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Ibla
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Sicilia


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Inserito il - 11/09/2016 : 02:45:53  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Alla ricerca dell'arca perduta...



"Ma dove cavolo sarà finita?
Non ce l'avranno fatta affondare?!"



"Calma ragazzi! Ci sono qua io!
Mi chiamo... Jones! Indiana Jones!!!"



" Problema risolto...!"




" OK ragazzi! Il nostro eroe ce l'ha fatta anche stavolta!"



"OoooH! Si ritorna finalmente a dormire sonni tranquilli...!
Sono cotto... Ora posso crollare...!"





“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai.
Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000


...La tempesta
primaverile scuote d'un latrato
di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
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Ibla
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Sicilia


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Inserito il - 11/09/2016 : 02:49:51  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Ibla
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Inserito il - 11/09/2016 : 08:42:47  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ehm... Claudio...
Ho sentito che Francesco ti ha... come dire...?
Ehm... Bidonato!

Immagine:

133,05 KB



Su! Non te la prendere... In fondo ti vuole bene...
E' tutta colpa di un gioco, vecchio come il mondo malgrado
si faccia chiamare oggi
con un nome e in una lingua... più moderni, appunto, e cioè: realpolitik!
E' un gioco che si articola in diversi giochi, a seconda del
momento, del luogo, dei giocatori presenti, e del modo in cui
viene condotto.
A te, ti ha bidonato perché era troppo preso da quel gioco
che si gioca coi bastoncini
colorati... come si chiama...? Boh! Non ricordo.
E' un gioco cinese insomma, e ci vuole sangue freddo e non
farsi prendere
dall'...emozione!
Il "mio" Francesco invece, quello con lo straccetto addosso
del sacco delle patate, quello che giocava coi lupi,
i lupi però che alla sua carezza rispondevano
con una leccata ed era fatta! amicizia e fiducia reciproca,
beh, lui avrebbe parlato volentieri con te, perché magari
non parlava l'inglese e non conosceva parole che nascondono
altre parole, figurarsi poi una come... realpolitik!
No, lui conosceva solo il "volgare" che a dispetto del suo
significato apparente, era la lingua di cui si serviva per
scrivere poesie sincere, d'amore verso il creato, esaltando
il senso della fratellanza fra questo e l'uomo, e fra gli
uomini tutti.
E nel lodarle le creature e il suo Creatore, non si rivolgeva
ad alcune mentre dava le spalle ad altre, ma era sempre
nella posizione tale da non perderne mai nessuna di vista.
Non so Claudio se lì dalle tue parti, in Tibet, hai avuto modo
di conoscerlo...
Il "Cantico delle creature".

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature...



Ora però che non stai più arroccato a quattromila metri
sopra il " tetto del mondo" e fai
invece... il girovago, avrai saputo che al "mio" Francesco,
De Andrè, dedicò una breve ma toccante poesia...

"A che vale aver amato, se nessuno se n'è accorto,
anche se lo hai fatto per il bene di tutti.
Tu con la tua povertà,
con la tua umiltà hai saputo umiliarci."
(Fabrizio De André)




“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Ibla
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Sicilia


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Inserito il - 11/09/2016 : 08:44:48  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando







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Ibla
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Inserito il - 11/09/2016 : 08:47:05  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

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washer
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Inserito il - 11/09/2016 : 21:11:21  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
aarg ... è un finale!
Chiedo scusa.


Senti che musica! ( Tex Willer )
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Ibla
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Sicilia


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Inserito il - 12/09/2016 : 09:19:37  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ma no, Washer, tranquillo!
Tanto la storia, nel film parodiata, è una storia vecchia...
di 2000 anni e passa!
Una storia fra l'altro che fra i comuni mortali si ripete e
con lo stesso identico finale, tristemente noto ormai a tutti.
Tranne che per un particolare: quello della risurrezione.





