
rampa al 27%
(come sempre, preciso che questa è una pendenza estrema e che è assai difficile incontrarla sulle strade: su una tale pendenza una automobile generalmente non è in grado di ripartire; ci riescono solo le fuoristrada dotate di marce ridotte)
Il comportamento in salita della Yuppi, nonostante l’alimentazione a 24V, è buono: senza sforzo in marcia e ripartenza fino ad oltre il 10%; ancora fattibile il 17% L’avvio immediato dell’assistenza, il peso ridotto e le marce corte sono una miscela riuscita
VELOCITA’ e AUTONOMIA
Ho eseguito la prova sul consueto tracciato urbano-extraurbano
La velocità di marcia è stata sempre intorno ai 22-23 km/h per tutto l’arco della scarica ed il calo di prestazioni è stato praticamente inavvertibile fino alla fine Ma, a causa del sensore di sforzo, ho dovuto scaricare sui pedali una potenza un po’ maggiore di quella che uso abitualmente: 85W contro i consueti 70; durante la marcia questa differenza è poco apprezzabile, ma alla fine del giro mi sono sentito un po’ più stanco del solito
Con la batteria da 10Ah ho percorso, fino all’intervento del cut-off del BMS, 53.2 km (4.5 Wh/km)
Con la batteria da 5 Ah sono arrivato a 22.5 km
Eseguendo la prova al livello minimo di assistenza, l’autonomia è cresciuta a 63 km (3.8 Wh/km) Non ho rilevato un maggior sforzo durante la marcia, ma sicuramente è cresciuto durante ogni fase di accelerazione
La mia velocità si è assestata, come già detto, sui 22-23 km/h; ma spingendo con via via più forte, si può salire, con il motore che assiste sempre meno, fino intorno ai 25 km/h però a questo punto tutto lo sforzo è a carico dei muscoli
MARCIA IN COPPIA
La marcia in coppia è molto agevole La modulazione attraverso la spinta sui pedali consente di adeguare facilmente la velocità alle proprie esigenze … purchè il nostro compagno di viaggio non vada a più di 23km/h
MARCIA SU FONDI STERRATI
Il telaio ha una architettura resistente e, pur essendo aperto, non ha flessioni fastidiose sulle buche Le ruote da 26” consentono di superare bene le asperità dei fondi sterrati; non è certo una bipa da fuoristrada, ma se ci si trova a percorrere un tratto non asfaltato non ci si sente in imbarazzo La facile regolabilità dei km/h fino a velocità anche molto basse, consente di adeguare facilmente l’andatura alle condizioni del fondo stradale
TRASPORTO IN AUTO E IN TRENO
Il peso è contenuto (20.7 kg senza batteria) e la lunghezza è solo un po’ maggiore di una muscolare classica (1820 mm): si può pensare di farla viaggiare sui portabici di auto e camper (controllandone la portata)
Il trasporto in treno non presenta particolari difficoltà salvo per il peso che è maggiore di quello di una bici muscolare anche a batteria estratta; l’aggancio ai sostegni non presenta ostacoli Negli ascensori standard delle ferrovie ci sta senza particolari accortezze
Ricordarsi di portare con se una corda elastica perché a volte i sostegni sono tutti occupati e occorre fissare la bipa dove capita; qui i sostegni “appositi” non c’erano proprio
Il manubrio poco ingombrante facilita bene il passaggio dalle anguste porte ferroviarie
Nel sollevamento con batteria a bordo, risulta sbilanciata indietro e questo vanifica la comodità del punto di sollevamento dato dalla forma del telaio Senza batteria rimane leggermente sbilanciata indietro, ma se si afferra per il cannotto-sella diventa equilibrata e l’operazione risulta agevole (se la dovete portare in treno consiglio di riporre la batteria in uno zainetto per guadagnare nettamente in maneggevolezza)
trasporto su scala
PEDALABILITA’ AD ASSISTENZA DISINSERITA – SCORREVOLEZZA
La scorrevolezza della ruota anteriore è la migliore che abbia mai incontrato nei miei test Quella della ruota posteriore motorizzata è normale Ma l’effetto complessivo è di una buona scorrevolezza che consente di utilizzare la bipa anche senza assistenza, quasi come una normale muscolare