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Ibla
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Inserito il - 12/09/2016 : 09:22:12  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

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washer
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Inserito il - 12/09/2016 : 20:49:22  Mostra Profilo  Rispondi Quotando

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washer
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Inserito il - 13/09/2016 : 22:42:04  Mostra Profilo  Rispondi Quotando

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iw6cpk
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Marche


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Inserito il - 14/09/2016 : 20:57:45  Mostra Profilo Invia a iw6cpk un Messaggio Privato  Rispondi Quotando


Immagine:

322,5 KB

Rockrider 5.2 + kit bafang swxh Alcedo + batt. 9 Ah 36v
Flyer in the dirt (Flyer S street + dual drive 27 - Custom MTB)
Kalkhoff Pro Connect Alfine 11 speed
-------------------------------
Per arrivare là, dove nessun uomo è mai giunto prima...con un motore a scoppio
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washer
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Inserito il - 14/09/2016 : 22:04:13  Mostra Profilo  Rispondi Quotando

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Ibla
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Inserito il - 15/09/2016 : 10:20:23  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
iw6cpk ha scritto:



Immagine:

322,5 KB



Perso lo sguardo dentro un'immagine ferma
eppur così viva,
d'un tratto mi sorprendo a pensare guardandoli  
così vicini 
che quasi la mano si muove per una carezza
sulle piume salmastre...
" Non siete belli...
Ne conosco molto più belli di voi!
Eppure gli occhi non riescono a staccarsi
dal vostro planare lento
sulla cresta dell'onda,
ora dolce, ora increspata, ora infuriata
con la schiuma alla bocca,
né dal vostro improvviso sparire in essa
per poi riapparire
e poi sparire ancora verso un orizzonte
perfino a voi ignoto.
No, non siete belli...
Ma la vera bellezza cos'è infine se non
l'emozione, 
di un batter d'ali dentro un'onda
che s'infrange nella mente
generandovi un'idea 
che muove il cuore al galoppo
cavalcando il sogno della libertà...

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Ibla
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Inserito il - 16/09/2016 : 09:46:15  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando


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Inserito il - 17/09/2016 : 13:55:58  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Stefano Pacini (reporter).

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Inserito il - 17/09/2016 : 13:57:34  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

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Dasti
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Inserito il - 17/09/2016 : 20:41:46  Mostra Profilo Invia a Dasti un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Road Bike 28" Olmo Mod. Supergentleman.
Road Bike 28" Olmo "recycled".
Road Bike 28" Francesco Moser Mod. San Cristobal
Road Bike 28" aluminium Ks Cycling (in fase di elettrificazione).
City Bike aluminium 28" MBM Voyager, Cute Q-100.
Classic Bike 28" WEG Classic, Cute Q-128SX.
MTB full suspension aluminium 26" Sobim Diamond , Cyclone.
Folding Bike aluminium 20" Dahon Vitesse D7, Cyclone.
Folding Bike aluminium 20" Diamond Minivelo.
Folding Bike 16" Dahon Dream-HT660, Cyclone.
Folding Bike Brompton A Line
LiFePO4 (dal 03/10/2007).
Tai nasha no karosha (Live Long And Prosper, Lunga Vita e Prosperità)
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washer
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Inserito il - 17/09/2016 : 23:18:46  Mostra Profilo  Rispondi Quotando

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washer
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Inserito il - 18/09/2016 : 22:02:33  Mostra Profilo  Rispondi Quotando

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Modificato da - washer in data 18/09/2016 22:07:00
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Ibla
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Inserito il - 21/09/2016 : 11:54:02  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
"Se in me è quella voglia di cercare che spinge le vele verso terre
non ancora scoperte, se nel piacere è un piacere di navigante:
se mai gridai giubilante: "La costa scomparve"
- ecco anche la mia ultima catena è caduta -
il senza- fine mugghia intorno a me, laggiù lontano splende
per me lo spazio e il tempo, orsù! Coraggio! Vecchio cuore!".
- Nietzsche - Così parlò Zaratustra


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122,04 KB


[...]
"Se il Sole, per la sua luminosità, è stato nella nostra
cultura prima il simbolo di dio e poi della luce della ragione,
di che cosa è simbolo il mare? LONTANO nei tempi, prima ancora
che si contrapponessero come l' alba e la sera del giorno,
Oriente e Occidente avevano in comune un simbolo dove l' uomo,
tra il cielo e la terra, si pensava come uno dei tre.
Gli altri due erano Urano e Gea nella tradizione greca, Purusha
e Prakriti nella tradizione indiana, Tien e Ti nella tradizione cinese.
In tutte queste regioni del mondo la formula era:
"Il Cielo copre, la Terra sostiene".

Del mare nulla, la sua inquietudine e la sua instabilità,
anche quando, ingannevole, appare nella sua calma trasognata,
non ne facevano una metafora idonea alla stabilità cosmica,
anche se il ritmo dell' onda sulla spiaggia poteva dire
che la regolarità del ritorno e non l' agitarsi degli uomini
era la vera scansione del tempo.
Profonde lontananze di luce dischiudono orizzonti
al di là dell' orizzonte, e perciò il mare si fa simbolo
del senza- confine che impaurisce chi abita terre protette,
intimi focolari, passioni quiete che nessuna gioia ha mai
fatto danzare, alcun dolore inabissato.
Il mare conosce la danza e l' abisso, ma chi sono
coloro che hanno abbastanza cuore per questo?
I signori della terra? Gli uomini di carattere?
No, la superficie del mare è troppo pura per i loro occhi,
e loro sono troppo sgraziati e avidi di territorio per prendere
il largo con la semplicità del navigante che incoraggia
il suo cuore.

E prende a conoscere come il piacere si intreccia
con il dolore, la maledizione con la benedizione, la luce del
giorno con il buio della notte, e come tutte le cose sono nel
mare incatenate, intrecciate, innamorate senza
una visibile distinzione perché l' abisso, che tutte le cose
sottende, vuole che così si ami il mondo. Le linee del mare
sono infatti la profondità dell' abisso e il senza-confine
dell' orizzonte, due dimensioni che inquietano la ragione,
incapace di vivere senza i segni del mondo,
ma non il cuore che non dice al dolore:
"Sparisci" e all' amore: "Calmati". A differenza della ragione
che vuole l' ordinamento del mondo, il cuore anela a cose più
lontane, più abissali, più indistinte nei loro indiscernibili
confini e, come il mare vuole se stesso; come l' onda, vuole il ritorno;
come il vento, vuole tempesta e,
come l' abisso, vuole profondità.

In questo senso il mare è la metafora del cuore come
la terra lo è della ragione, perché a differenza della ragione,
che da quando è nata è sempre in cerca di ordine,
nel cuore c' è quella voglia di terre non ancora scoperte
che solo il mare può concedere a chi non teme
il senza-confine dischiuso da quegli spazi senza meta,
dove neppure il tempo conosce altra segnalazione se non
quella offerta dalla luce e dal buio:
la luce di mezzogiorno che cancella tutte le ombre e il buio
della notte dove la luna diffonde il suo raggio solo per
ingannare quelle ombre.

Il senso del mondo si capovolge e l' incalcolabile,
che sulla terra incute timore, diventa atmosfera
del cuore costretto a non fidarsi né della calma trasognata
dell' acqua, né del suo burrascoso inabissarsi ed elevarsi,
quando la costa è scomparsa e lo spazio e il tempo appaiono
nel loro assoluto. Qui e solo qui, non dietro la siepe
dell' ermo colle, appare quanto è spaventoso l' infinito,
e con l' infinito quanto è spaventosa la libertà sognata
prima che l' ultima catena ci sciogliesse dalla terra,
ora che non esiste più terra alcuna, ma solo il più assetato
degli elementi, il più affamato, il più pauroso,
il più misterioso, il mare.
[...]

Tratto da
"L' amore tra il sole e il mare"
di UMBERTO GALIMBERTI

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai.
Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000


...La tempesta
primaverile scuote d'un latrato
di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
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Ibla
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Inserito il - 21/09/2016 : 12:06:45  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai.
Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000


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washer
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Inserito il - 21/09/2016 : 20:46:27  Mostra Profilo  Rispondi Quotando

Senti che musica! ( Tex Willer )
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Ibla
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Inserito il - 22/09/2016 : 01:15:18  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ahah!! Troppo simpatico, Wash..