scorrevolezza ruote
Oltre alla scorrevolezza, il peso di 20.7 kg senza batteria e di 23.3 kg con gli amperora a bordo rende la Yuppi ben pedalabile (nei miei giri mi sono trovato spesso a superare la velocità del motore e marciare solo muscolare)
I rapporti del cambio sono ben spaziati e piuttosto corti perciò ben adatti ad una marcia solo muscolare Senza assistenza elettrica , si marcia a circa 18 km/h in quinta, con uno sforzo di circa 90 W (in piano)
Senza la batteria si nota il “vuoto” nel telaio, ma non rimangono visibili particolari sgradevoli
IMPIANTO LUCI
La TCM mi avvisa che l’impianto luci potrebbe subire a breve qualche modifica
L’alimentazione è fornita dalla batteria che alimenta il motore
Il fanale anteriore è a led e produce un fascio luminoso largo e decisamente più potente di quanto richiesto dal codice della strada: buono
Il fanale posteriore è con lampadina ad incandescenza che è ben visibile (probabilmente sarà cambiato con uno a led)
L’accensione delle luci avviene, assai comodamente, con un pulsante sul cruscottino a manubrio Una spia rossa ben visibile anche di giorno, impedisce di dimenticare le luci accese (ma consumano assai poco e non creano certo sensibili riduzioni dell’autonomia)
Essendo alimentate dalla batteria del motore, le luci rimangono accese alla massima intensità anche a bipa ferma
ANTIFURTO
La Miki viene fornita con un lucchetto ad arco sulla ruota posteriore E’ utile per le soste brevi ed incrementa la sicurezza se accompagnato ad un robusto lucchetto ad U o a catena che assicuri la bipa a qualcosa di fisso
E’ un modello più economico rispetto a quelli normalmente montati sulle Frisbee; ma sono previsti gli attacchi per upgradarlo e montarlo sulla ruota anteriore
Sul telaio è bulinato il numero di serie che viene registrato presso la TCM insieme al nome del proprietario
ACCESSORI
La TCM ha un ricco catalogo di accessori applicabili, come cestini, seggiolini, borse, impermeabili … E sono applicabili i normali accessori per bici
CERTIFICAZIONI, GARANZIA E PREZZI
La TCM è una ditta molto attenta al rispetto delle normative: la Yuppi è certificata EN14764 e EN15194 (con prove di resistenza delle parti meccaniche e compatibilità elettromagnetica eseguite dal TUV tedesco)
La garanzia è di 2 anni; sulla batteria la garanzia è di 2 anni a scalare
Il prezzo di listino è 1099 € e la batteria di ricambio 280 €, ma rimando alla sezione “prezzi ufficiali” per il valore aggiornato
CONSIDERAZIONI SULL’UTILIZZO
Bipa pensata per un uso prevalentemente cittadino E pensata per chi è abituato a pedalare che trova la consueta pedalabilità di una muscolare ma con un aiuto consistente nelle ripartenze e sulle salite anche ripide Nel traffico si muove bene per la modulabilità istintiva dell’assistenza e la buona maneggevolezza Essendo dotata di sensore di sforzo, è impossibile la pedalata “simbolica” ed è necessario esercitare sempre un po’ di sforzo sui pedali, ma non certo tale da far sudare La buona autonomia e l’ampio range di rapporti del cambio, consentono di affrontare disinvoltamente le gite fuoriporta anche collinari ad andatura turistica Il prezzo è contenuto senza perdere in affidabilità dei componenti Il seggiolino per i bimbi si può montare facilmente e la partenza immediata non fa sentire la fatica del peso aggiuntivo In questo caso si sente la mancanza di un cavalletto più stabile Ma la struttura non è così solida come quella delle altre Frisbee, più adatte a portare carichi pesanti
NOTA
Tutti i dati sono ottenuti col mio peso a bordo: 75kg vestito e con gli accessori tipo navigatore satellitare e fotocamera
(corretti errori sulla posizione del motore)
Pix su Frisbee Atlas, su pieghevole 20" Kawasaki con kit Bafang centrale e su Cargo muscolare "artigianale"
Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.