“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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claudio02
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Inserito il - 22/09/2016 : 08:10:52  Mostra Profilo Invia a claudio02 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
come il mare vuole se stesso; come l' onda, vuole il ritorno;
come il vento, vuole tempesta e,
come l' obeso, vuole mangiare.

Una persona pessimista fa si di creare delle energie che andranno nella direzione delle sue paure piu profonde, fino alla loro realizzazione. Il pessimismo sincronizza anche i semafori.
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Ibla
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Inserito il - 22/09/2016 : 08:30:46  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Maaaa... lo affermi per esperienza personale... Claudio?
Niente! Allora non se ne fa niente!
A me piacciono i magri!

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai.
Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000


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Ibla
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Inserito il - 22/09/2016 : 08:50:41  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L'allodola (Alauda arvensis),
che Shakespeare chiamò “la messaggera del mattino”
perché comincia a cantare alle prime luci dell’alba.


39,51 KB

Quel giocare fra i cieli e la terra col suo trillo
solare, quasi un’onda ascensionale di canto, ha ispirato
l’allegria e la dolcezza, come ci ricorda Dante sulla scia
dei trovatori provenzali:

Quale allodetta ch’n aere si spazia
Prima cantando, e poi tace contenta
Dell’ultima dolcezza che la sazia.


Ma che tenero ciuffetto...!




E per lei la fantasia poetica di Percy Bysshe Shelley...
si è scatenata!

A un’Allodola.

Salute a te, o spirito di gioia!
Tu che non fosti mai uccello, e dall'alto
del Cielo, o vicino, rovesci
la piena del tuo cuore in generose
melodie di un'arte non premeditata.

Sempre più in alto, più in alto, ti vedo
guizzare dalla terra, una nube di fuoco,
e percorri con l'ali l'infinito azzurro,
ti levi nell'aria cantando,
e librandoti alta ancora canti.

Nei bagliori dorati del sole
che sta per tramontare, là dove
s'accendono in alto le nubi
tu corri e veleggi, una gioia incorporea
che ha appena dato inizio alla sua corsa.

La pallida sera di porpora
attorno al tuo volo si scioglie;
come una stella del Cielo nel colmo
della luce del giorno tu resti
completamente invisibile, eppure

odo la tua felicità squillante, acuta
come le frecce di quella sfera argentea
la cui lampada intensa si sfoca
nel bianco chiarore dell'alba,
così che noi faticosamente

la riusciamo a vedere, pur sapendo
dove si trova. Della tua voce risuonano
l'aria e la terra, come quando è limpida
la notte e da una nube solitaria
la luna piove i suoi raggi e n'è sommerso il cielo.

Noi non sappiamo cosa sei, né a cosa
più rassomigli. Dalle nubi accese
dal colorato arcobaleno non si versa goccia
che tanto splenda a vedersi come dalla
tua presenza un rovescio di pioggia melodiosa.

Sei come un poeta nascosto
entro la luce del pensiero, un poeta che canta
liberamente i suoi inni, finché il mondo
entra in perfetto accordo
con le speranze e i timori che prima ignorava;

sei come una fanciulla di nobile nascita
che acquieta nella torre di un palazzo
la sua anima oppressa dall'amore,
in un'ora segreta, con una musica dolce
come l'amore stesso, e ne inonda la camera;

sei come una lucciola d'oro
in una piccola valle coperta di rugiada,
che diffonde nascosta agli sguardi
la sua aerea luminescenza
in mezzo ai fiori e all'erba che la celano;

sei come una rosa protetta
dalle sue foglie verdi, violata
dai venti caldi, finché il suo profumo
illanguidisce con troppa dolcezza
quei ladri dall'ala pesante;

il suono dei rovesci della pioggia
primaverile sull'erba scintillante,
i fiori risvegliati dagli scrosci, e ogni cosa
che sia stata felice e chiara e fresca
la tua musica sempre la supera.

Insegnaci, Spirito o Uccello,
quali dolci pensieri sono i tuoi:
io non ho mai udito una lode d'amore o di vino
da cui fluisse così palpitante
un simile celeste rapimento.

Cori d'Imene o canti di trionfo
paragonati al tuo non sarebbero altro
che una misera vuota vanteria,
cose in cui noi sentiamo si nasconde
sicuramente un difetto.

Quali ragioni sono la sorgente
di questa tua felice melodia?
Che prati, onde o montagne? Quali aspetti
della pianura o del cielo? Che amore
della tua stessa specie? Che ignoranza

perfino del dolore? con la tua
chiara ed acuta gioia non potrà mai esistere
il languore, né un'ombra di noia
mai t'è venuta accanto; tu ami, eppure mai
hai conosciuto la triste sazietà d'amore.

Che tu sia desta o in sonno, della morte
devi considerare cose più vere e profonde
di quanto in sogno gli uomini, altrimenti
come potrebbero mai le tue note
fluire in simili rivi cristallini?

Noi guardiamo in avanti, guardiamo
dietro di noi, e siamo tormentati
da tutto ciò che non è: le nostre risa,
anche le più sincere, nascondono la pena,
e le nostre canzoni più dolci sono quelle

che raccontano sempre il pensiero più triste.
Anche se noi potessimo schernire
odio paura e orgoglio, anche fossimo nati
per non versare lacrime, non so
come potremmo giungere alla tua stessa gioia.

Più di qualsiasi misura di suoni deliziosi
sarebbe adatta al poeta la tua maestria,
più di qualsiasi tesoro nascosto nei libri,
o tu che hai in dispregio la terra!
E dunque insegnami almeno la metà

di tutta quella gioia che conosci:
dalle mie labbra allora fluirebbe
una follia armoniosa, e finalmente il mondo
ascolterebbe, proprio come me
che sono qui in ascolto della tua.

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Inserito il - 22/09/2016 : 09:20:03  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando




Niente!
Niente più volo! niente più ciuffetto! Niente più poesia!
ECCHECCAVOLO!!!

“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Inserito il - 22/09/2016 : 09:27:54  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ma certo che 'sti capoccioni, quando vogliono,
una legge te la fanno, così! (schiocco pollice-medio).
Ma quelli veramente "disturbati", chi sono alla fine?
A parte gli animali!


http://www.quotidiano.net/animali/animali-caccia-liguria-1.2519422


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Inserito il - 22/09/2016 : 09:33:43  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

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Inserito il - 22/09/2016 : 21:49:24  Mostra Profilo  Rispondi Quotando

Senti che musica! ( Tex Willer )
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Inserito il - 24/09/2016 : 09:48:48  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
«La nozione del nulla genera la pietà.
La pietà abolisce la differenza tra sé e gli altri.
Il confondere sé con gli altri realizza la causa comune»
- Milarepa.


























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Inserito il - 25/09/2016 : 12:03:13  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
- Le Regine del Blues -

Le donne hanno rappresentato in passato una pagina importante,
troppo spesso dimenticata, del Blues.
Le pianiste Bertha Gonsoulin e Lil Hardin, che lavorarono
tra l’altro nella band di King Oliver;
la pianista Mary Lou Williams di Kansas City;
Dolly Jones, il cui spettacolo di varietà includeva anche
una sua esibizione alla tromba Jazz, appartenevano ad una
piccola minoranza di donne che lavoravano come musiciste
nelle varie orchestre delle grandi città




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Inserito il - 25/09/2016 : 12:07:10  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La natura egualitaria del palcoscenico dava alle giovani
donne di colore, l’opportunità di esibire le proprie capacità
vocali e d’intrattenimento, per avere un reddito decente e
condurre così una vita indipendente e fuori dalla povertà
del ghetto.
Non bisogna dimenticare che la storia del Blues è inseparabile
da quella delle apparecchiature di registrazione che svolsero
un ruolo cruciale nella diffusione e popolarità della musica
di questo secolo.
Fino agli anni Venti, l’industria discografica americana
era ben lontana dalle cantanti nere che venivano lasciate
ai margini.


Difficilmente venivano prese in considerazioni composizioni
di autori neri, come ad esempio, James A. Bland,
Gussie L. Davis, Creamer e Layton, Shelton Brooks,
bollati come scrittori di brani dialettali e lontani
dall’interesse del pubblico.
Date queste condizioni, si può facilmente capire
come l’apparizione di Mamie Smith nell’industria
discografica nel 1920, rappresenti un evento
storico. Il suo esordio in sala di registrazione avvenne
all’età di 37 anni, dopo una lunghissima gavetta come
ballerina, corista e cantante di cabaret.
Il suo primo successo commerciale fu “Crazy Blues” di cui
furono vendute moltissime copie, aprendo la strada a tante
altre cantanti di colore: Edith Wilson, Mary Stafford,
Lucille Hegamin, Trixie Smith, Ethel Waters.
Quasi tutte le registrazioni avvenivano a New York,
dove la passione per il Blues scarseggiava tra la gente.



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Inserito il - 25/09/2016 : 12:11:05  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La vera esplosione delle cantanti Blues avvenne nel 1923
con Bessie Smith, la cui voce dolce e profonda fu notata
da Frank Walker, produttore della Columbia Records.
Solitamente veniva accompagnata nei brani solamente da un
pianista per far emergere a pieno la sua voce, ma
altrettante belle registrazioni la vedono accompagnata
da un’intera orchestra, tra cui spicca un bellissimo duetto
con Louis Armstrong. I successi di Bessie Smith si
susseguirono senza pausa fino agli anni Trenta, quando
la Grande Crisi travolse il mondo dello spettacolo e
soprattutto l’industria discografica di New York con
fallimenti a catena delle più importanti etichette
americane dell’epoca.


“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

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Inserito il - 25/09/2016 : 12:14:09  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Un’altra regina del Blues negli anni Venti fu “Ma” Rainey,
che con la sua band divenne uno dei nomi più popolari
ed ammirati; la sua voce non aveva niente da invidiare a
quella di Bessie Smith, l’unica differenza fra le due è
che la Smith ebbe la fortuna di registrare negli studi
di New York, con apparecchiature più efficienti, così che
la sua voce è arrivata ai giorni nostri in maniera più
limpida e chiara.

Altre meravigliose voci erano quelle di Ida Cox,
Victoria Spivey, Lucille Bogan, Memphis Minnie,
Billie Holiday.
Alla fine degli anni Trenta la generazione delle grandi
cantanti Blues cominciò a tramontare a causa della morte
di alcune di queste star, Bessie Smith e Lucille Bogan
morirono in un incidente stradale, ed anche perché il
repertorio cominciava a spostarsi verso altre direzioni.


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Inserito il - 25/09/2016 : 12:20:18  Mostra Profilo Invia a Ibla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il Blues cominciò a diventare quasi esclusivamente
musica maschile e la generazione dei grandi urlatori
urbani, i grandi chitarristi e cantanti del Sud, vedi
Hooker, Waters, Hopkins presero il sopravvento sulle
donne che si spostarono più verso il jazz, soul,
musica pop e rhythm and blues.
L’era delle regine del Blues cominciò all’inizio del
diciannovesimo secolo e terminò alla fine degli
anni Venti per una serie di motivi che vanno dalla
Grande Depressione, alla guerra e al cambiamento nei
gusti del pubblico.




“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai.
Linus, in Charles M. Schulz, Peanuts, 1950/2000


...La tempesta
primaverile scuote d'un latrato
di fedeltà la mia arca, o perduti. (L'Arca di E.Montale).
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washer
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Ibla
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Buongiorno!!!





“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla….ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo che spia: ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita a due voci insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”. (Gesualdo Bufalino, La Luce e il Lutto)

La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai.
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Stonatella, pasticciona, adorable Krall:


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